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MINORI E INTERNET - Campania: Save the Children, adulti e ragazzi sempre più connessi ma entrambi si muovono sulla rete quasi del tutto inconsapevoli delle conseguenze delle loro attività online
06.02.2017 13:51 di Napoli Magazine

Minori e internet, Campania: Save the Children, adulti e ragazzi sempre più connessi via smartphone e sempre più social ma entrambi si muovono sulla rete quasi del tutto inconsapevoli delle conseguenze delle loro attività online. In Campania, 9 su 10 si preoccupano dei propri dati in rete, ma non hanno alcuna idea né di quali dati vengano raccolti né di come siano utilizzati. Adulti e ragazzi pensano che se un contenuto intimo e riservato condiviso con qualcuno dilaga in rete, la responsabilità è equamente condivisa tra chi lo ha diffuso e chi in seguito lo ha divulgato in modo allargato e non autorizzato. 
 

Secondo una ricerca condotta in esclusiva da IPSOS per Save the Children alla vigilia del Safer Internet Day, in Campania l’87% degli adulti e il 73% dei ragazzi accetta che una app acceda ai propri contatti, pur di usarla; 9 su 10 non fanno nulla per proteggere la propria immagine online, come cancellare post passati o rimuovere tag del proprio nome da una foto. Un ragazzo su 4 utilizza carte prepagate o sistemi di pagamento online per scommesse e giochi legali on line, come poker o casino, riservati agli adulti. Più di 1 su 2 invia video o immagini intime di se stesso a coetanei e adulti conosciuti in rete e più di 1 su 4 attiva la webcam per ottenere regali.

 

 

Una vita sempre più social quella vissuta da adulti e bambini italiani che possiedono una media di più di 5 profili a testa, e sono sempre più connessi via smartphone. La Campania segue il trend nazionale con la quasi totalità di adulti e ragazzi (95% e 99%) che ne possiede uno in linea con la media del Sud e delle isole (96% adulti e 98% ragazzi). Eppure la maggior parte dei campani, sia minori che maggiorenni, è quasi del tutto inconsapevole delle conseguenze delle proprie attività in rete: sanno che mentre navigano i loro dati vengono registrati (87% degli adulti e 73% dei ragazzi) anche se non sanno esattamente quali, se ne dicono preoccupati (4 su 5 in entrambi i gruppi di riferimento), ma hanno ormai interiorizzato l'idea che la loro cessione sia il giusto prezzo per essere presenti on line e accedere ai servizi che interessano loro (in Italia lo pensa circa il 90% tra i ragazzi e adulti di tutti coloro che consentono ad un’app l’accesso ai propri contatti).

 

Questo lo scenario in Campania che emerge dalla ricerca inedita di IPSOS per Save the Children su “Il consenso in ambiente digitale: percezione e consapevolezza tra i teen[1] e gli adulti[2]”, diffusa oggi alla vigilia del Safer Internet Day, la giornata annuale per la promozione di un utilizzo sicuro e responsabile delle tecnologie digitali.

 

La ricerca rivela inoltre che in Campania, vi è una scarsa cura della propria storia online sia per gli adulti che per i ragazzi, che non prevede una “manutenzione” costante dei propri profili e che sembra quasi esasperare l’importanza esclusiva dell’essere “presente qui e ora”: circa 9 su 10 non compiono azioni efficaci per proteggere la propria immagine online, come cancellare post passati (solo quasi 1 su 5 tra adulti e ragazzi campani l’ha fatto almeno una volta), togliere il tag del proprio nome da una foto postata online (lo fa solo il 16% di entrambi i gruppi di riferimento) o bloccare qualcuno su Facebook o Whatsapp (lo fa solo il 28% dei ragazzi e il 14% degli adulti).

 

In Campania, il 74% degli adulti e ben il 78% dei ragazzi intervistati credono che non sia mai sicuro condividere online foto e video intimi e riservati. Per il 79% dei primi e l’67% dei secondi se un contenuto condiviso con qualcuno dilaga in rete, la responsabilità è di chi lo diffonde (una percentuale che si distanzia di molto da quella dei ragazzi del Sud e delle Isole che comprende il 63% e invece è in linea con quella degli adulti, 74%), il 71% e il 69% ritengono che la colpa sia di chi in seguito lo condivide in modo allargato e non autorizzato. L’81% degli adulti e il 69% dei ragazzi campani pensa che vi sia una sorta di “consenso implicito” alla diffusione, nel momento in cui qualcosa viene condiviso online anche se non con una sola persona. Un dato preoccupante che si discosta di più di 10 punti percentuali da quello dei ragazzi Sud e delle Isole (75%). Quello degli adulti è invece assolutamente in linea (79%).

 

In Campania, il 24% degli adulti e ben il 39% dei ragazzi, invece, è convinto che sia sempre sicuro condividere foto o video intimi on line perché “lo fanno tutti”, mentre la metà degli adulti intervistati (52%) e il 45% dei ragazzi, benché consapevoli dei rischi, ritiene che a volte non si abbia nessuna scelta alternativa. Il 43% dei ragazzi in Campania pensa che la condivisione sia sicura se ristretta a utenti di cui ci si fida, anche se non ci si conosce di persona, pensiero comune anche al 41% degli adulti nella regione. Altra motivazione largamente diffusa che giustifica una condivisione sicura dei dati è quella che riguarda la promessa da parte di altri che i contenuti non saranno ulteriormente diffusi (33% degli adulti e 38% dei ragazzi). In Campania, i ragazzi intervistati raccontano però che tra i loro amici più di 1 su 2 invia video o immagini intime di se stesso a coetanei e adulti conosciuti in rete e più di 1 su 4 attiva la webcam per ottenere regali (33%). Una media che supera di poco quella dei ragazzi del Sud e delle Isole (25%).

 

Quando si tratta di valutare l’attendibilità di una notizia, per quasi i ¾ degli intervistati in Campania (83% adulti e 73% ragazzi) la prudenza è d’uopo, ma per contro il 56% dei minori e il 50% degli adulti, basa il proprio giudizio sulle condivisioni che quella notizia riceve.

 

L’accesso a strumenti che consentono di fare acquisti online – come il sistema Paypal e le carte prepagate – alimentano un vivace traffico di acquisti online, ma espongono anche i ragazzi campani all’opportunità di utilizzare la rete per scommettere, accedere a giochi online, come poker e casino, e ad altri siti riservati ad adulti. In Campania, lo fa un ragazzo su 4 (26%).


“I risultati che emergono dalla ricerca dimostrano che in Campania, così come in Italia, adulti e ragazzi condividono le stesse conoscenze, gli stessi livelli di consapevolezza delle conseguenze dei loro comportamenti in rete e spesso anche i comportamenti stessi. Si tratta di un dato preoccupante se pensiamo che proprio gli adulti dovrebbero esercitare un ruolo di guida in un contesto complesso e in continua evoluzione, come quello del mondo e delle tecnologie digitali”, spiega Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

 

 

Esercitare il consenso in internet: è possibile?


I dati

 

La ricerca IPSOS per Save the Children ha voluto esplorare il consenso in internet, inteso come la possibilità di esercitare una scelta libera e consapevole delle sue implicazioni. Ma è davvero possibile esercitarlo, a fronte, ad esempio, di una scarsa conoscenza, da parte sia dei ragazzi che degli adulti, della natura dei dati raccolti online e di come questi vengano realmente utilizzati?

 

Tre su 4 tra gli intervistati in Campania (sia adulti che minori), dicono di sapere che quando navigano sui siti web, questi registrano il passaggio digitale e più dell’80% dichiara di preoccuparsi molto o abbastanza di come vengono usati i propri dati personali. Entrambi i gruppi di riferimento non hanno però una chiara conoscenza di quali dati vengano effettivamente raccolti e non si preoccupano troppo, anche per non perdere tempo, di leggere termini e condizioni d’uso dei servizi on line. In Campania, 1 adulto su 5 e 1 ragazzo su 4 crede che ad essere registrati in rete siano solo i dati rilasciati volontariamente, il 52% degli adulti e il 48% dei minori l’indirizzo IP, 1 adulto su 10 e 1 ragazzo su 4 i like che si mettono ai post, il 4% degli adulti quello che si dice o si fa nelle vicinanze di un oggetto collegato ad Internet (ad esempio Smart -TV, Smart- toys, ecc), tutte opzioni che non corrispondono alla realtà. Quasi 1 ragazzo e 1 adulto su 10 è convinto, inoltre, che i termini e le condizioni d’uso non siano altro che le regole che un gestore di un sito o di un social deve rispettare per tenere segreti i propri dati.

 

I comportamenti in rete di adulti e ragazzi non sono conformi, tuttavia, alle preoccupazioni sull’uso dei dati personali. Dalla ricerca emerge che pur di scaricare e utilizzare una app, più della metà degli adulti campani intervistati (56%) dichiara di accettare che il servizio possa accedere ai propri contatti, una percentuale solo di poco più bassa rispetto ai minori (62%). Una percentuale in linea con quella dei ragazzi nel Sud e nelle Isole (59%). In Italia, la quasi totalità degli adulti che accetta (92%) è convinta che dare in cambio l’accesso ai propri contatti sia il giusto prezzo da pagare per accedere a ciò che interessa, un dato che si equivale anche per i minori nel nostro Paese (90%) e che dimostra come non vi sia alcuna differenza tra il comportamento di entrambi i gruppi di riferimento. Eppure gli intervistati campani dubitano della sicurezza della conservazione dei dati (il 42% degli adulti e il 31% dei ragazzi hanno dubbi sulla sicurezza, il 21% degli adulti e il 23% dei ragazzi non sanno chi li usa e il 27% degli adulti e il 25% dei ragazzi non sanno dove vengano conservati). Sono molto rari anche gli interventi per gestire e correggere la propria immagine digitale. In Campania, il 73% dei minori e il 79% degli adulti dichiarano che quasi mai cancellano o modificano qualcosa postato in passato e più dell’80% dei ragazzi e degli adulti campani quasi mai toglie il tag del proprio nome da una foto postata online o cancella commenti di altre persone. In Campania, i ragazzi dimostrano comunque una certa prudenza nelle impostazioni della privacy su Facebook: il 61% di loro restringe la visibilità dei post ai soli amici, in linea con media nazionale (66%).

 

Probabili ma lontani da sé sono gli scenari associati ad un possibile uso strumentale dei dati raccolti, come ad esempio la possibilità di accedere a un colloquio di lavoro. Un adulto campano su 10 pensa che non potrà capitare mai (perché o sarà vietato per legge o perché non è realistico) che una persona in cerca di lavoro non venga convocata al colloquio iniziale perché i dati disponibili su internet ne tracciano un profilo negativo (per esempio di persona poco seria o aggressiva). Poco più di due adulti su 5 pensano che potrebbe capitare, ma non a loro. Di contro, più di un ragazzo campano su 5 pensa che si tratti di casi che riguardano solo gli adulti.

 

“Di fronte a questi dati emerge con forza la necessità di un’azione educativa rivolta non solo ai ragazzi ma soprattutto agli adulti e, allo stesso tempo, l’importanza di muoversi per garantire una efficace attuazione in Italia - da parte delle istituzioni e delle aziende - della nuova regolamentazione europea sulla tutela e protezione dei dati personali, in particolare per quanto riguarda il consenso dei genitori all’utilizzo dei dati dei minori”, prosegue Raffaela Milano.

 


Intimità online

Anche quando si tratta della condivisione di materiale intimo e riservato online, la percezione di insicurezza è alta a fronte però di forti contraddizioni nelle opinioni. In Campania, il 74% degli adulti e il 78% dei ragazzi intervistati credono che non sia mai sicuro condividere online foto e video intimi e riservati, e la responsabilità è equamente distribuita tra chi ha diffuso (lo pensa il 79% degli adulti e il 67% dei ragazzi) e chi in seguito ha condiviso in modo allargato e non autorizzato un contenuto (per il 71% degli adulti e il 69% dei ragazzi).

In Campania, il 24% degli adulti e ben il 39% dei ragazzi, invece, è convinto che sia sempre sicuro condividere foto o video intimi on line perché “lo fanno tutti”, mentre la metà degli adulti intervistati (52%) e il 45% dei ragazzi, benché consapevole dei rischi, ritiene che a volte non si abbia nessuna scelta alternativa. In Campania due minori e adulti su 5 pensano che la condivisione sia sicura se ristretta a utenti di cui ci si fida, anche se non ci si conosce di persona, o se ti fai promettere che i contenuti condivisi non saranno ulteriormente diffusi (33% degli adulti e 38% dei ragazzi). Il 54% degli adulti e il 51% dei ragazzi se non è possibile essere riconosciuti (“non si vede il volto”), mentre quasi la metà di ragazzi (45%) e adulti (38%) non lo ritiene un comportamento pericoloso se l’altra persona condivide a sua volta qualcosa di intimo.


Affidabilità di una notizia

 

E quando si tratta di valutare l’attendibilità di una notizia? Per i tre quarti dei campani la prudenza è d’obbligo: non si può mai sapere se è davvero attendibile per il 83% degli adulti e per il 73% dei ragazzi.
Eppure se da un lato per i ragazzi (76%) e gli adulti (75%) in Campania la fiducia nella fonte è di supporto, dall’altro la ricerca evidenzia che circa la metà di ragazzi (52%) e adulti (50%) considera affidabile una news semplicemente perché apprezza quella notizia; il 56% dei ragazzi e il 50% degli adulti basa l’attendibilità delle news on line sulle condivisioni che quella notizia riceve, il 49% dei ragazzi e il 39% degli adulti in Campania la ritengono affidabile se ha molti “like”, il 52% degli adulti e il 65% dei ragazzi se la notizia è corredata da immagini e video. Più il 66% degli adulti e per il 62% dei ragazzi è invece attendibile se a sua volta la news viene considerata attendibile da persone di cui ci si fida, mentre per più di 1 su 2 se la notizia si trova ai primi posti nell’indice di Google.

 

Sempre più online e sempre più social

Sia tra i bambini che tra gli adulti è in forte crescita l’uso dello smartphone, la cui molteplicità di funzioni ha ormai rimpiazzato cellulari tradizionali, video e fotocamere e lettori mp3. Dalla ricerca emerge che un Campania quasi la totalità dei ragazzi e degli adulti intervistati (99% ragazzi e 95% adulti) ne possiede uno, contro una percentuale del Sud e delle isole che è solo leggermente più bassa (96% adulti e 98% ragazzi).

 

In Italia, i bambini ricevono il loro primo smartphone a 11 anni e mezzo, età media più bassa di un anno rispetto al 2015. Il 94% degli adulti e l’87% dei ragazzi nel nostro Paese, hanno almeno un profilo social e in media hanno più di 5 profili ciascuno. Pur di essere presenti on line, i minori sono disposti anche a mentire sulla loro età: mediamente i ragazzi si iscrivono a Facebook a 12 anni e mezzo (un anno in meno del 2015), dichiarando un’età superiore.

 

La ricerca racconta inoltre che la condivisione di immagini e video di se stessi o degli altri, con riferimenti sessuali o in pose imbarazzanti, rappresenta purtroppo un’attività molto diffusa tra i ragazzi campani. I ragazzi campani intervistati raccontano infatti che tra i loro amici quasi 2 su 5 inviano video o immagini intime di se stessi a coetanei e adulti conosciuti in rete, e ben il 33% attiva la webcam per ottenere regali. In Campania, quasi 2 ragazzi su 5, infine, inviano o postano immagini intime di loro conoscenti, quasi la metà (46%) invia o riceve messaggi con riferimenti espliciti al sesso, poco più di 1 su 5 invia ad amici i propri video o foto intime.

 

[1] Indagine su campione rappresentativo della popolazione italiana di età compresa tra 12 e 17 anni. Campione stratificato e casuale, selezionato in base a quote di genere, età, area geografica di residenza ed ampiezza centro. Al campione in rientro è stata applicata una ponderazione (con metodo RIM weighting) per tutte le variabili di campionamento. 804 interviste complete

 

[2] Indagine su campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, 25-65 anni. Campione stratificato e casuale, selezionato in base a quote di genere, età, area geografica di residenza ed ampiezza centro. Al campione in rientro è stata applicata una ponderazione (con metodo RIM weighting) per tutte le variabili di campionamento. 801 interviste complete

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di Napoli Magazine

06/02/2024 - 13:51

Minori e internet, Campania: Save the Children, adulti e ragazzi sempre più connessi via smartphone e sempre più social ma entrambi si muovono sulla rete quasi del tutto inconsapevoli delle conseguenze delle loro attività online. In Campania, 9 su 10 si preoccupano dei propri dati in rete, ma non hanno alcuna idea né di quali dati vengano raccolti né di come siano utilizzati. Adulti e ragazzi pensano che se un contenuto intimo e riservato condiviso con qualcuno dilaga in rete, la responsabilità è equamente condivisa tra chi lo ha diffuso e chi in seguito lo ha divulgato in modo allargato e non autorizzato. 
 

Secondo una ricerca condotta in esclusiva da IPSOS per Save the Children alla vigilia del Safer Internet Day, in Campania l’87% degli adulti e il 73% dei ragazzi accetta che una app acceda ai propri contatti, pur di usarla; 9 su 10 non fanno nulla per proteggere la propria immagine online, come cancellare post passati o rimuovere tag del proprio nome da una foto. Un ragazzo su 4 utilizza carte prepagate o sistemi di pagamento online per scommesse e giochi legali on line, come poker o casino, riservati agli adulti. Più di 1 su 2 invia video o immagini intime di se stesso a coetanei e adulti conosciuti in rete e più di 1 su 4 attiva la webcam per ottenere regali.

 

 

Una vita sempre più social quella vissuta da adulti e bambini italiani che possiedono una media di più di 5 profili a testa, e sono sempre più connessi via smartphone. La Campania segue il trend nazionale con la quasi totalità di adulti e ragazzi (95% e 99%) che ne possiede uno in linea con la media del Sud e delle isole (96% adulti e 98% ragazzi). Eppure la maggior parte dei campani, sia minori che maggiorenni, è quasi del tutto inconsapevole delle conseguenze delle proprie attività in rete: sanno che mentre navigano i loro dati vengono registrati (87% degli adulti e 73% dei ragazzi) anche se non sanno esattamente quali, se ne dicono preoccupati (4 su 5 in entrambi i gruppi di riferimento), ma hanno ormai interiorizzato l'idea che la loro cessione sia il giusto prezzo per essere presenti on line e accedere ai servizi che interessano loro (in Italia lo pensa circa il 90% tra i ragazzi e adulti di tutti coloro che consentono ad un’app l’accesso ai propri contatti).

 

Questo lo scenario in Campania che emerge dalla ricerca inedita di IPSOS per Save the Children su “Il consenso in ambiente digitale: percezione e consapevolezza tra i teen[1] e gli adulti[2]”, diffusa oggi alla vigilia del Safer Internet Day, la giornata annuale per la promozione di un utilizzo sicuro e responsabile delle tecnologie digitali.

 

La ricerca rivela inoltre che in Campania, vi è una scarsa cura della propria storia online sia per gli adulti che per i ragazzi, che non prevede una “manutenzione” costante dei propri profili e che sembra quasi esasperare l’importanza esclusiva dell’essere “presente qui e ora”: circa 9 su 10 non compiono azioni efficaci per proteggere la propria immagine online, come cancellare post passati (solo quasi 1 su 5 tra adulti e ragazzi campani l’ha fatto almeno una volta), togliere il tag del proprio nome da una foto postata online (lo fa solo il 16% di entrambi i gruppi di riferimento) o bloccare qualcuno su Facebook o Whatsapp (lo fa solo il 28% dei ragazzi e il 14% degli adulti).

 

In Campania, il 74% degli adulti e ben il 78% dei ragazzi intervistati credono che non sia mai sicuro condividere online foto e video intimi e riservati. Per il 79% dei primi e l’67% dei secondi se un contenuto condiviso con qualcuno dilaga in rete, la responsabilità è di chi lo diffonde (una percentuale che si distanzia di molto da quella dei ragazzi del Sud e delle Isole che comprende il 63% e invece è in linea con quella degli adulti, 74%), il 71% e il 69% ritengono che la colpa sia di chi in seguito lo condivide in modo allargato e non autorizzato. L’81% degli adulti e il 69% dei ragazzi campani pensa che vi sia una sorta di “consenso implicito” alla diffusione, nel momento in cui qualcosa viene condiviso online anche se non con una sola persona. Un dato preoccupante che si discosta di più di 10 punti percentuali da quello dei ragazzi Sud e delle Isole (75%). Quello degli adulti è invece assolutamente in linea (79%).

 

In Campania, il 24% degli adulti e ben il 39% dei ragazzi, invece, è convinto che sia sempre sicuro condividere foto o video intimi on line perché “lo fanno tutti”, mentre la metà degli adulti intervistati (52%) e il 45% dei ragazzi, benché consapevoli dei rischi, ritiene che a volte non si abbia nessuna scelta alternativa. Il 43% dei ragazzi in Campania pensa che la condivisione sia sicura se ristretta a utenti di cui ci si fida, anche se non ci si conosce di persona, pensiero comune anche al 41% degli adulti nella regione. Altra motivazione largamente diffusa che giustifica una condivisione sicura dei dati è quella che riguarda la promessa da parte di altri che i contenuti non saranno ulteriormente diffusi (33% degli adulti e 38% dei ragazzi). In Campania, i ragazzi intervistati raccontano però che tra i loro amici più di 1 su 2 invia video o immagini intime di se stesso a coetanei e adulti conosciuti in rete e più di 1 su 4 attiva la webcam per ottenere regali (33%). Una media che supera di poco quella dei ragazzi del Sud e delle Isole (25%).

 

Quando si tratta di valutare l’attendibilità di una notizia, per quasi i ¾ degli intervistati in Campania (83% adulti e 73% ragazzi) la prudenza è d’uopo, ma per contro il 56% dei minori e il 50% degli adulti, basa il proprio giudizio sulle condivisioni che quella notizia riceve.

 

L’accesso a strumenti che consentono di fare acquisti online – come il sistema Paypal e le carte prepagate – alimentano un vivace traffico di acquisti online, ma espongono anche i ragazzi campani all’opportunità di utilizzare la rete per scommettere, accedere a giochi online, come poker e casino, e ad altri siti riservati ad adulti. In Campania, lo fa un ragazzo su 4 (26%).


“I risultati che emergono dalla ricerca dimostrano che in Campania, così come in Italia, adulti e ragazzi condividono le stesse conoscenze, gli stessi livelli di consapevolezza delle conseguenze dei loro comportamenti in rete e spesso anche i comportamenti stessi. Si tratta di un dato preoccupante se pensiamo che proprio gli adulti dovrebbero esercitare un ruolo di guida in un contesto complesso e in continua evoluzione, come quello del mondo e delle tecnologie digitali”, spiega Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

 

 

Esercitare il consenso in internet: è possibile?


I dati

 

La ricerca IPSOS per Save the Children ha voluto esplorare il consenso in internet, inteso come la possibilità di esercitare una scelta libera e consapevole delle sue implicazioni. Ma è davvero possibile esercitarlo, a fronte, ad esempio, di una scarsa conoscenza, da parte sia dei ragazzi che degli adulti, della natura dei dati raccolti online e di come questi vengano realmente utilizzati?

 

Tre su 4 tra gli intervistati in Campania (sia adulti che minori), dicono di sapere che quando navigano sui siti web, questi registrano il passaggio digitale e più dell’80% dichiara di preoccuparsi molto o abbastanza di come vengono usati i propri dati personali. Entrambi i gruppi di riferimento non hanno però una chiara conoscenza di quali dati vengano effettivamente raccolti e non si preoccupano troppo, anche per non perdere tempo, di leggere termini e condizioni d’uso dei servizi on line. In Campania, 1 adulto su 5 e 1 ragazzo su 4 crede che ad essere registrati in rete siano solo i dati rilasciati volontariamente, il 52% degli adulti e il 48% dei minori l’indirizzo IP, 1 adulto su 10 e 1 ragazzo su 4 i like che si mettono ai post, il 4% degli adulti quello che si dice o si fa nelle vicinanze di un oggetto collegato ad Internet (ad esempio Smart -TV, Smart- toys, ecc), tutte opzioni che non corrispondono alla realtà. Quasi 1 ragazzo e 1 adulto su 10 è convinto, inoltre, che i termini e le condizioni d’uso non siano altro che le regole che un gestore di un sito o di un social deve rispettare per tenere segreti i propri dati.

 

I comportamenti in rete di adulti e ragazzi non sono conformi, tuttavia, alle preoccupazioni sull’uso dei dati personali. Dalla ricerca emerge che pur di scaricare e utilizzare una app, più della metà degli adulti campani intervistati (56%) dichiara di accettare che il servizio possa accedere ai propri contatti, una percentuale solo di poco più bassa rispetto ai minori (62%). Una percentuale in linea con quella dei ragazzi nel Sud e nelle Isole (59%). In Italia, la quasi totalità degli adulti che accetta (92%) è convinta che dare in cambio l’accesso ai propri contatti sia il giusto prezzo da pagare per accedere a ciò che interessa, un dato che si equivale anche per i minori nel nostro Paese (90%) e che dimostra come non vi sia alcuna differenza tra il comportamento di entrambi i gruppi di riferimento. Eppure gli intervistati campani dubitano della sicurezza della conservazione dei dati (il 42% degli adulti e il 31% dei ragazzi hanno dubbi sulla sicurezza, il 21% degli adulti e il 23% dei ragazzi non sanno chi li usa e il 27% degli adulti e il 25% dei ragazzi non sanno dove vengano conservati). Sono molto rari anche gli interventi per gestire e correggere la propria immagine digitale. In Campania, il 73% dei minori e il 79% degli adulti dichiarano che quasi mai cancellano o modificano qualcosa postato in passato e più dell’80% dei ragazzi e degli adulti campani quasi mai toglie il tag del proprio nome da una foto postata online o cancella commenti di altre persone. In Campania, i ragazzi dimostrano comunque una certa prudenza nelle impostazioni della privacy su Facebook: il 61% di loro restringe la visibilità dei post ai soli amici, in linea con media nazionale (66%).

 

Probabili ma lontani da sé sono gli scenari associati ad un possibile uso strumentale dei dati raccolti, come ad esempio la possibilità di accedere a un colloquio di lavoro. Un adulto campano su 10 pensa che non potrà capitare mai (perché o sarà vietato per legge o perché non è realistico) che una persona in cerca di lavoro non venga convocata al colloquio iniziale perché i dati disponibili su internet ne tracciano un profilo negativo (per esempio di persona poco seria o aggressiva). Poco più di due adulti su 5 pensano che potrebbe capitare, ma non a loro. Di contro, più di un ragazzo campano su 5 pensa che si tratti di casi che riguardano solo gli adulti.

 

“Di fronte a questi dati emerge con forza la necessità di un’azione educativa rivolta non solo ai ragazzi ma soprattutto agli adulti e, allo stesso tempo, l’importanza di muoversi per garantire una efficace attuazione in Italia - da parte delle istituzioni e delle aziende - della nuova regolamentazione europea sulla tutela e protezione dei dati personali, in particolare per quanto riguarda il consenso dei genitori all’utilizzo dei dati dei minori”, prosegue Raffaela Milano.

 


Intimità online

Anche quando si tratta della condivisione di materiale intimo e riservato online, la percezione di insicurezza è alta a fronte però di forti contraddizioni nelle opinioni. In Campania, il 74% degli adulti e il 78% dei ragazzi intervistati credono che non sia mai sicuro condividere online foto e video intimi e riservati, e la responsabilità è equamente distribuita tra chi ha diffuso (lo pensa il 79% degli adulti e il 67% dei ragazzi) e chi in seguito ha condiviso in modo allargato e non autorizzato un contenuto (per il 71% degli adulti e il 69% dei ragazzi).

In Campania, il 24% degli adulti e ben il 39% dei ragazzi, invece, è convinto che sia sempre sicuro condividere foto o video intimi on line perché “lo fanno tutti”, mentre la metà degli adulti intervistati (52%) e il 45% dei ragazzi, benché consapevole dei rischi, ritiene che a volte non si abbia nessuna scelta alternativa. In Campania due minori e adulti su 5 pensano che la condivisione sia sicura se ristretta a utenti di cui ci si fida, anche se non ci si conosce di persona, o se ti fai promettere che i contenuti condivisi non saranno ulteriormente diffusi (33% degli adulti e 38% dei ragazzi). Il 54% degli adulti e il 51% dei ragazzi se non è possibile essere riconosciuti (“non si vede il volto”), mentre quasi la metà di ragazzi (45%) e adulti (38%) non lo ritiene un comportamento pericoloso se l’altra persona condivide a sua volta qualcosa di intimo.


Affidabilità di una notizia

 

E quando si tratta di valutare l’attendibilità di una notizia? Per i tre quarti dei campani la prudenza è d’obbligo: non si può mai sapere se è davvero attendibile per il 83% degli adulti e per il 73% dei ragazzi.
Eppure se da un lato per i ragazzi (76%) e gli adulti (75%) in Campania la fiducia nella fonte è di supporto, dall’altro la ricerca evidenzia che circa la metà di ragazzi (52%) e adulti (50%) considera affidabile una news semplicemente perché apprezza quella notizia; il 56% dei ragazzi e il 50% degli adulti basa l’attendibilità delle news on line sulle condivisioni che quella notizia riceve, il 49% dei ragazzi e il 39% degli adulti in Campania la ritengono affidabile se ha molti “like”, il 52% degli adulti e il 65% dei ragazzi se la notizia è corredata da immagini e video. Più il 66% degli adulti e per il 62% dei ragazzi è invece attendibile se a sua volta la news viene considerata attendibile da persone di cui ci si fida, mentre per più di 1 su 2 se la notizia si trova ai primi posti nell’indice di Google.

 

Sempre più online e sempre più social

Sia tra i bambini che tra gli adulti è in forte crescita l’uso dello smartphone, la cui molteplicità di funzioni ha ormai rimpiazzato cellulari tradizionali, video e fotocamere e lettori mp3. Dalla ricerca emerge che un Campania quasi la totalità dei ragazzi e degli adulti intervistati (99% ragazzi e 95% adulti) ne possiede uno, contro una percentuale del Sud e delle isole che è solo leggermente più bassa (96% adulti e 98% ragazzi).

 

In Italia, i bambini ricevono il loro primo smartphone a 11 anni e mezzo, età media più bassa di un anno rispetto al 2015. Il 94% degli adulti e l’87% dei ragazzi nel nostro Paese, hanno almeno un profilo social e in media hanno più di 5 profili ciascuno. Pur di essere presenti on line, i minori sono disposti anche a mentire sulla loro età: mediamente i ragazzi si iscrivono a Facebook a 12 anni e mezzo (un anno in meno del 2015), dichiarando un’età superiore.

 

La ricerca racconta inoltre che la condivisione di immagini e video di se stessi o degli altri, con riferimenti sessuali o in pose imbarazzanti, rappresenta purtroppo un’attività molto diffusa tra i ragazzi campani. I ragazzi campani intervistati raccontano infatti che tra i loro amici quasi 2 su 5 inviano video o immagini intime di se stessi a coetanei e adulti conosciuti in rete, e ben il 33% attiva la webcam per ottenere regali. In Campania, quasi 2 ragazzi su 5, infine, inviano o postano immagini intime di loro conoscenti, quasi la metà (46%) invia o riceve messaggi con riferimenti espliciti al sesso, poco più di 1 su 5 invia ad amici i propri video o foto intime.

 

[1] Indagine su campione rappresentativo della popolazione italiana di età compresa tra 12 e 17 anni. Campione stratificato e casuale, selezionato in base a quote di genere, età, area geografica di residenza ed ampiezza centro. Al campione in rientro è stata applicata una ponderazione (con metodo RIM weighting) per tutte le variabili di campionamento. 804 interviste complete

 

[2] Indagine su campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, 25-65 anni. Campione stratificato e casuale, selezionato in base a quote di genere, età, area geografica di residenza ed ampiezza centro. Al campione in rientro è stata applicata una ponderazione (con metodo RIM weighting) per tutte le variabili di campionamento. 801 interviste complete