L'APPUNTO
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Napoli, derby da goleada e San Gennaro se la gode!"
18.09.2017 19:56 di Napoli Magazine

NAPOLI - Bene, bravi, belli, buoni, bis... Ma, tanto per continuare in B (da cui arrivano), era il Benevento non il Barcellona. Chiariamo: massimo rispetto per tutti, e ci mancherebbe, soprattutto per una squadra che al San Paolo ci è venuta per giocarsela, fino in fondo, e se l'è giocata. Però su, immaginare di dover davvero temere i conterranei del derby campano, sarebbe stato esagerato, va ammesso. Ciò non toglie che una goleada è una goleada pure se la fai al Cittadella, figurati a farla al San Paolo, nel giorno dedicato al ricordo di quel Carmelo Imbriani, andato via dal calcio e dalla vita davvero troppo, troppo presto. Nella domenica alle 3, il Napoli ritorna il Napoli e Napoli accorre numerosa rinunciando al ragù per dimostrare fiducia alla squadra: dalla curva gli striscioni parlano chiaro, si riferiscono alla Champions e raccontano di una città che ci crede, nonostante la sconfitta scotti ancora. Ma parafrasando ancora una volta lui, "ci può stare" una sconfitta in Ucraina. Ci può stare, basta che non ci stia più. Basta che l'approccio ora sia quello giusto, sia quello della grande squadra che punta in alto, che contro il Benevento batte il record di 8 vinte di fila e arriva a 9, in campionato. E con un San Gennaro comodo a guardare, senza doversi scomporre nè dover prendere parte nel derby tra la città (pare) di nascita e quella (sicura) da cui è venerato quale Santo Patrono e in cui il 19 settembre se ne aspetterà il miracolo. Una goleada grande quanto le dita di una mano più un dito dell'altra, che rivela il gran gusto del gol a tutti e per tutti: da Allan a Lorenzo, da Dries (tre volte) a Josè, il Napoli fa gioire e soprattutto fan ben sperare. Con un bravo Ounas subentrato a Callejon ed un, solo sfortunato, capitano a cui il gol è stato due volte negato, e negato pure il dischetto, per giusta causa, pare, da dove inizialmente era lui a dover batter il secondo dei rigori, il Napoli conta, ci conta, dopo aver perso il conto. Ma la fiducia, dicevamo, e la speranza, soprattutto, quelle no, non si perdono mai e guai (seri) se così non fosse, se la fiducia venisse a mancare, se la speranza svanisse senza lasciar traccia, se la voglia di vincere e gioire di stra-meritata felicità, non fosse più il fine ultimo di chi sa bene che al di là della bellezza di un gioco spettacolare, l'importante non è partecipare ma vincere. Non è starci tanto per esserci, ma è starci per arrivare in fondo, fino alla fine ed oltre. Consapevoli che sarà difficile certo, ma non per questo impossibile; che il cammino sarà lungo e tortuoso, ovvio, ma non per questo non percorribile; che di coraggio ce ne vuole, tanto, ma non per questo bisogna mollare. E allora in partite di quiete dove il Napoli si lascia applaudire a suon di gol, c'è la calma necessaria per pensare al futuro, per programmarlo e progettarlo, per stravolgere tutto se è il caso, perché no? Ma il Napoli c'è e ci sarà, perché vale e Napoli c'è e ci sarà perché ne vale la pena, perché "la differenza sta ancora e sempre nel coraggio di amare", incondizionatamente e coraggiosamente per esserci e combattere e più grande sarà l'impegno, più forte sarà il vincere la paura, più grande sarà la vittoria. E allora, Napoli, avanti con te e con chi ha il coraggio di amare e di amarti. Forza Napoli. Sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Napoli, derby da goleada e San Gennaro se la gode!"

di Napoli Magazine

18/09/2024 - 19:56

NAPOLI - Bene, bravi, belli, buoni, bis... Ma, tanto per continuare in B (da cui arrivano), era il Benevento non il Barcellona. Chiariamo: massimo rispetto per tutti, e ci mancherebbe, soprattutto per una squadra che al San Paolo ci è venuta per giocarsela, fino in fondo, e se l'è giocata. Però su, immaginare di dover davvero temere i conterranei del derby campano, sarebbe stato esagerato, va ammesso. Ciò non toglie che una goleada è una goleada pure se la fai al Cittadella, figurati a farla al San Paolo, nel giorno dedicato al ricordo di quel Carmelo Imbriani, andato via dal calcio e dalla vita davvero troppo, troppo presto. Nella domenica alle 3, il Napoli ritorna il Napoli e Napoli accorre numerosa rinunciando al ragù per dimostrare fiducia alla squadra: dalla curva gli striscioni parlano chiaro, si riferiscono alla Champions e raccontano di una città che ci crede, nonostante la sconfitta scotti ancora. Ma parafrasando ancora una volta lui, "ci può stare" una sconfitta in Ucraina. Ci può stare, basta che non ci stia più. Basta che l'approccio ora sia quello giusto, sia quello della grande squadra che punta in alto, che contro il Benevento batte il record di 8 vinte di fila e arriva a 9, in campionato. E con un San Gennaro comodo a guardare, senza doversi scomporre nè dover prendere parte nel derby tra la città (pare) di nascita e quella (sicura) da cui è venerato quale Santo Patrono e in cui il 19 settembre se ne aspetterà il miracolo. Una goleada grande quanto le dita di una mano più un dito dell'altra, che rivela il gran gusto del gol a tutti e per tutti: da Allan a Lorenzo, da Dries (tre volte) a Josè, il Napoli fa gioire e soprattutto fan ben sperare. Con un bravo Ounas subentrato a Callejon ed un, solo sfortunato, capitano a cui il gol è stato due volte negato, e negato pure il dischetto, per giusta causa, pare, da dove inizialmente era lui a dover batter il secondo dei rigori, il Napoli conta, ci conta, dopo aver perso il conto. Ma la fiducia, dicevamo, e la speranza, soprattutto, quelle no, non si perdono mai e guai (seri) se così non fosse, se la fiducia venisse a mancare, se la speranza svanisse senza lasciar traccia, se la voglia di vincere e gioire di stra-meritata felicità, non fosse più il fine ultimo di chi sa bene che al di là della bellezza di un gioco spettacolare, l'importante non è partecipare ma vincere. Non è starci tanto per esserci, ma è starci per arrivare in fondo, fino alla fine ed oltre. Consapevoli che sarà difficile certo, ma non per questo impossibile; che il cammino sarà lungo e tortuoso, ovvio, ma non per questo non percorribile; che di coraggio ce ne vuole, tanto, ma non per questo bisogna mollare. E allora in partite di quiete dove il Napoli si lascia applaudire a suon di gol, c'è la calma necessaria per pensare al futuro, per programmarlo e progettarlo, per stravolgere tutto se è il caso, perché no? Ma il Napoli c'è e ci sarà, perché vale e Napoli c'è e ci sarà perché ne vale la pena, perché "la differenza sta ancora e sempre nel coraggio di amare", incondizionatamente e coraggiosamente per esserci e combattere e più grande sarà l'impegno, più forte sarà il vincere la paura, più grande sarà la vittoria. E allora, Napoli, avanti con te e con chi ha il coraggio di amare e di amarti. Forza Napoli. Sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

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