Calcio
Calcio, Biasi: "Quanti bei ricordi a Frosinone e sullo spareggio dico che..."
21.06.2018 17:11 di Napoli Magazine Fonte: Europacalcio.it

Il calcio di provincia è da sempre qualcosa che affascina. Richiama passione e interessi, conta milioni di tifosi che ogni fine settimana si spostano per seguire la propria amata squadra e non cambia nulla se la lotta è per la promozione, per la salvezzao per un campionato tranquillo: l’importante è sostenere i propri colori.

Nella cadetteria, dove storicamente convivono drammi sportivi e incertezze, da anni c’è una squadra che segue un progetto serio e che già qualche stagione fa mise la testa nella massima serie, facendo sognare i propri tifosi, regalando alla propria regione d’appartenenza una terza squadra che andasse a fare da contraltare alle storiche dominatrici che portano il nome di Roma e Lazio: parliamo naturalmente del Frosinone. Arrivò la retrocessione alla fine di quella stagione, ma il progetto non è mai stato interrotto, anzi. Stadio di proprietà (terza società in Italia dopo Juventus e Udinese) e sforzi tecnici ed economici per rilanciare la squadra gialloblu, che dopo due stagioni di purgatorio eccola vincere – tra mille polemiche – lo spareggio col Palermo e approcciarsi per la stagione che viene al suo secondo campionato della storia in serie A.

A tal proposito EuropaCalcio.it ha ascoltato un giocatore che a Frosinone ha militato per qualche stagione, che della serie B è un vero conoscitore – non solo delle dinamiche del campo – e che ha lasciato un grande ricordo nella provincia laziale: parliamo di Dario Biasi.

Classe ’79, una vita da difensore di qualità tra serie B e serie C,  Biasi molto simpatico e disponibile, ha risposto alle nostre domande:

Iniziamo subito con il Frosinone; da grande ex quale lei è, come ci descriverebbe la stagione appena trascorsa?

“È stata una stagione importante, vissuta sempre al vertice e nelle prime posizioni. Nel momento chiave purtroppo sono mancati dei giocatori fondamentali come ad esempio Ciofani che di questa squadra è uno dei leader e trascinatore; ma non solo: Daniele è un esempio, è fondamentale non solo dal punto di vista tecnico e calcistico. È è un leader a tutto tondo anche fuori dal campo. La sua è stata un’assenza davvero pesante. La squadra però con società, dirigenza e mister in testa, è stata abile a ricompattarsi dopo il risultato con il Foggia che poteva lasciare delle scorie e deprimere l’ambiente. Ma questo è il segreto del Frosinone, una squadra compatta che ha un progetto e un obiettivo ben delineato.”

E poi quei playoff e soprattutto l’epilogo con il Palermo.

“Le polemiche fanno parte del gioco, ma non penso che quello che è successo abbia determinato il risultato finale. In Italia purtroppo a volte manca la cultura della sconfitta, a volte si cercano alibi, ma il Frosinone nel computo delle due partite è stato superiore.”

Il ritorno in A per il Frosinone, una società ambiziosa, con quali prospettive secondo lei?

“Visto gli sforzi fatti dal Presidente Stirpe e con le capacità del Direttore Salvini, con un ambiente serio fatto di persone che hanno lavorato bene e che hanno voglia di confermarsi, sono persuaso che faranno una squadra per rimanere in serie A e dare continuità a tutto il progetto.”

Ricordi di Frosinone?

“Ottimi ricordi, è un ambiente in cui mi sono trovato benissimo. Ho un legame affettivo con Gori, con Ciofani, con Paganini, sono in contatto col magazziniere, con il direttore Ernesto Salvini: Frosinone è un posto che porterò sempre con me.”

Veniamo alla dominatrice del campionato, si aspettava un campionato del genere da parte dell’Empoli?

“Sinceramente no. Con l’arrivo di Andreazzoli dopo un inizio difficile hanno cambiato marcia. Hanno disputato un campionato fuori categoria, con un girone di ritorno con i fiocchi, esprimendo il miglior calcio e stravincendo il campionato. Una squadra forte e attrezzata con Caputo e Donnarumma che sono attaccanti di primo livello. L’acquisto a gennaio di Maietta  ha dato ulteriori certezze al reparto difensivo, portando qualità ed esperienza: promozione ampiamente meritata perché come dicevamo prima a proposito dello spareggio, il campo non mente mai.”

Note dolenti: Verona, la squadra della sua provincia e dove ha giocato per qualche stagione.

“Premessa: parlo da osservatore esterno e dico che è stata una stagione piena di problemi, è sembrata esserci una spaccatura con l’ambiente, con i tifosi che di solito sono un punto di forza di questa squadra. È stata una stagione disgraziata finita con la retrocessione. Io spero e credo che la società abbia voglia di ripartire e di investire per tornare nel posto che più compete ad una piazza importante come quella di Verona.”

Una curiosità, lei ha militato in passato oltre che nel Frosinone in altre due squadre che come il club laziale, prima del suo arrivo, non avevano ancora ottenuto la serie A: Siena e Carpi. Chi l’ha stupita di più, in positivo?

“Come programmazione, come strutture e come ambiente Frosinone non ha eguali. Ha reinvestito su tutto dalle strutture e i campi d’allenamento, fino allo stadio. Frosinone è un esempio da seguire per tanti. “

La chiosa è sul suo futuro; Dario resta un esempio perché nonostante sia un classe ’79  il prossimo anno andrà a giocare in serie D con la GSD Ambrosiana, una delle società dilettantistiche più importanti del panorama “ho ancora voglia di giocare” afferma sorridendo.
Perché il calcio italiano, soprattutto in provincia, sa sempre dare i giusti stimoli.

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Calcio, Biasi: "Quanti bei ricordi a Frosinone e sullo spareggio dico che..."

di Napoli Magazine

21/06/2024 - 17:11

Il calcio di provincia è da sempre qualcosa che affascina. Richiama passione e interessi, conta milioni di tifosi che ogni fine settimana si spostano per seguire la propria amata squadra e non cambia nulla se la lotta è per la promozione, per la salvezzao per un campionato tranquillo: l’importante è sostenere i propri colori.

Nella cadetteria, dove storicamente convivono drammi sportivi e incertezze, da anni c’è una squadra che segue un progetto serio e che già qualche stagione fa mise la testa nella massima serie, facendo sognare i propri tifosi, regalando alla propria regione d’appartenenza una terza squadra che andasse a fare da contraltare alle storiche dominatrici che portano il nome di Roma e Lazio: parliamo naturalmente del Frosinone. Arrivò la retrocessione alla fine di quella stagione, ma il progetto non è mai stato interrotto, anzi. Stadio di proprietà (terza società in Italia dopo Juventus e Udinese) e sforzi tecnici ed economici per rilanciare la squadra gialloblu, che dopo due stagioni di purgatorio eccola vincere – tra mille polemiche – lo spareggio col Palermo e approcciarsi per la stagione che viene al suo secondo campionato della storia in serie A.

A tal proposito EuropaCalcio.it ha ascoltato un giocatore che a Frosinone ha militato per qualche stagione, che della serie B è un vero conoscitore – non solo delle dinamiche del campo – e che ha lasciato un grande ricordo nella provincia laziale: parliamo di Dario Biasi.

Classe ’79, una vita da difensore di qualità tra serie B e serie C,  Biasi molto simpatico e disponibile, ha risposto alle nostre domande:

Iniziamo subito con il Frosinone; da grande ex quale lei è, come ci descriverebbe la stagione appena trascorsa?

“È stata una stagione importante, vissuta sempre al vertice e nelle prime posizioni. Nel momento chiave purtroppo sono mancati dei giocatori fondamentali come ad esempio Ciofani che di questa squadra è uno dei leader e trascinatore; ma non solo: Daniele è un esempio, è fondamentale non solo dal punto di vista tecnico e calcistico. È è un leader a tutto tondo anche fuori dal campo. La sua è stata un’assenza davvero pesante. La squadra però con società, dirigenza e mister in testa, è stata abile a ricompattarsi dopo il risultato con il Foggia che poteva lasciare delle scorie e deprimere l’ambiente. Ma questo è il segreto del Frosinone, una squadra compatta che ha un progetto e un obiettivo ben delineato.”

E poi quei playoff e soprattutto l’epilogo con il Palermo.

“Le polemiche fanno parte del gioco, ma non penso che quello che è successo abbia determinato il risultato finale. In Italia purtroppo a volte manca la cultura della sconfitta, a volte si cercano alibi, ma il Frosinone nel computo delle due partite è stato superiore.”

Il ritorno in A per il Frosinone, una società ambiziosa, con quali prospettive secondo lei?

“Visto gli sforzi fatti dal Presidente Stirpe e con le capacità del Direttore Salvini, con un ambiente serio fatto di persone che hanno lavorato bene e che hanno voglia di confermarsi, sono persuaso che faranno una squadra per rimanere in serie A e dare continuità a tutto il progetto.”

Ricordi di Frosinone?

“Ottimi ricordi, è un ambiente in cui mi sono trovato benissimo. Ho un legame affettivo con Gori, con Ciofani, con Paganini, sono in contatto col magazziniere, con il direttore Ernesto Salvini: Frosinone è un posto che porterò sempre con me.”

Veniamo alla dominatrice del campionato, si aspettava un campionato del genere da parte dell’Empoli?

“Sinceramente no. Con l’arrivo di Andreazzoli dopo un inizio difficile hanno cambiato marcia. Hanno disputato un campionato fuori categoria, con un girone di ritorno con i fiocchi, esprimendo il miglior calcio e stravincendo il campionato. Una squadra forte e attrezzata con Caputo e Donnarumma che sono attaccanti di primo livello. L’acquisto a gennaio di Maietta  ha dato ulteriori certezze al reparto difensivo, portando qualità ed esperienza: promozione ampiamente meritata perché come dicevamo prima a proposito dello spareggio, il campo non mente mai.”

Note dolenti: Verona, la squadra della sua provincia e dove ha giocato per qualche stagione.

“Premessa: parlo da osservatore esterno e dico che è stata una stagione piena di problemi, è sembrata esserci una spaccatura con l’ambiente, con i tifosi che di solito sono un punto di forza di questa squadra. È stata una stagione disgraziata finita con la retrocessione. Io spero e credo che la società abbia voglia di ripartire e di investire per tornare nel posto che più compete ad una piazza importante come quella di Verona.”

Una curiosità, lei ha militato in passato oltre che nel Frosinone in altre due squadre che come il club laziale, prima del suo arrivo, non avevano ancora ottenuto la serie A: Siena e Carpi. Chi l’ha stupita di più, in positivo?

“Come programmazione, come strutture e come ambiente Frosinone non ha eguali. Ha reinvestito su tutto dalle strutture e i campi d’allenamento, fino allo stadio. Frosinone è un esempio da seguire per tanti. “

La chiosa è sul suo futuro; Dario resta un esempio perché nonostante sia un classe ’79  il prossimo anno andrà a giocare in serie D con la GSD Ambrosiana, una delle società dilettantistiche più importanti del panorama “ho ancora voglia di giocare” afferma sorridendo.
Perché il calcio italiano, soprattutto in provincia, sa sempre dare i giusti stimoli.

Fonte: Europacalcio.it