NAPOLI - Un Mariani non fa un Valeri, e un azzurro non fa un incolore. Chiariamo: al San Paolo di Napoli-Crotone l'eliminazione dalla Champions ancora riecheggia e i ragazzi agli ordini di Mister Sarri non decollano del tutto. A permettere il vantaggio della prima metà è un penalty rimediato, battuto e segnato da Lorenzo e il doppio arriva ancora per rigore da fallo su Marek, finalizzato dal subentrato a Pavoletti, Dries. Ma il Napoli va al numero perfetto, quel tre di una doppietta di Insigne che chiude polemiche, se mai qualche incosciente le avesse aperte, e partita. Nella settimana dei rigori-non-rigori, due al Napoli avrebbero infatti potuto far storcere il naso ai malafede, ma così non è. E se di generosità qualcuno accennasse, val la pena ricordare che una cosa era un rigore al 97esimo tra due di alta classifica, tutt'altra un rigore in una partita mista, dove se non col tre si sarebbe vinto con l'1. Ma si sarebbe vinto, questo è fuor di dubbio. Nella partita delle 15, il Napoli ritrova la maglia della scaramanzia con tanto di fascia e lo emulano gli avversari calabresi con tanto di fascia stampata, anche loro. Ma niente, la Madonna dell'Arco è un'altra storia come lo è il Napoli del pienone di Fuorigrotta, che dalla Curva A ricorda quel Fabio ingiustamente accusato. Certo, non che fosse giustificato offenderlo ma è stato bello vedere Napoli scusarsi e promettergli un abbraccio da "figlio di questa città". Uno striscione dovuto, che ridà la giusta immagine di questa città, capace di sbagliare e di rimediare anche, non certo l'immagine vista nel giorno della leghista venuta, quando a fuoco e fiamme è stato messo il quartiere dello Stadio dei cori mai razzisti. Ma tant'è: Napoli talvolta regala fianco e titoloni dandosi da sola la zappa sui piedi, ahinoi. Così non è stato contro il Crotone in qualche occasione versione Real, che non avendo quel nulla da perdere, se l'è di fatto giocata. Ma i tre punti sono al Napoli, che da Napoli riparte. Dentro e fuori dallo Stadio.

Nunzia Marciano

Napoli Magazine

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