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IL CASO - Offese sul web, tramite Facebook che non oscura, alla memoria dei morti per tumore o violenza e xenofobia: la dura querela presentata dall'avv. Angelo Pisani
04.08.2017 14:18 di Napoli Magazine

Un popolo di internauti zotici e incivili, incapaci perfino di esprimersi in lingua italiana, tramite facebook che non oscura e non recepisce immediatamente le segnalazioni assumendosene la responsabilità, sta riempiendo il web con i suoi schizzi di velenoso fango attraverso pagine facebook autodefinite anche “Aboliamo il piagnisteo napoletano”. Ad essere prese di mira dal gruppo di bifolchi sono in primis bambini innocenti rimasti di gravi malattie e poi giovani vittime della violenza razzista come il tifoso Ciro Esposito (il cui assassino ultrà ha appena subito anche in Appello una seria condanna), nonché gli abitanti della Terra dei Fuochi, morti uno dopo l’altro per i veleni che proprio le industrie del Nord sversavano nelle loro terre. Lo sgangherato esercito degli analfabeti però non si ferma, e recentemente colpisce anche la memoria di Tiziana Cantone, la giovane suicidatasi proprio a causa del rimbalzare di sue foto sul web, nonché l’avvocato di Ciro Esposito, Angelo Pisani, di cui per giunta più volte viene utilizzata l’immagine a scopo di dileggio e rivalsa, senza naturalmente alcuna autorizzazione. La querela, durissima è stata presentata dallo stesso avvocato Angelo Pisani, anche in difesa di Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, divenuta simbolo di tolleranza e di pacificazione nonostante abbia subito il più grave dei lutti che l’umanità conosca. Il precedente richiamato nell’atto è quello di Donatella Galli, la leghista recentemente condannata con sentenza definitiva, su denuncia proprio dello stesso Pisani, perché proprio attraverso i social network propagandava l’odio xenofobo. «Le condotte illecite poste in essere, sotto forma di attività di propaganda/divulgazione di idee fondate su una pretesa superiorità razziale o sull’odio etnico, ovvero sotto forma di istigazione a commettere atti di discriminazione per motivi razziali o etnici – viene infatti richiamato in querela - assumono rilievo penale, ai sensi e per gli effetti dell’art. 13 della legge 24 febbraio 2006, n. 85, a prescindere dall’effettiva percezione delle predette espressioni, lesive della dignità umana, da parte dei singoli soggetti offesi ed individuabili nel caso concreto (Cass. Sez. III, n. 36906/2015 e ss. )». Vi è, naturalmente, anche molto di più. L'avvocato infatti fa poi notare all’Autorità giudiziaria come si tratti di qualcosa di ben più grave della sola diffamazione («deve essere rilevata la notevole portata lesiva delle predette offese all’onore e alla memoria dei succitati defunti (ossia i predetti Ciro Esposito e Tiziana Cantone), attese altresì le circostanze particolarmente tragiche in cui gli stessi vennero prematuramente privati della loro giovane vita, e tenuto conto che le stesse offese risultano essere state ricondotte alla persona dello scrivente avvocato, per il tramite di pubbliche dichiarazioni di compiacimento, suscettibili di essere percepite da un numero indeterminato di navigatori Internet, che hanno suscitato riprovazione ed indignazione non soltanto da parte dei prossimi congiunti, ma da parte della stessa opinione pubblica on line». Senza contare il furto d’identità digitale, le offese all’onore e alla memoria dei defunti ed altri reati ancora che si chiede alla Procura di Napoli, in uno al questore di Napoli cui si chiede un incontro e tutela per l'accaduto,di accertare, in uno con l’identità degli artefici armati di clava telematica. «Non esiste solo l’intento di identificare e punire i colpevoli facendo cessare questa barbarie, ma anche accertare la responsabilità dei social che non intervengono a tutela delle vittime – osserva Angelo Pisani – perché specie negli ultimi giorni il clima tende ad arroventarsi e le minacce potrebbero passare dal web alle vie di fatto. Per questo – conclude il legale – chiediamo che intervenga anche la Questura attraverso forme di accertamento e tutela adeguate e tempestive».

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IL CASO - Offese sul web, tramite Facebook che non oscura, alla memoria dei morti per tumore o violenza e xenofobia: la dura querela presentata dall'avv. Angelo Pisani

di Napoli Magazine

04/08/2024 - 14:18

Un popolo di internauti zotici e incivili, incapaci perfino di esprimersi in lingua italiana, tramite facebook che non oscura e non recepisce immediatamente le segnalazioni assumendosene la responsabilità, sta riempiendo il web con i suoi schizzi di velenoso fango attraverso pagine facebook autodefinite anche “Aboliamo il piagnisteo napoletano”. Ad essere prese di mira dal gruppo di bifolchi sono in primis bambini innocenti rimasti di gravi malattie e poi giovani vittime della violenza razzista come il tifoso Ciro Esposito (il cui assassino ultrà ha appena subito anche in Appello una seria condanna), nonché gli abitanti della Terra dei Fuochi, morti uno dopo l’altro per i veleni che proprio le industrie del Nord sversavano nelle loro terre. Lo sgangherato esercito degli analfabeti però non si ferma, e recentemente colpisce anche la memoria di Tiziana Cantone, la giovane suicidatasi proprio a causa del rimbalzare di sue foto sul web, nonché l’avvocato di Ciro Esposito, Angelo Pisani, di cui per giunta più volte viene utilizzata l’immagine a scopo di dileggio e rivalsa, senza naturalmente alcuna autorizzazione. La querela, durissima è stata presentata dallo stesso avvocato Angelo Pisani, anche in difesa di Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, divenuta simbolo di tolleranza e di pacificazione nonostante abbia subito il più grave dei lutti che l’umanità conosca. Il precedente richiamato nell’atto è quello di Donatella Galli, la leghista recentemente condannata con sentenza definitiva, su denuncia proprio dello stesso Pisani, perché proprio attraverso i social network propagandava l’odio xenofobo. «Le condotte illecite poste in essere, sotto forma di attività di propaganda/divulgazione di idee fondate su una pretesa superiorità razziale o sull’odio etnico, ovvero sotto forma di istigazione a commettere atti di discriminazione per motivi razziali o etnici – viene infatti richiamato in querela - assumono rilievo penale, ai sensi e per gli effetti dell’art. 13 della legge 24 febbraio 2006, n. 85, a prescindere dall’effettiva percezione delle predette espressioni, lesive della dignità umana, da parte dei singoli soggetti offesi ed individuabili nel caso concreto (Cass. Sez. III, n. 36906/2015 e ss. )». Vi è, naturalmente, anche molto di più. L'avvocato infatti fa poi notare all’Autorità giudiziaria come si tratti di qualcosa di ben più grave della sola diffamazione («deve essere rilevata la notevole portata lesiva delle predette offese all’onore e alla memoria dei succitati defunti (ossia i predetti Ciro Esposito e Tiziana Cantone), attese altresì le circostanze particolarmente tragiche in cui gli stessi vennero prematuramente privati della loro giovane vita, e tenuto conto che le stesse offese risultano essere state ricondotte alla persona dello scrivente avvocato, per il tramite di pubbliche dichiarazioni di compiacimento, suscettibili di essere percepite da un numero indeterminato di navigatori Internet, che hanno suscitato riprovazione ed indignazione non soltanto da parte dei prossimi congiunti, ma da parte della stessa opinione pubblica on line». Senza contare il furto d’identità digitale, le offese all’onore e alla memoria dei defunti ed altri reati ancora che si chiede alla Procura di Napoli, in uno al questore di Napoli cui si chiede un incontro e tutela per l'accaduto,di accertare, in uno con l’identità degli artefici armati di clava telematica. «Non esiste solo l’intento di identificare e punire i colpevoli facendo cessare questa barbarie, ma anche accertare la responsabilità dei social che non intervengono a tutela delle vittime – osserva Angelo Pisani – perché specie negli ultimi giorni il clima tende ad arroventarsi e le minacce potrebbero passare dal web alle vie di fatto. Per questo – conclude il legale – chiediamo che intervenga anche la Questura attraverso forme di accertamento e tutela adeguate e tempestive».