L'APPUNTO
L'APPUNTO - N. Marciano: "Napoli disastroso!"
16.10.2016 23:30 di Napoli Magazine

NAPOLI - Disastroso. Non si possono usare altre parole per descrivere l'imbarazzo formato Napoli andato in scena allo stadio San Paolo. Stavolta non c'è niente da chiarire: contro una Roma superiore il Napoli ha dimostrato il nulla. E ha scoperchiato il pentolone di un elenco troppo lungo di mancanze e limiti. In attacco, al centrocampo, in difesa. L'estrema cerca di fare il suo. E ci riesce. Qualcosa in più poteva San Peppino sul secondo dei tre. Tanto in più avrebbero dovuto tutti gli altri. Mister compreso. 40 minuti, i primi, di attacco, pressing, tiri in porta. Un atteggiamento che tutto sommato faceva ben sperare. Ma quel gol subito ad una manciata di minuti dal break ha invertito la rotta, lasciando del Napoli solo l'ombra di se stesso. Alla ripresa ai giallorossi basta poco per andare in doppio vantaggio e non basta il perdono in gol di un Koulibaly, colpevole, per riposizionare le pedine di una scacchiera già troppo distorta. Sul 1-2 si riaccende la speranza, quella di un San Paolo strapieno che tifa come Dio comanda e spinge col cuore gli 11 in campo a far meglio del disastro che si stava profilando. Per qualche minuto funziona. Ma la Roma sigla l'1-3 distruggendo le speranze di squadra e città. La passione quella resta, ci mancherebbe: i cuori che battono, da queste parti, battono azzurro. Ma la sosta ha portato il peggio: prima c'era stata la sconfitta, brutta, a Bergamo in casa dell'Atalanta; in mezzo l'infortunio, drammatico, del già bomber Milik; dopo la disfatta, terribile, dell'anticipo Big Match. Il sogno di battere la Roma e riconquistare punti in classifica, si chiamava Manolo. L'incubo in cui ci si è svegliati sconfitti, si è chiamato Napoli. Tutto. Pesa. Tanto. Senza se e senza ma. Senza forse e senza però. Senza sviste e senza appigli. Ora è tempo per riflettere. È tempo per guardare in casa e riflettere. È tempo per avere coraggio, quello che in campo contro la Roma tra gli azzurri non s'è visto. I drammi, lo sappiamo, non sono questi. Ma i dolori del tifoso, forse sì. Non è bastata la benedizione del DIOS che non aveva avuto dubbi: per lui a vincere sarebbe stato il Napoli. A segnare, sperava, Gabbiadini. Niente di più lontano dal copione da film horror messo in scena. E se nulla ha potuto lui, nulla ha potuto San Gennaro, qualcosa avrebbero potuto tutti gli altri. Domani è un altro giorno. Le prime sono già lontane. E a loro non si guarda. Ma si lotta. Si riflette, si soffre, si cambia. E si continua a lottare. Per i cuori e i sogni di chi oggi era lì, di chi ha famiglia, ma era lì, di chi forse doveva essere a lavoro, ma era lì. E lì sarà, sempre e comunque, in barba a chi: "Se costa troppo il biglietto, c'è la TV". Perché il Napoli non si tifa: il Napoli si ama. E lui, il Napoli saprà rialzarsi e ricambiare quell'amore. Quello di una città. Quello della nostra città.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

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16/10/2024 - 23:30

NAPOLI - Disastroso. Non si possono usare altre parole per descrivere l'imbarazzo formato Napoli andato in scena allo stadio San Paolo. Stavolta non c'è niente da chiarire: contro una Roma superiore il Napoli ha dimostrato il nulla. E ha scoperchiato il pentolone di un elenco troppo lungo di mancanze e limiti. In attacco, al centrocampo, in difesa. L'estrema cerca di fare il suo. E ci riesce. Qualcosa in più poteva San Peppino sul secondo dei tre. Tanto in più avrebbero dovuto tutti gli altri. Mister compreso. 40 minuti, i primi, di attacco, pressing, tiri in porta. Un atteggiamento che tutto sommato faceva ben sperare. Ma quel gol subito ad una manciata di minuti dal break ha invertito la rotta, lasciando del Napoli solo l'ombra di se stesso. Alla ripresa ai giallorossi basta poco per andare in doppio vantaggio e non basta il perdono in gol di un Koulibaly, colpevole, per riposizionare le pedine di una scacchiera già troppo distorta. Sul 1-2 si riaccende la speranza, quella di un San Paolo strapieno che tifa come Dio comanda e spinge col cuore gli 11 in campo a far meglio del disastro che si stava profilando. Per qualche minuto funziona. Ma la Roma sigla l'1-3 distruggendo le speranze di squadra e città. La passione quella resta, ci mancherebbe: i cuori che battono, da queste parti, battono azzurro. Ma la sosta ha portato il peggio: prima c'era stata la sconfitta, brutta, a Bergamo in casa dell'Atalanta; in mezzo l'infortunio, drammatico, del già bomber Milik; dopo la disfatta, terribile, dell'anticipo Big Match. Il sogno di battere la Roma e riconquistare punti in classifica, si chiamava Manolo. L'incubo in cui ci si è svegliati sconfitti, si è chiamato Napoli. Tutto. Pesa. Tanto. Senza se e senza ma. Senza forse e senza però. Senza sviste e senza appigli. Ora è tempo per riflettere. È tempo per guardare in casa e riflettere. È tempo per avere coraggio, quello che in campo contro la Roma tra gli azzurri non s'è visto. I drammi, lo sappiamo, non sono questi. Ma i dolori del tifoso, forse sì. Non è bastata la benedizione del DIOS che non aveva avuto dubbi: per lui a vincere sarebbe stato il Napoli. A segnare, sperava, Gabbiadini. Niente di più lontano dal copione da film horror messo in scena. E se nulla ha potuto lui, nulla ha potuto San Gennaro, qualcosa avrebbero potuto tutti gli altri. Domani è un altro giorno. Le prime sono già lontane. E a loro non si guarda. Ma si lotta. Si riflette, si soffre, si cambia. E si continua a lottare. Per i cuori e i sogni di chi oggi era lì, di chi ha famiglia, ma era lì, di chi forse doveva essere a lavoro, ma era lì. E lì sarà, sempre e comunque, in barba a chi: "Se costa troppo il biglietto, c'è la TV". Perché il Napoli non si tifa: il Napoli si ama. E lui, il Napoli saprà rialzarsi e ricambiare quell'amore. Quello di una città. Quello della nostra città.

 

 

Nunzia Marciano

 

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