L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Caro Napoli, “credi, sogna e osa"
29.01.2018 19:18 di Napoli Magazine

NAPOLI - Vetta doveva (tornare a) essere, vetta è, vetta sarà, per i prossimi 7 giorni. Chiariamo: un sorpasso in tangenziale a strada vuota perché il Napoli ancora non aveva messo piede in campo, ci può stare. Certo, magari fosse stato meno dubbio ne avrebbe giovato il Mondo del calcio intero. Ma tant’è. Il Napoli al San Paolo contro il Bologna di quel Verdi, rimette le cose nell’unico posto in cui dovevano stare e si rimette in cima alla classifica. Nel quadrato di gioco in quattro minuti va in scena tutto e il suo contrario: dal gol degli ospiti a quello dei padroni di casa per errore degli avversari, all’uscita anzitempo di quel Verdi di cui sopra, cui tifosi nessun pensiero avevano rivolto ma è evidente che a colpire siano stati i pensieri già partoriti al suo diniego a giungere all’ombra del Vesuvio. E ci può stare, forse, in fondo. Uno a uno, quindi e palla al centro, in una partita dove la bellezza di gioco cui il Napoli aveva abituato, va detto, non s’è vista ma si è vinto. In doppia rete il tornato in gol Dries che regala, assieme alle parate di Peppino, tre punti d’oro alla causa Scudetto. Perché a volte la bellezza è da guardare, la vittoria da assaporare e va bene anche così. Gli 11 di mister Sarri non fanno sfoggio di beltà ma di maturità sì però, e portano a casa quel risultato di cui qualcuno che allena i senza colori, ha sempre ben parlato. E dunque va bene davvero anche così. Il resto sono chiacchiere da bar e da Var su rigori regalati o non dati. Parole di cui questo Napoli può non curarsi passando oltre, e cioè al primo posto capolista, senza espulsioni che di contro, rendono tutto più semplice. Ma le cose semplici non sono per questa squadra, per la sua storia né per le sue genti, abituati tutti a sudarsi il risultato per poi esserne fieri, come fieri si sarà alla fine, dopo aver lottato. “Credi, sogna e osa”, recitava nella bolgia la Curva B. Credere in se stessi e nelle proprie capacità, sognare un sogno che sa tanto di realtà, osare per non doversi mai pentire di non averlo fatto, di non aver lottato contro tutto e tutti. Perché sì che è bello vincere, sì che sarà bello alzare trofei, ma comunque andasse (e andrà bene...) sarà bello poterlo fare per propria bravura e soprattutto per averci creduto, per non aver smesso di sognare e per aver osato, sempre o comunque. Se così non fosse, come ci si potrebbe mai perdonare per non aver fatto tutto per essere felici? Non si potrebbe. Ma il Napoli ci sta credendo, i sogni li sta trasformando in vittorie e sta osando ribellarsi alle logiche di un finale che pareva già scritto, a suon di gol. Credi, sogna, osa. Basterà questo a gioire d’Amore. Basterà davvero.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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29/01/2024 - 19:18

NAPOLI - Vetta doveva (tornare a) essere, vetta è, vetta sarà, per i prossimi 7 giorni. Chiariamo: un sorpasso in tangenziale a strada vuota perché il Napoli ancora non aveva messo piede in campo, ci può stare. Certo, magari fosse stato meno dubbio ne avrebbe giovato il Mondo del calcio intero. Ma tant’è. Il Napoli al San Paolo contro il Bologna di quel Verdi, rimette le cose nell’unico posto in cui dovevano stare e si rimette in cima alla classifica. Nel quadrato di gioco in quattro minuti va in scena tutto e il suo contrario: dal gol degli ospiti a quello dei padroni di casa per errore degli avversari, all’uscita anzitempo di quel Verdi di cui sopra, cui tifosi nessun pensiero avevano rivolto ma è evidente che a colpire siano stati i pensieri già partoriti al suo diniego a giungere all’ombra del Vesuvio. E ci può stare, forse, in fondo. Uno a uno, quindi e palla al centro, in una partita dove la bellezza di gioco cui il Napoli aveva abituato, va detto, non s’è vista ma si è vinto. In doppia rete il tornato in gol Dries che regala, assieme alle parate di Peppino, tre punti d’oro alla causa Scudetto. Perché a volte la bellezza è da guardare, la vittoria da assaporare e va bene anche così. Gli 11 di mister Sarri non fanno sfoggio di beltà ma di maturità sì però, e portano a casa quel risultato di cui qualcuno che allena i senza colori, ha sempre ben parlato. E dunque va bene davvero anche così. Il resto sono chiacchiere da bar e da Var su rigori regalati o non dati. Parole di cui questo Napoli può non curarsi passando oltre, e cioè al primo posto capolista, senza espulsioni che di contro, rendono tutto più semplice. Ma le cose semplici non sono per questa squadra, per la sua storia né per le sue genti, abituati tutti a sudarsi il risultato per poi esserne fieri, come fieri si sarà alla fine, dopo aver lottato. “Credi, sogna e osa”, recitava nella bolgia la Curva B. Credere in se stessi e nelle proprie capacità, sognare un sogno che sa tanto di realtà, osare per non doversi mai pentire di non averlo fatto, di non aver lottato contro tutto e tutti. Perché sì che è bello vincere, sì che sarà bello alzare trofei, ma comunque andasse (e andrà bene...) sarà bello poterlo fare per propria bravura e soprattutto per averci creduto, per non aver smesso di sognare e per aver osato, sempre o comunque. Se così non fosse, come ci si potrebbe mai perdonare per non aver fatto tutto per essere felici? Non si potrebbe. Ma il Napoli ci sta credendo, i sogni li sta trasformando in vittorie e sta osando ribellarsi alle logiche di un finale che pareva già scritto, a suon di gol. Credi, sogna, osa. Basterà questo a gioire d’Amore. Basterà davvero.

 

 

Nunzia Marciano

 

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