Calcio
L'ANALISI - Carratelli: "Udine un anno dopo, come cambiano le lacrime napoletane"
05.05.2024 13:36 di Napoli Magazine

"Udine, un anno dopo. Come cambiano le lacrime napoletane". E' questo il titolo dell'editoriale di Mimmo Caratelli proposto dal Corriere dello Sport: "Ben ritrovata, Udine. Qui i delusi e gli ammaccati dello scudetto 2023. Anche l’altra volta era de maggio. Ma un giovedì, 4 maggio, turno infrasettimanale. Tutta un’altra storia. Dal Friuli, quella notte, Osimhen, e chi se non Osimhen, con un tap-in memorabile segnò il gol del pareggio (1-1) che valse il terzo scudetto azzurro a cinque giornate dalla fine del campionato. Un trionfo. Una pura formalità al Friuli. A fine febbraio quel Napoli stregato da Spalletti aveva un vantaggio di 18 punti su Inter e Milan. Nel girone d’andata (50 punti) aveva volato. Applausi anche in Europa. A cinque giornate dalla fine mancava la certezza matematica della vittoria. Bastava un pareggio a Udine contro un squadra di bella gente, l’immenso Becao in difesa, il talentuoso Samardzic, l’irrequieto Udogie, il macedone Nestorovski, allenati da Andrea Sottil, uno di Venaria Reale. Andò bene. Fummo felici anche se proprio quella sera, 4 maggio 2023, vennero fuori le prime crepe, i primi dissapori, i primi dispetti e l’annunciata fuga di Spalletti e Giuntoli. Scudetto cotto e mangiato. Poi, l’indigestione totale, il disastro di quest’anno. È nelle sale cinematografiche la pellicola dei ricordi dello scudetto trentatré anni dopo Maradona. Una beffa di questi tempi".

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L'ANALISI - Carratelli: "Udine un anno dopo, come cambiano le lacrime napoletane"

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05/05/2024 - 13:36

"Udine, un anno dopo. Come cambiano le lacrime napoletane". E' questo il titolo dell'editoriale di Mimmo Caratelli proposto dal Corriere dello Sport: "Ben ritrovata, Udine. Qui i delusi e gli ammaccati dello scudetto 2023. Anche l’altra volta era de maggio. Ma un giovedì, 4 maggio, turno infrasettimanale. Tutta un’altra storia. Dal Friuli, quella notte, Osimhen, e chi se non Osimhen, con un tap-in memorabile segnò il gol del pareggio (1-1) che valse il terzo scudetto azzurro a cinque giornate dalla fine del campionato. Un trionfo. Una pura formalità al Friuli. A fine febbraio quel Napoli stregato da Spalletti aveva un vantaggio di 18 punti su Inter e Milan. Nel girone d’andata (50 punti) aveva volato. Applausi anche in Europa. A cinque giornate dalla fine mancava la certezza matematica della vittoria. Bastava un pareggio a Udine contro un squadra di bella gente, l’immenso Becao in difesa, il talentuoso Samardzic, l’irrequieto Udogie, il macedone Nestorovski, allenati da Andrea Sottil, uno di Venaria Reale. Andò bene. Fummo felici anche se proprio quella sera, 4 maggio 2023, vennero fuori le prime crepe, i primi dissapori, i primi dispetti e l’annunciata fuga di Spalletti e Giuntoli. Scudetto cotto e mangiato. Poi, l’indigestione totale, il disastro di quest’anno. È nelle sale cinematografiche la pellicola dei ricordi dello scudetto trentatré anni dopo Maradona. Una beffa di questi tempi".