Calcio
Calcio, Di Napoli: "Gabbiadini sente la maglia, e quando gioca vuole spaccare il mondo, necessita solo di serenità"
25.10.2016 19:06 di Napoli Magazine

Arturo Di Napoli, doppio ex di Empoli e Napoli, nonché ex attaccante di Inter, Vicenza, Messina e Salernitana, rilascia alcune dichiarazioni in onda su Teleclubitalia durante Club Napoli All News: "L'Empoli ha una società consolidata da anni, hanno programmazione, e non ne fanno un dramma se dovessero retrocedere perché lanciano sempre ogni anno tantissimi giovani dal vivaio. Penso che possano salvarsi abbastanza agevolmente. Quest'anno hanno voluto puntare ancora sulla vecchia guardia: agli attaccanti può girarti bene e può girarti male. Saponara? Credo che a lui manchino le motivazioni per rimanere ad Empoli: quest'estate era appetito da molte squadre, e oggi può sentirsi un po' ingabbiato. Il Napoli, invece, sta avendo un po' di blackout ma non è niente di grave: sotto il punto di vista del gioco, secondo me, non meritava le sconfitte con la Roma e con il Besiktas. Gli azzurri hanno tutte le caratteristiche per rimanere lì in alto: Sarri ha dimostrato che è un allenatore che ha le idee molto chiare, che ha una buona organizzazione di gioco, e che pur non essendo primo in classifica, gioca il miglior calcio d'Italia. Io sono stato un attaccante, e per il mio ruolo, la cosa fondamentale, era la testa: Gabbiadini ha grandi qualità, e oggi Napoli è una piazza grande, diversa da quella in cui io giocavo. Napoli ti fa sentire grande, e c'è pressione: questo ragazzo sente la maglia, sente che le cose non girano, sente che non è un titolare fisso, vorrebbe spaccare il mondo quando gioca. Deve solo ritrovare serenità interiore, e può essere utilissimo a questa squadra. E' il gruppo quello che fa ottenere i risultati: l'Inter ha dei buoni singoli, ma non ha ancora un gruppo consolidato. Non si sa bene chi comanda lì dentro, c'è il rischio di confusione. Quando c'era Mourinho comandava lui, ma aveva una società alle spalle. Adesso la società non c'è, non si sa neanche chi è il presidente. Ci sono stati degli investimenti importanti, ma non c'è società. Mi dispiace vedere così questa squadra perché ci sono cresciuto: servirebbe qualcuno che possa infondere buone idee e progettualità. Il Milan, invece, ha avuto coraggio: è stato un paio d'anni nel buio, per poi individuare il buon allenatore qual è Montella, ma soprattutto ha un patrimonio importante di giovani".

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Calcio, Di Napoli: "Gabbiadini sente la maglia, e quando gioca vuole spaccare il mondo, necessita solo di serenità"

di Napoli Magazine

25/10/2024 - 19:06

Arturo Di Napoli, doppio ex di Empoli e Napoli, nonché ex attaccante di Inter, Vicenza, Messina e Salernitana, rilascia alcune dichiarazioni in onda su Teleclubitalia durante Club Napoli All News: "L'Empoli ha una società consolidata da anni, hanno programmazione, e non ne fanno un dramma se dovessero retrocedere perché lanciano sempre ogni anno tantissimi giovani dal vivaio. Penso che possano salvarsi abbastanza agevolmente. Quest'anno hanno voluto puntare ancora sulla vecchia guardia: agli attaccanti può girarti bene e può girarti male. Saponara? Credo che a lui manchino le motivazioni per rimanere ad Empoli: quest'estate era appetito da molte squadre, e oggi può sentirsi un po' ingabbiato. Il Napoli, invece, sta avendo un po' di blackout ma non è niente di grave: sotto il punto di vista del gioco, secondo me, non meritava le sconfitte con la Roma e con il Besiktas. Gli azzurri hanno tutte le caratteristiche per rimanere lì in alto: Sarri ha dimostrato che è un allenatore che ha le idee molto chiare, che ha una buona organizzazione di gioco, e che pur non essendo primo in classifica, gioca il miglior calcio d'Italia. Io sono stato un attaccante, e per il mio ruolo, la cosa fondamentale, era la testa: Gabbiadini ha grandi qualità, e oggi Napoli è una piazza grande, diversa da quella in cui io giocavo. Napoli ti fa sentire grande, e c'è pressione: questo ragazzo sente la maglia, sente che le cose non girano, sente che non è un titolare fisso, vorrebbe spaccare il mondo quando gioca. Deve solo ritrovare serenità interiore, e può essere utilissimo a questa squadra. E' il gruppo quello che fa ottenere i risultati: l'Inter ha dei buoni singoli, ma non ha ancora un gruppo consolidato. Non si sa bene chi comanda lì dentro, c'è il rischio di confusione. Quando c'era Mourinho comandava lui, ma aveva una società alle spalle. Adesso la società non c'è, non si sa neanche chi è il presidente. Ci sono stati degli investimenti importanti, ma non c'è società. Mi dispiace vedere così questa squadra perché ci sono cresciuto: servirebbe qualcuno che possa infondere buone idee e progettualità. Il Milan, invece, ha avuto coraggio: è stato un paio d'anni nel buio, per poi individuare il buon allenatore qual è Montella, ma soprattutto ha un patrimonio importante di giovani".