Calcio
FIORENTINA - Muriel: "Qui sono stato accolto alla grande, posso fare ancora di più"
08.03.2019 17:23 di Napoli Magazine

Stasera, alle ore  23.15, su Sky Sport Serie A (in replica domani alle 17 su Sky Sport Serie A, alle 20.45 su Sky Sport Football e alle 23.30 su Sky Sport Uno), torna l’appuntamento con “I Signori della Serie A”,  il programma dedicato ai talenti del nostro campionato. Protagonista di questa nuova puntata sarà il l’attaccante della Fiorentina Luis Muriel.

 

Di seguito alcuni estratti dell’intervista al goleador della “Viola”.

 

 

Sulla Colombia, la nazione dov’è nato

Alla Colombia devo tutto, penso al passato al presente e al futuro. Da lì ho preso tutte le forze che ho adesso, per me la Colombia rappresenta tutto. Nel futuro in testa vorrei che le mie bambine conoscessero le loro origini, anche se adesso è difficile. Stanno crescendo con altra cultura. Quando penso alla Colombia trovo le forze per fare sempre meglio e far diventare la Colombia orgogliosa di me e di rappresentarla al meglio. Quando ho iniziato a giocare e segnare di lá, ogni domenica usciva sempre il mio nome da tutte le parti. Alla quarta, quinta partita uscivano voci che mi accostavano ad ogni squadra diversa. Lì inizi a sognare. Dalla quinta, sesta 6 partita, da quando ho iniziato a segnare, tutto è cominciato a diventare una realtà. L’Udinese in Colombia si sentiva tantissimo, perché in quei due e tre anni ci sono andati tanti colombiani: Zapata, Abel Aguilar, Cuadrado, Armero. Prima di sapere della possibilità di andare a Udine, c’era stato un contatto con una squadra messicana che aveva offerto tanti soldi e per un attimo abbiamo pensato a questa opzione. Però, il Deportivo Calì aveva già preso un accordo con l’Udinese. Se l’Udinese fosse stata disposta entro un mese a comprarmi aveva la priorità e, allora, ho aspettato fino all’ultimo che si facessero avanti ed è arrivato il contratto.

 

Sul Lecce e i gol alla Roma e all’Inter

A 19 anni a Lecce ho vissuto un anno incredibile. Un anno molto, molto bello insieme a Cuadrado, che è stato un amico, che mi ha aiutato e mi ha fatto conoscere l’Italia e il calcio italiano. In quell’anno mi ha aiutato molto a fare quello che ho fatto, perché ero molto giovane e pensavo a divertirmi. Penso sia stato un anno molto bello. Fare quei gol con il Lecce è stato incredibile, tipo uno con la Roma in casa, credo sia stato il secondo. Oppure, quello che ho fatto a San Siro contro l’Inter. Era l’Inter del post triplete, credo. C’erano ancora tutti quei campioni ed è stato bello giocare e segnare a San Siro.

 

Cuadrado e le esultanze “ballate”

A Cuadrado piace molto ballare. Lui era sempre pronto a ballare quando sentiva la musica. Io sono un po’ meno bravo, ma lo accompagnavo. A ogni allenamento preparavamo le esultanze. Mi ricordo che quell’anno c’era il figlio di Piatti che era venuto dall’Argentina e ascoltava un gruppo argentino di cumbia che facevano un passo. Lui veniva ad accompagnare suo padre all’allenamento e incominciava a ballare. Di conseguenza, abbiamo promesso che se facevamo gol avremmo fatto quel tipo di ballo e da lì abbiamo iniziato a ballare anche noi.

 

Sulla Sampdoria

Per me la Samp è stata decisiva nella svolta. La Samp è stata la squadra nella quale ho fatto più gol, anche se non sono uno da 20 gol a stagione. Più per una cosa mia, non per le potenzialità. Continuo a ricevere tanti messaggi dai tifosi della Samp per le bella partite.

 

Sul Siviglia

Quando ho finito la stagione alla Samp sapevo che poteva esserci un trasferimento. Non sapevo in che squadra, ma ero pronto a cambiare. Quando è arrivata la chiamata di Alessandro (Lucci, il suo agente, ndr) che con il Siviglia era già quasi tutto fatto, per me è stata una grande gioia. Perché era un club che vinceva in Europa League da diversi anni, è tra le squadre più sentite in Spagna e mi poteva permettere di fare un salto di qualità. Per me è stato un momento molto bello e con la mia famiglia abbiamo esultato. È stata poi un’esperienza bella. Siviglia devo dire che è una città molto bella. La mia famiglia dal primo tomento si è trovata molto bene e abbiamo trovato una casa bella. A Siviglia vivevo molto bene, ma negli ultimi sei mesi pensavo di giocare con più continuità e non l’ho avuta. Allora, ho pensato di cercare ancora una squadra dove poter dare tutto e di mostrare le mie qualità. Quando è venuta fuori per la prima volta la possibilità di venire alla Fiorentina, erano i primi giorni di dicembre. Ancora non sapevamo niente del Milan, avevo parlato con il direttore e avevo quasi promesso che sarei venuto a Firenze in caso di buon esito dell’affare e così è stato. Poi nell’ultimo periodo, prima di arrivare qui, è arrivata ancora la chiamata di Alessandro per avvisarmi del Milan e che c’era la possibilità di andare da loro. La decisione era mia e io non ho dubitato tanto, anche se per un momento, per la storia e per quello che rappresenta il Milan, con la mia famiglia un po’ il pensiero l’ho fatto. Però, avevo già parlato con il direttore e avevo già in mente di venire a Firenze e così è stato. A 27 anni ho ancora tanta voglia e voglio realizzare i miei sogni. Questa è stata una delle motivazioni per venire qui alla Fiorentina. Una squadra che mi possa permettere di mostrare il mio calcio e diventare grande. In questi primi 2 mesi sono stato accolto alla grande e questo mi ha permesso di dimostrare tanto e posso fare ancora di più.

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FIORENTINA - Muriel: "Qui sono stato accolto alla grande, posso fare ancora di più"

di Napoli Magazine

08/03/2024 - 17:23

Stasera, alle ore  23.15, su Sky Sport Serie A (in replica domani alle 17 su Sky Sport Serie A, alle 20.45 su Sky Sport Football e alle 23.30 su Sky Sport Uno), torna l’appuntamento con “I Signori della Serie A”,  il programma dedicato ai talenti del nostro campionato. Protagonista di questa nuova puntata sarà il l’attaccante della Fiorentina Luis Muriel.

 

Di seguito alcuni estratti dell’intervista al goleador della “Viola”.

 

 

Sulla Colombia, la nazione dov’è nato

Alla Colombia devo tutto, penso al passato al presente e al futuro. Da lì ho preso tutte le forze che ho adesso, per me la Colombia rappresenta tutto. Nel futuro in testa vorrei che le mie bambine conoscessero le loro origini, anche se adesso è difficile. Stanno crescendo con altra cultura. Quando penso alla Colombia trovo le forze per fare sempre meglio e far diventare la Colombia orgogliosa di me e di rappresentarla al meglio. Quando ho iniziato a giocare e segnare di lá, ogni domenica usciva sempre il mio nome da tutte le parti. Alla quarta, quinta partita uscivano voci che mi accostavano ad ogni squadra diversa. Lì inizi a sognare. Dalla quinta, sesta 6 partita, da quando ho iniziato a segnare, tutto è cominciato a diventare una realtà. L’Udinese in Colombia si sentiva tantissimo, perché in quei due e tre anni ci sono andati tanti colombiani: Zapata, Abel Aguilar, Cuadrado, Armero. Prima di sapere della possibilità di andare a Udine, c’era stato un contatto con una squadra messicana che aveva offerto tanti soldi e per un attimo abbiamo pensato a questa opzione. Però, il Deportivo Calì aveva già preso un accordo con l’Udinese. Se l’Udinese fosse stata disposta entro un mese a comprarmi aveva la priorità e, allora, ho aspettato fino all’ultimo che si facessero avanti ed è arrivato il contratto.

 

Sul Lecce e i gol alla Roma e all’Inter

A 19 anni a Lecce ho vissuto un anno incredibile. Un anno molto, molto bello insieme a Cuadrado, che è stato un amico, che mi ha aiutato e mi ha fatto conoscere l’Italia e il calcio italiano. In quell’anno mi ha aiutato molto a fare quello che ho fatto, perché ero molto giovane e pensavo a divertirmi. Penso sia stato un anno molto bello. Fare quei gol con il Lecce è stato incredibile, tipo uno con la Roma in casa, credo sia stato il secondo. Oppure, quello che ho fatto a San Siro contro l’Inter. Era l’Inter del post triplete, credo. C’erano ancora tutti quei campioni ed è stato bello giocare e segnare a San Siro.

 

Cuadrado e le esultanze “ballate”

A Cuadrado piace molto ballare. Lui era sempre pronto a ballare quando sentiva la musica. Io sono un po’ meno bravo, ma lo accompagnavo. A ogni allenamento preparavamo le esultanze. Mi ricordo che quell’anno c’era il figlio di Piatti che era venuto dall’Argentina e ascoltava un gruppo argentino di cumbia che facevano un passo. Lui veniva ad accompagnare suo padre all’allenamento e incominciava a ballare. Di conseguenza, abbiamo promesso che se facevamo gol avremmo fatto quel tipo di ballo e da lì abbiamo iniziato a ballare anche noi.

 

Sulla Sampdoria

Per me la Samp è stata decisiva nella svolta. La Samp è stata la squadra nella quale ho fatto più gol, anche se non sono uno da 20 gol a stagione. Più per una cosa mia, non per le potenzialità. Continuo a ricevere tanti messaggi dai tifosi della Samp per le bella partite.

 

Sul Siviglia

Quando ho finito la stagione alla Samp sapevo che poteva esserci un trasferimento. Non sapevo in che squadra, ma ero pronto a cambiare. Quando è arrivata la chiamata di Alessandro (Lucci, il suo agente, ndr) che con il Siviglia era già quasi tutto fatto, per me è stata una grande gioia. Perché era un club che vinceva in Europa League da diversi anni, è tra le squadre più sentite in Spagna e mi poteva permettere di fare un salto di qualità. Per me è stato un momento molto bello e con la mia famiglia abbiamo esultato. È stata poi un’esperienza bella. Siviglia devo dire che è una città molto bella. La mia famiglia dal primo tomento si è trovata molto bene e abbiamo trovato una casa bella. A Siviglia vivevo molto bene, ma negli ultimi sei mesi pensavo di giocare con più continuità e non l’ho avuta. Allora, ho pensato di cercare ancora una squadra dove poter dare tutto e di mostrare le mie qualità. Quando è venuta fuori per la prima volta la possibilità di venire alla Fiorentina, erano i primi giorni di dicembre. Ancora non sapevamo niente del Milan, avevo parlato con il direttore e avevo quasi promesso che sarei venuto a Firenze in caso di buon esito dell’affare e così è stato. Poi nell’ultimo periodo, prima di arrivare qui, è arrivata ancora la chiamata di Alessandro per avvisarmi del Milan e che c’era la possibilità di andare da loro. La decisione era mia e io non ho dubitato tanto, anche se per un momento, per la storia e per quello che rappresenta il Milan, con la mia famiglia un po’ il pensiero l’ho fatto. Però, avevo già parlato con il direttore e avevo già in mente di venire a Firenze e così è stato. A 27 anni ho ancora tanta voglia e voglio realizzare i miei sogni. Questa è stata una delle motivazioni per venire qui alla Fiorentina. Una squadra che mi possa permettere di mostrare il mio calcio e diventare grande. In questi primi 2 mesi sono stato accolto alla grande e questo mi ha permesso di dimostrare tanto e posso fare ancora di più.