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IL GRAFFIO - Benitez e la grande bellezza
27.04.2015 00:51 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "il Graffio" di Repubblica

Luci sul Napoli. Nel week-end delle sconfitte eccellenti al centro della scena c'è una sola squadra. La più pazza della serie A. Affondata nel grigio cupo della classifica, eliminata dalla Coppa Italia, spedita in ritiro punitivo: i colpi di teatro sono finiti due settimane fa nel buio della clausura di Castel Volturno, dove il Napoli si è rigenerato. Dalla opportuna chiassata di De Laurentiis sono passati 15 gol e 5 partite. La Juve sbanda, la Roma si liquefa, la Lazio rallenta, Fiorentina e Sampdoria bucano: in questo calcio diabolico e accidentato, il Napoli prosegue con la maestosa sicurezza di un allenatore che ha chiuso le valige e aspetta l'Europa League per chiamare il taxi. Ma molte cose sono cambiate. Il pre-contratto attribuito dallo scoop televisivo di Anna Falchi a Mihajlovich vale poco o nulla se Benitez continua la sua corsa contromano tra lo scetticismo italiano e qualche goffa polemica locale: sorprende talvolta il provincialismo del calcio nella terza metropoli di questo allegro paese, che vive sospeso tra scandali e canzoni, impegnato com'è nella ricerca febbrile di nuovi talenti e rassegnato ad una debole rincorsa di corruttori ed evasori. Si arriva alla partita con la Samp dopo un pomeriggio televisivo esaltante. L'Arena di Massimo Giletti ha sconvolto la platea di Rai 1 chiamando in primo piano un sindaco che con il telefonino aveva filmato un vigile urbano per qualche minuto assenteista: ha scoperto che durante il servizio l'agente andava a comprare il pane e pagava un bollettino alle poste. Lode al sindaco. Ha finalmente scoperto i guasti di Castel Volturno, nessuno gli ha raccontato che è il primo cittadino di un Comune governato storicamente da un sistema parallelo chiamato camorra, convertito per l'edilizia abusiva dissennata da una seconda Malibù in uno scempio a cielo aperto di immigrati dolenti e costruzioni disadorne. Giletti presentava il sindaco-007 come uno scoop clamoroso, senza una sola parola sulle criticità e sofferenze dell'area. Ma è questo lo spettacolo che sappiamo dare e vogliamo. Tutto fa sensazione tranne la realtà Non è mica colpa di Giletti. Quanti Giletti hanno censurato fino all'insulto Benitez nei giorni cruciali? Critiche ne ha attirate tante, anche dal Graffio. Talvolta sembrava negare il suo passato. Ha tollerato tutto, dalla campagna acquisti incompleta e contraddittoria agli stili di vita della squadra, secondo la tesi condivisibile del presidente. Ma Benitez risponde alle critiche (anche quelle dure e giuste) con cinviltà professionale e acume tattico. Che cosa è cambiato? Provo ad elencare: la migliore condizione della squadra, se i giocatori corrono è facile inserirli in una tattica vincente; il senso di responsabilità dei giocatori, richiamanti alle loro responsabilità dopo le accuse del presidente e il disamore emergente dei tifosi; un migliore equilibrio tattico con l'inserimento finalmente riuscito di alcuni, come Gabbiadini; la posizione stessa di Gabbiadini che dà sicurezza e imprevedibilità a Higuain giocando accanto a lui, Higuain che non è più isolato, ostaggio delle difese. Nella partita con la Samp geniale la posizione di Insigne che ha lasciato la fascia sinistra per diffondere la sua arguzia da regista offensivo. Ha giocato offrendo quello che Hamsik spesso non ha saputo dare. La sua intelligenza creativa, il suo impegno, la sua capacità di infiltrarsi dal centro sono scatti di qualità importanti, dopo il 4-2 alla Samp. Nessuno osa discutere il turn over. Come mai? Basta riflettere. I giocatori sono in grande condizione di forma. Correndo, ragionando, inventando sono un ciclone. La squadra sente la responsabilità e accetta il turn over, nessuno si sente declassato, possibile quindi giocare una partita dopo l'altra ora che la sottocultura dei titolarissimi è stata finalmente rimossa. Mihajlovich ha dimostrato di saper parlare bene in tv: convince quando parla del gioco offensivo, coraggioso, aperto. Sarà, ma passata in vantaggio con un raro contropiede e una fortunosa autorete, la sua squadra non solo ha smesso di attaccare, ha tentato solo di difendere l'1-0 cercando ripari nei rifugi antiatomici. Si è barricata. Eto'o richiamato anche lui in difesa. Venga pure Mihajlovich al Napoli, se costa meno e se davvero piace al presidente, è lui che sceglie. Ma la grande bellezza del gioco visto contro la Samp sarà nel campionato 2015-2016 solo un ricordo. Il calcio non può essere solo nostalgia.

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IL GRAFFIO - Benitez e la grande bellezza

di Napoli Magazine

27/04/2024 - 00:51

Luci sul Napoli. Nel week-end delle sconfitte eccellenti al centro della scena c'è una sola squadra. La più pazza della serie A. Affondata nel grigio cupo della classifica, eliminata dalla Coppa Italia, spedita in ritiro punitivo: i colpi di teatro sono finiti due settimane fa nel buio della clausura di Castel Volturno, dove il Napoli si è rigenerato. Dalla opportuna chiassata di De Laurentiis sono passati 15 gol e 5 partite. La Juve sbanda, la Roma si liquefa, la Lazio rallenta, Fiorentina e Sampdoria bucano: in questo calcio diabolico e accidentato, il Napoli prosegue con la maestosa sicurezza di un allenatore che ha chiuso le valige e aspetta l'Europa League per chiamare il taxi. Ma molte cose sono cambiate. Il pre-contratto attribuito dallo scoop televisivo di Anna Falchi a Mihajlovich vale poco o nulla se Benitez continua la sua corsa contromano tra lo scetticismo italiano e qualche goffa polemica locale: sorprende talvolta il provincialismo del calcio nella terza metropoli di questo allegro paese, che vive sospeso tra scandali e canzoni, impegnato com'è nella ricerca febbrile di nuovi talenti e rassegnato ad una debole rincorsa di corruttori ed evasori. Si arriva alla partita con la Samp dopo un pomeriggio televisivo esaltante. L'Arena di Massimo Giletti ha sconvolto la platea di Rai 1 chiamando in primo piano un sindaco che con il telefonino aveva filmato un vigile urbano per qualche minuto assenteista: ha scoperto che durante il servizio l'agente andava a comprare il pane e pagava un bollettino alle poste. Lode al sindaco. Ha finalmente scoperto i guasti di Castel Volturno, nessuno gli ha raccontato che è il primo cittadino di un Comune governato storicamente da un sistema parallelo chiamato camorra, convertito per l'edilizia abusiva dissennata da una seconda Malibù in uno scempio a cielo aperto di immigrati dolenti e costruzioni disadorne. Giletti presentava il sindaco-007 come uno scoop clamoroso, senza una sola parola sulle criticità e sofferenze dell'area. Ma è questo lo spettacolo che sappiamo dare e vogliamo. Tutto fa sensazione tranne la realtà Non è mica colpa di Giletti. Quanti Giletti hanno censurato fino all'insulto Benitez nei giorni cruciali? Critiche ne ha attirate tante, anche dal Graffio. Talvolta sembrava negare il suo passato. Ha tollerato tutto, dalla campagna acquisti incompleta e contraddittoria agli stili di vita della squadra, secondo la tesi condivisibile del presidente. Ma Benitez risponde alle critiche (anche quelle dure e giuste) con cinviltà professionale e acume tattico. Che cosa è cambiato? Provo ad elencare: la migliore condizione della squadra, se i giocatori corrono è facile inserirli in una tattica vincente; il senso di responsabilità dei giocatori, richiamanti alle loro responsabilità dopo le accuse del presidente e il disamore emergente dei tifosi; un migliore equilibrio tattico con l'inserimento finalmente riuscito di alcuni, come Gabbiadini; la posizione stessa di Gabbiadini che dà sicurezza e imprevedibilità a Higuain giocando accanto a lui, Higuain che non è più isolato, ostaggio delle difese. Nella partita con la Samp geniale la posizione di Insigne che ha lasciato la fascia sinistra per diffondere la sua arguzia da regista offensivo. Ha giocato offrendo quello che Hamsik spesso non ha saputo dare. La sua intelligenza creativa, il suo impegno, la sua capacità di infiltrarsi dal centro sono scatti di qualità importanti, dopo il 4-2 alla Samp. Nessuno osa discutere il turn over. Come mai? Basta riflettere. I giocatori sono in grande condizione di forma. Correndo, ragionando, inventando sono un ciclone. La squadra sente la responsabilità e accetta il turn over, nessuno si sente declassato, possibile quindi giocare una partita dopo l'altra ora che la sottocultura dei titolarissimi è stata finalmente rimossa. Mihajlovich ha dimostrato di saper parlare bene in tv: convince quando parla del gioco offensivo, coraggioso, aperto. Sarà, ma passata in vantaggio con un raro contropiede e una fortunosa autorete, la sua squadra non solo ha smesso di attaccare, ha tentato solo di difendere l'1-0 cercando ripari nei rifugi antiatomici. Si è barricata. Eto'o richiamato anche lui in difesa. Venga pure Mihajlovich al Napoli, se costa meno e se davvero piace al presidente, è lui che sceglie. Ma la grande bellezza del gioco visto contro la Samp sarà nel campionato 2015-2016 solo un ricordo. Il calcio non può essere solo nostalgia.

Fonte: Antonio Corbo per "il Graffio" di Repubblica