Calcio
Calcio, Specchia: "Ritiro utile, ma non decisivo. Sbagliato divinizzare Rafa"
21.04.2015 11:37 di Napoli Magazine Fonte: Salvatore Malfitano per il Roma

32 anni di esperienza sulle panchine di 25 squadre diverse, in Serie A come nelle categorie minori. Proprio nella massima divisione italiana, Paolo Specchia è stato il vice-allenatore del Napoli, nella stagione 1982/83. Ed è con lui che, adesso, proviamo ad approfondire il momento brillante degli azzurri, con uno sguardo anche all’immediato futuro della squadra. Tanti anni in panchina, tanti ritiri. E il Napoli sembra averne giovato nell’ultimo periodo: 10 gol fatti e uno subito in tre partite.

 

Ma allora davvero ritrovarsi così ha un potere sui giocatori? «Non sono dell’idea che ci sia un collegamento diretto fra le prestazioni del Napoli e il ritiro. Nel senso che, a mio giudizio, il ritiro è solo l’inevitabile conseguenza della presa di coscienza che non si poteva continuare in questo modo. Questa pratica è solo uno dei tanti rimedi che si possono usare per situazioni di questo tipo. Nella fattispecie, per me Benitez ha delle colpe, perché lavora poco sulla coesione del gruppo ed è poco presente, per cui in qualche modo questo distacco induce il giocatore in tentazione. Anche perché parliamo quasi sempre di ragazzi».

 

Con questi presupposti, crede che Benitez possa trovare un nuovo accordo con De Laurentiis, quantomeno per la prossima stagione? «Non è detto, perché se De Laurentiis si accorge che può ottenere di più da un altro tecnico, non vedo perché non si possa cambiare. Il problema è aver divinizzato lo straniero Benitez, quando allenatori italiani come Pioli o comunque cresciuti in Italia come Mihajlovic riescono a far bene anche con rose inferiori a quella del Napoli. Certo, potrebbe anche rimanere, ma se è coerente con le richieste che ha fatto, credo che alla fine andrà via. De Laurentiis, per altro, non ascolta molto i propri allenatori. Hanno parlato tanto del settore giovanile, ma io non vedo la volontà d’incontro. Un buon inizio potrebbe essere cominciare a far allenare insieme la prima squadra e la primavera, così da monitorare i progressi dei ragazzi e provare a valorizzarli da subito, come succede anche negli altri club. Intanto, adesso il Napoli sta cavalcando il momento».

 

Cosa ci si deve aspettare da questo finale di stagione? «In Europa League, il Napoli è assolutamente in corsa per arrivare fino in fondo, anche perché mi sembra superiore sia alla Fiorentina che al Siviglia, che sembrano le avversarie più temibili. Sono fiducioso anche per il campionato: 5 punti non sono troppi da recuperare e il fatto che il Napoli si sia ritrovato proprio adesso è importante, perché penso che salvo imprevisti il trend continuerà ad essere positivo. Inoltre, in questo momento, gli azzurri vivono un momento migliore di Roma e Lazio, per cui bisogna credere al secondo posto».

ULTIMISSIME CALCIO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
Calcio, Specchia: "Ritiro utile, ma non decisivo. Sbagliato divinizzare Rafa"

di Napoli Magazine

21/04/2024 - 11:37

32 anni di esperienza sulle panchine di 25 squadre diverse, in Serie A come nelle categorie minori. Proprio nella massima divisione italiana, Paolo Specchia è stato il vice-allenatore del Napoli, nella stagione 1982/83. Ed è con lui che, adesso, proviamo ad approfondire il momento brillante degli azzurri, con uno sguardo anche all’immediato futuro della squadra. Tanti anni in panchina, tanti ritiri. E il Napoli sembra averne giovato nell’ultimo periodo: 10 gol fatti e uno subito in tre partite.

 

Ma allora davvero ritrovarsi così ha un potere sui giocatori? «Non sono dell’idea che ci sia un collegamento diretto fra le prestazioni del Napoli e il ritiro. Nel senso che, a mio giudizio, il ritiro è solo l’inevitabile conseguenza della presa di coscienza che non si poteva continuare in questo modo. Questa pratica è solo uno dei tanti rimedi che si possono usare per situazioni di questo tipo. Nella fattispecie, per me Benitez ha delle colpe, perché lavora poco sulla coesione del gruppo ed è poco presente, per cui in qualche modo questo distacco induce il giocatore in tentazione. Anche perché parliamo quasi sempre di ragazzi».

 

Con questi presupposti, crede che Benitez possa trovare un nuovo accordo con De Laurentiis, quantomeno per la prossima stagione? «Non è detto, perché se De Laurentiis si accorge che può ottenere di più da un altro tecnico, non vedo perché non si possa cambiare. Il problema è aver divinizzato lo straniero Benitez, quando allenatori italiani come Pioli o comunque cresciuti in Italia come Mihajlovic riescono a far bene anche con rose inferiori a quella del Napoli. Certo, potrebbe anche rimanere, ma se è coerente con le richieste che ha fatto, credo che alla fine andrà via. De Laurentiis, per altro, non ascolta molto i propri allenatori. Hanno parlato tanto del settore giovanile, ma io non vedo la volontà d’incontro. Un buon inizio potrebbe essere cominciare a far allenare insieme la prima squadra e la primavera, così da monitorare i progressi dei ragazzi e provare a valorizzarli da subito, come succede anche negli altri club. Intanto, adesso il Napoli sta cavalcando il momento».

 

Cosa ci si deve aspettare da questo finale di stagione? «In Europa League, il Napoli è assolutamente in corsa per arrivare fino in fondo, anche perché mi sembra superiore sia alla Fiorentina che al Siviglia, che sembrano le avversarie più temibili. Sono fiducioso anche per il campionato: 5 punti non sono troppi da recuperare e il fatto che il Napoli si sia ritrovato proprio adesso è importante, perché penso che salvo imprevisti il trend continuerà ad essere positivo. Inoltre, in questo momento, gli azzurri vivono un momento migliore di Roma e Lazio, per cui bisogna credere al secondo posto».

Fonte: Salvatore Malfitano per il Roma