Calcio
IL PARERE - Cucci: "Una squadra indebolita da una guida inesistente"
25.05.2015 11:25 di Napoli Magazine

Il Napoli ha ancora una possibilità di andare in Champions. Dipenderà molto da Roma e Lazio ma soprattutto - se il derby romano lascerà spazio alle speranze - dai giocatori azzurri ingiustamente accusati - dal presidente e da certi finti tifosi - di batter fiacca: le scene penose di Torino (testata di Britos compresa) dicono che c’è una squadra forte indebolita e innervosita da una guida inesistente, priva di idee, autorevolezza e polso. Dico di un signore che incassa circa otto miliardi di vecchie lire a stagione (così ci capiamo meglio) per organizzare un fallimento, deprezzare i giocatori più preziosi, perdere via via tutte le occasioni più importanti. Se la prossima partita al San Paolo con la Lazio servirà ancora a qualcosa, sosteneteli, quei ragazzi disillusi da un cattivo maestro: il Napoli, alla fine, siete voi e loro. Dopo la buffonata di Torino, il carro degli anti-Rafa, dei postrafaeliti, dei beniteziani pentiti si sta affollando: io medito di scendere. Non me la sento di convivere con i tanti che hanno contribuito a immiserire l’immagine del Napoli difendendo l’indifendibile spagnolo. Dissi a settembre: se De Laurentiis vuole ottenere dalla sua squadra quel che merita cambi subito l’allenatore, ogni ritardo è delittuoso, perché il tecnico non ha alcuna intenzione di correggere un impianto tattico suicida tant’è privo di risorse difensive, quelle che anche un neodiplomato di Coverciano avrebbe allestito. Aggiunsi: per arroganza rifiuta ogni concessione all’Italian Style, rifiuta ogni correzione al suo modulo evidentemente inadatto al campionato italiano, è la pagherà. Oggi prendo nota che questo peccato non veniale commesso da Benitez nel Bel Paese potrebbe diventare il passaporto per la panchina del Real Madrid, anche se mi sorge il dubbio che si tratti solo di una mozione degli affetti degli orfani di don Rafa Noncimanca. Io conosco due De Laurentiis, uno vincente, l'altro perdente. È vincente l’imprenditore: coraggioso, scaltro, imaginifico e concreto insieme. È perdente l’improvvisato competente di calcio che crede di non aver bisogno di consiglieri esperti pronti ad arricchirlo di conoscenza di un settore mai frequentato e ingiustamente ritenuto facile terreno di conquista. Peggio: qualcuno - magari un cortigiano lecchino - lo ha addirittura convinto di poter dominare un gruppo di leggendari ricchi scemi, come da parabola onestiana. Ma forse non ha capito che Onesti parlava di abili e potenti imprenditori a corto di furbizia pallonara. De Laurentiis ha fatto elementari e medie con il Maestro Reja, il liceo con il Dottor Mazzarri ed era sicuro di laurearsi con il Prof Benitez, ritenendolo quasi alla sua altezza, cortigiano di alto rango capace di conquistare il popolo, i campioni, le coppe e gli scudetti. S’è visto presto - almeno dalle mie parti - che De Laurentiis ha sbagliato, se n’è accorto lui stesso ma non ha voluto ammetterlo. L’albagia lo ha perduto e ha buttato via due anni, un pacco di milioni e la dignità del Napoli, gia squadra rivelazione umiliata dall’eterna Nemica vincente addirittura con le riserve. Niente di peggio, per i tifosi azzurri, che far da spettatori al trionfo bianconero nello Juventus Stadium. Anzi, c’è di peggio: costringerli a tifare Roma per un posto in Champions. Un fallimento chiamato Benitez, il pur valido tecnico la cui sublime arroganza lo ha indotto a non studiare - quindi a non capire - il calcio italiano, tatticamente il migliore del mondo. Benitez ha avuto per due stagioni la squadra per lottare testa a testa con la Juve, dopo Bilbao ha adottato l’alibi del fatturato e ha costruito il peggior fallimento della sua carriera visto che a Milano aveva trovato un’Inter ex triplete stanca e demotivata. Presidente e allenatore, l’arroganza ha perduto entrambi. Lo dico oggi, ben sapendo che il destino e un gruppo di ragazzi denigrati e disillusi potrebbe tentare ancora il miracolo. Roma permettendo. Peccato non esista più li spirito del Derby del Sole...

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IL PARERE - Cucci: "Una squadra indebolita da una guida inesistente"

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25/05/2024 - 11:25

Il Napoli ha ancora una possibilità di andare in Champions. Dipenderà molto da Roma e Lazio ma soprattutto - se il derby romano lascerà spazio alle speranze - dai giocatori azzurri ingiustamente accusati - dal presidente e da certi finti tifosi - di batter fiacca: le scene penose di Torino (testata di Britos compresa) dicono che c’è una squadra forte indebolita e innervosita da una guida inesistente, priva di idee, autorevolezza e polso. Dico di un signore che incassa circa otto miliardi di vecchie lire a stagione (così ci capiamo meglio) per organizzare un fallimento, deprezzare i giocatori più preziosi, perdere via via tutte le occasioni più importanti. Se la prossima partita al San Paolo con la Lazio servirà ancora a qualcosa, sosteneteli, quei ragazzi disillusi da un cattivo maestro: il Napoli, alla fine, siete voi e loro. Dopo la buffonata di Torino, il carro degli anti-Rafa, dei postrafaeliti, dei beniteziani pentiti si sta affollando: io medito di scendere. Non me la sento di convivere con i tanti che hanno contribuito a immiserire l’immagine del Napoli difendendo l’indifendibile spagnolo. Dissi a settembre: se De Laurentiis vuole ottenere dalla sua squadra quel che merita cambi subito l’allenatore, ogni ritardo è delittuoso, perché il tecnico non ha alcuna intenzione di correggere un impianto tattico suicida tant’è privo di risorse difensive, quelle che anche un neodiplomato di Coverciano avrebbe allestito. Aggiunsi: per arroganza rifiuta ogni concessione all’Italian Style, rifiuta ogni correzione al suo modulo evidentemente inadatto al campionato italiano, è la pagherà. Oggi prendo nota che questo peccato non veniale commesso da Benitez nel Bel Paese potrebbe diventare il passaporto per la panchina del Real Madrid, anche se mi sorge il dubbio che si tratti solo di una mozione degli affetti degli orfani di don Rafa Noncimanca. Io conosco due De Laurentiis, uno vincente, l'altro perdente. È vincente l’imprenditore: coraggioso, scaltro, imaginifico e concreto insieme. È perdente l’improvvisato competente di calcio che crede di non aver bisogno di consiglieri esperti pronti ad arricchirlo di conoscenza di un settore mai frequentato e ingiustamente ritenuto facile terreno di conquista. Peggio: qualcuno - magari un cortigiano lecchino - lo ha addirittura convinto di poter dominare un gruppo di leggendari ricchi scemi, come da parabola onestiana. Ma forse non ha capito che Onesti parlava di abili e potenti imprenditori a corto di furbizia pallonara. De Laurentiis ha fatto elementari e medie con il Maestro Reja, il liceo con il Dottor Mazzarri ed era sicuro di laurearsi con il Prof Benitez, ritenendolo quasi alla sua altezza, cortigiano di alto rango capace di conquistare il popolo, i campioni, le coppe e gli scudetti. S’è visto presto - almeno dalle mie parti - che De Laurentiis ha sbagliato, se n’è accorto lui stesso ma non ha voluto ammetterlo. L’albagia lo ha perduto e ha buttato via due anni, un pacco di milioni e la dignità del Napoli, gia squadra rivelazione umiliata dall’eterna Nemica vincente addirittura con le riserve. Niente di peggio, per i tifosi azzurri, che far da spettatori al trionfo bianconero nello Juventus Stadium. Anzi, c’è di peggio: costringerli a tifare Roma per un posto in Champions. Un fallimento chiamato Benitez, il pur valido tecnico la cui sublime arroganza lo ha indotto a non studiare - quindi a non capire - il calcio italiano, tatticamente il migliore del mondo. Benitez ha avuto per due stagioni la squadra per lottare testa a testa con la Juve, dopo Bilbao ha adottato l’alibi del fatturato e ha costruito il peggior fallimento della sua carriera visto che a Milano aveva trovato un’Inter ex triplete stanca e demotivata. Presidente e allenatore, l’arroganza ha perduto entrambi. Lo dico oggi, ben sapendo che il destino e un gruppo di ragazzi denigrati e disillusi potrebbe tentare ancora il miracolo. Roma permettendo. Peccato non esista più li spirito del Derby del Sole...