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IL GRAFFIO - Corbo: "Napoli, quella bandiera di sfida alla Lazio, belli anche fuori dal campo"
04.05.2015 01:07 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "il Graffio" di Repubblica

Questo Napoli piace anche fuori campo. Dove la scena è occupata da presidente e allenatore. Il Graffio li ha invitati a sospendere la trattativa. Penso che De Laurentiis e Benitez l'abbiano fatto, pur scegliendo la forma più teatrale. Si incontrano. Fanno sapere che sono sempre più vicini al rinnovo del contratto. In realtà. Tutto si annuncia tranne che la firma. La strategia del rinvio riflette le difficoltà del momento. Ma è opportuna. Che gli incontri rendano probabile o possibile la conferma dell'amletico allenatore giramondo è nei fatti. Questa è cronaca. Certo. Le previsioni non possono però essere staccate dalla logica. Se il Napoli in qualche modo va in Champions, può contare su un tesoretto da spendere. I soldi garantiscono acquisti cospicui. Gli acquisti possono davvero fermare Benitez a Napoli. Ragioniamo al contrario? Potete immaginare che cosa accade se il Napoli fallisce la Champions, se non ha abbastanza soldi da investire, se cominciano le riflessioni suoi traguardi sfumati: pensate che rimarrà Benitez? Meglio non pensarci, meglio vivere questa fantastica settimana aperta da una impresa nitida sul Milan. Premessa. Il Milan si lamenta per l'espulsione immediata. Ma quel rigore, netto, è il segnale di una struttura che cede. Un crollo. Hamsik ha squarciato la difesa del Milan, schierata male sulla linea del fuorigioco. De Sciglio in affanno ha provocato il rigore. Quindi: il Milan ha giocato in dieci per un suo sfascio difensivo, non perché Renzi abbia chiesto la fiducia anche a Mazzoleni sulla vittoria del Napoli. La squadra aveva mostrato subito la sua superiorità. L'errore di Higuain ha ricaricato il Milan. Il Napoli poteva dominare, ma ha complicato le operazioni. Benitez infatti non detta subito una strategia di ricambio. Lascia passare il primo tempo senza gol, consegnando la squadra a una ingiustificata confusione che vanifica la superiorità numerica. Non si spiega il cambio di posizione tra due giocatori che sembrano in vantaggio sui rispettivi rivali. Insigne a sinistra si propone come regista offensiva, mettendo a disagio Poli trasferito in difesa dopo l'espulsione di De Sciglio. Accade lo stesso a destra: Callejon sarebbe una spina per Bocchetti. Ma l'inversione dei due esterni, Insigne a destra dove sragiona e Callejon a sinistra, complica la manovra negli ultimi trenta metri. Il caos è acuito da Jorginho che non dà passaggi illuminanti, ma rallenta il gioco. Ghoulam non trova Insigne sulla sua verticale e Maggio è appannato: troppi passaggi indietro. Il ritmo si abbassa. Gli spazi si accorciano. Niente di meglio per un Milan che si raccoglie in difesa. Troppo spesso l’uomo in più diventa David Lopez, puntuale nel recuperare le seconde palle, ma mediano di modesta tecnica e fantasia per creare gioco. Lo stesso Jorginho, non sale mai in cattedra: andrebbe quindi sostituito subito con Gabbiadini. Con Hamsik magari arretrato, invece lo si lascia nel mucchio milanista ad attrarre difensori e a chiudere spazi. Il capitano e lo stralunato Higuain finiscono nella morsa di Alex e Paletta. Per il cambio più urgente (Jorginho-Gabbiadini) si attende la ripresa, quando il Napoli riprende secondo logica, più rapido e meno contratto, con gli esterni larghi e ai posti giusti, provocando subito l'uscita di Bocchetti per Bonera che capta Callejon con l'aiuto di Bonaventura, mentre sull'altro versante,Insigne prima poi Mertens impegnano a sinistra Honda e Poli. L’assedio ha finalmente lucidità, ordine, potenza. Proprio il secondo tempo certifica le lacune del primo: sia l'assetto tattico che il primo cambio sono stati indovinati in palese ritardo. C’è voluta la diabolica irruenza di Hamsik, schizzato da posizione defilata come ai bei tempi, per schiodare un ormai arrugginito 0-0. L'esplosione di ira e gioia, con il sempre composto Hamsik che si strappa di dosso la maglia e la sventola come una bandiera di sfida, fa capire che il Napoli spreca tanto, persino il più favorevole dei rigori, ma è lontano dalla resa. Basta aver visto la Lazio in affanno con l'Atalanta qualche ora prima per un raffronto lampo. Giovedì sera il San Paolo, ieri semivuoto, riverserà tutta la sua febbre per una formazione reattiva e pentita che ha un orgoglio più alto dei suoi errori.

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IL GRAFFIO - Corbo: "Napoli, quella bandiera di sfida alla Lazio, belli anche fuori dal campo"

di Napoli Magazine

04/05/2024 - 01:07

Questo Napoli piace anche fuori campo. Dove la scena è occupata da presidente e allenatore. Il Graffio li ha invitati a sospendere la trattativa. Penso che De Laurentiis e Benitez l'abbiano fatto, pur scegliendo la forma più teatrale. Si incontrano. Fanno sapere che sono sempre più vicini al rinnovo del contratto. In realtà. Tutto si annuncia tranne che la firma. La strategia del rinvio riflette le difficoltà del momento. Ma è opportuna. Che gli incontri rendano probabile o possibile la conferma dell'amletico allenatore giramondo è nei fatti. Questa è cronaca. Certo. Le previsioni non possono però essere staccate dalla logica. Se il Napoli in qualche modo va in Champions, può contare su un tesoretto da spendere. I soldi garantiscono acquisti cospicui. Gli acquisti possono davvero fermare Benitez a Napoli. Ragioniamo al contrario? Potete immaginare che cosa accade se il Napoli fallisce la Champions, se non ha abbastanza soldi da investire, se cominciano le riflessioni suoi traguardi sfumati: pensate che rimarrà Benitez? Meglio non pensarci, meglio vivere questa fantastica settimana aperta da una impresa nitida sul Milan. Premessa. Il Milan si lamenta per l'espulsione immediata. Ma quel rigore, netto, è il segnale di una struttura che cede. Un crollo. Hamsik ha squarciato la difesa del Milan, schierata male sulla linea del fuorigioco. De Sciglio in affanno ha provocato il rigore. Quindi: il Milan ha giocato in dieci per un suo sfascio difensivo, non perché Renzi abbia chiesto la fiducia anche a Mazzoleni sulla vittoria del Napoli. La squadra aveva mostrato subito la sua superiorità. L'errore di Higuain ha ricaricato il Milan. Il Napoli poteva dominare, ma ha complicato le operazioni. Benitez infatti non detta subito una strategia di ricambio. Lascia passare il primo tempo senza gol, consegnando la squadra a una ingiustificata confusione che vanifica la superiorità numerica. Non si spiega il cambio di posizione tra due giocatori che sembrano in vantaggio sui rispettivi rivali. Insigne a sinistra si propone come regista offensiva, mettendo a disagio Poli trasferito in difesa dopo l'espulsione di De Sciglio. Accade lo stesso a destra: Callejon sarebbe una spina per Bocchetti. Ma l'inversione dei due esterni, Insigne a destra dove sragiona e Callejon a sinistra, complica la manovra negli ultimi trenta metri. Il caos è acuito da Jorginho che non dà passaggi illuminanti, ma rallenta il gioco. Ghoulam non trova Insigne sulla sua verticale e Maggio è appannato: troppi passaggi indietro. Il ritmo si abbassa. Gli spazi si accorciano. Niente di meglio per un Milan che si raccoglie in difesa. Troppo spesso l’uomo in più diventa David Lopez, puntuale nel recuperare le seconde palle, ma mediano di modesta tecnica e fantasia per creare gioco. Lo stesso Jorginho, non sale mai in cattedra: andrebbe quindi sostituito subito con Gabbiadini. Con Hamsik magari arretrato, invece lo si lascia nel mucchio milanista ad attrarre difensori e a chiudere spazi. Il capitano e lo stralunato Higuain finiscono nella morsa di Alex e Paletta. Per il cambio più urgente (Jorginho-Gabbiadini) si attende la ripresa, quando il Napoli riprende secondo logica, più rapido e meno contratto, con gli esterni larghi e ai posti giusti, provocando subito l'uscita di Bocchetti per Bonera che capta Callejon con l'aiuto di Bonaventura, mentre sull'altro versante,Insigne prima poi Mertens impegnano a sinistra Honda e Poli. L’assedio ha finalmente lucidità, ordine, potenza. Proprio il secondo tempo certifica le lacune del primo: sia l'assetto tattico che il primo cambio sono stati indovinati in palese ritardo. C’è voluta la diabolica irruenza di Hamsik, schizzato da posizione defilata come ai bei tempi, per schiodare un ormai arrugginito 0-0. L'esplosione di ira e gioia, con il sempre composto Hamsik che si strappa di dosso la maglia e la sventola come una bandiera di sfida, fa capire che il Napoli spreca tanto, persino il più favorevole dei rigori, ma è lontano dalla resa. Basta aver visto la Lazio in affanno con l'Atalanta qualche ora prima per un raffronto lampo. Giovedì sera il San Paolo, ieri semivuoto, riverserà tutta la sua febbre per una formazione reattiva e pentita che ha un orgoglio più alto dei suoi errori.

Fonte: Antonio Corbo per "il Graffio" di Repubblica