Calcio
L'EX - Capparella: "Il calore ricevuto a Napoli lo porto sempre dentro di me"
22.10.2016 11:32 di Napoli Magazine Fonte: Napolisoccer.net

E' un attaccante che ha giocato con la maglia azzurra del Napoli dal 2005 al 2008, ha collezionato cinquantuno presenze e cinque reti ed ha vissuto il passaggio dalla C alla conquista dell'Europa. Il calciatore in questione è Marco Capparella,  che con  cuore, grinta, tenacia e qualità tecniche ha saputo farsi amare dai tifosi partenopei e lasciare un segno indelebile nella mente dei supporter azzurri. Oggi ha rilasciato un’intervista a NapoliSoccer.net in cui ha raccontato il nuovo Napoli e le emozioni e i ricordi della sua esperienza partenopea.

 

Il Napoli in questo momento vive un periodo difficile, secondo lei cosa deve fare Sarri per invertire questo trend negativo?
“Sinceramente dare un giudizio ora su cosa deve fare Sarri mi sembra molto presuntuoso.  Sarri è un tecnico che stimo tantissimo, è un allenatore preparato che lavora molto bene sul campo, ne ha vissute tante di queste situazione difficili e per questo motivo sono certo che sa benissimo come uscirne. Cambiare modulo? Mi sento in difficoltà ed in imbarazzo a rispondere a questo tipo di domanda. Sarri sa bene chi è in forma e chi non lo è; perciò mi sembra presuntuoso che io, Marco Capparella, possa dire cosa deve cambiare. Mercoledì ha azzardato i tre piccoli ed ha tolto Gabbiadini, forse perché lo ha visto meno in forma rispetto agli altri. Contro il Besiktas mi ha impressionato molto Diawara, il ragazzo ha giocato venti minuti e si è mosso bene è andato in pressione sugli avversari ed ha fatto intravedere buonissime cose”.

 

Crotone-Napoli: cosa bisogna aspettarsi da questa gara?
“E’ una gara trabocchetto e una squadra come il Napoli ha tutto da perdere; poiché se vinci hai fatto il tuo, mentre se stecchi un attimo e pareggi hai fatto un disastro totale. È una gara che va presa con la pinze e bisogna ottenere il massimo con serenità e senza rischiare tanto. Il Napoli deve stare molto attento, in questo periodo è un pò sfortunato e prende gol alla prima occasione che subisce”

 

Come è avvenuto il suo passaggio al Napoli?
“Ero in B ad Ascoli, eravamo secondi in classifica e lottavamo per raggiungere la Serie A. L’ultimo giorno di mercato è successo che dovevo andare al Napoli. Il presidente De Laurentiis mi ha letteralmente comprato dall’Ascoli e sono dovuto andare via. La società marchigiana mi ha venduto tranquillamente ma con non poche difficoltà. La mia cessione è arrivata anche a causa del fatto che quell’anno l’Ascoli aveva alcune difficoltà economiche. Ero stato all'Avellino”.

 

Che ricordi porta della sua esperienza partenopea?
“Qualcuno dice che chi non ha giocato a Napoli non è giocatore. I ricordi della mia esperienza partenopea sono ricordi fantastici che porto sempre con me. Ricordo una platea fantastica che ad ogni gara ci accompagnava in maniera favolosa. Giocare a Napoli ha i suoi pro e i suoi contro ma io ho avuto la fortuna di vincere sempre, eccezione fatta per il primo anno dove perdemmo la finale play off contro l’Avellino per andare in B. Fui molto apprezzato dai tifosi del Napoli perché lasciai una piazza come Ascoli, che lottava per vincere il campionato ed andai in una squadra di C, undicesima in campionato, senza palloni e senza una sede societaria. Vedevo che il Napoli stava crescendo, c’era la voglia di crescere, stavano costruendo il centro sportivo e De Laurentiis aveva tanta voglia di fare. Il presidente azzurro in questi anni è stato un grande. Portare il Napoli nelle prime tre d’Italia non era semplice e lui c’è riuscito. Vincere i campionati non è semplice e ricordo che in C, chiunque affrontava il Napoli faceva la partita della vita, giocava alla morte e tutti i calciatori avevano gli occhi della tigre. Dopo la vittoria del campionato di C è arrivata quella della Serie B, la concorrenza era forte e siamo riusciti ad essere promossi con Juventus e Genoa. In A ci siamo confermati e siamo riusciti ad arrivare in Uefa. Il presidente azzurro ha fatto un grande lavoro negli anni. I tifosi del Napoli si arrabbiano un pò con lui perché sono incontentabili. Se porti loro Maradona vorrebbero anche Pelè ma è normale. I tifosi azzurri ti danno tutto il loro amore e per questo sono incontentabili. A Napoli c’è gente che non mangia per andare a sostenere la squadra allo stadio. In C lo stadio era sempre strapieno, noi siamo riusciti a farci amare dal pubblico partenopeo e per questo motivo anche in B si era creata una certa amalgama che ci ha portato molto lontano. Il napoletano apprezza molto la persona che sei e che sei stata in quel momento. Ho un rapporto ottimo con Napoli e i napoletani, anche oggi che sono passati tanti anni e faccio minimo tre interviste a settimana con testate napoletane, ogni volta che vado lì mi amano e mi adorano, c’è un calore che non ho ricevuto da nessun’altra parte. Adesso lavoro a Venezia ma quando incontro un napoletano stiamo minimo mezz’ora a parlare, fare foto e firmare un autografo”.

 

Con la maglia azzurra ci fu anche il suo debutto in Serie A... 
“Il debutto in Serie A è stato bello ed importante; poiché è arrivato con una squadra che mi è entrata dentro. E’ stato bello esordire in A con il Napoli e con nessun’altra squadra. Sognavo da tempo il debutto in Serie A, lo dovevo fare anni prima con il Perugia di Carletto Mazzone, ma non l’ho potuto fare a causa di alcuni problemi fisici, i quali mi hanno tenuto per molto tempo lontano dai campi di gioco. Ho dovuto ricominciare da Catania e poi rifare di nuovo tutte le trafile. Prima di quel problema fisico feci tre panchine di fila in quel Perugia era una squadra stellare. Ricordo c’erano Rapajc, Materazzi, Nakata e tanti altri campioni. La Serie A me la sono meritata e conquistata con le mie gambe, con i miei sacrifici ed il mio sudore”.

 

Una sua iniziativa è K7 scuola di tecnica individuale, ci spiega in cosa consiste?
“Negli ultimi tre anni ho iniziato ad allenare dei ragazzi in forma privata e volevo avere un riscontro che avevano nel miglioramento. Ci sono dei ragazzi che non hanno delle basi ed hanno difficoltà a giocare a calcio. Io per loro ho fondato questa scuola che si chiama K7 scuola di tecnica individuale. Quest’anno la sto facendo a Venezia; perché ho fatto dei campi estivi con il Chievo Verona e mi è stata proposta da alcune persone la possibilità di avere una grossa mano e adesso sta procedendo bene. Sto tutto il giorno sul campo e cerco di insegnare qualcosa ai ragazzi. Sto vedendo dei grossi margini di miglioramento e questa è una cosa che mi fa molto piacere. Ci vuole molta pazienza, correggo molte situazioni ad ognuno di loro ed è una cosa che mi piace e porto volentieri avanti”.

 

Attualmente cosa c’è nel suo futuro?
“Mi piacerebbe allenare una squadra ma mi piace molto anche questa quest’attività che ho intrapreso. Faccio quest’attività da tre anni ma ho iniziata a sponsorizzarla da tre mesi e mi fa piacere di avere a che fare con dei ragazzi che hanno tanto voglia di imparare e migliorare. Se capita la possibilità di allenare una squadra del settore giovanile o una prima squadra ben venga. Bisogna fare tanta gavetta, migliorarsi e aggiornarsi e prima o poi una chance arriverà”.

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L'EX - Capparella: "Il calore ricevuto a Napoli lo porto sempre dentro di me"

di Napoli Magazine

22/10/2024 - 11:32

E' un attaccante che ha giocato con la maglia azzurra del Napoli dal 2005 al 2008, ha collezionato cinquantuno presenze e cinque reti ed ha vissuto il passaggio dalla C alla conquista dell'Europa. Il calciatore in questione è Marco Capparella,  che con  cuore, grinta, tenacia e qualità tecniche ha saputo farsi amare dai tifosi partenopei e lasciare un segno indelebile nella mente dei supporter azzurri. Oggi ha rilasciato un’intervista a NapoliSoccer.net in cui ha raccontato il nuovo Napoli e le emozioni e i ricordi della sua esperienza partenopea.

 

Il Napoli in questo momento vive un periodo difficile, secondo lei cosa deve fare Sarri per invertire questo trend negativo?
“Sinceramente dare un giudizio ora su cosa deve fare Sarri mi sembra molto presuntuoso.  Sarri è un tecnico che stimo tantissimo, è un allenatore preparato che lavora molto bene sul campo, ne ha vissute tante di queste situazione difficili e per questo motivo sono certo che sa benissimo come uscirne. Cambiare modulo? Mi sento in difficoltà ed in imbarazzo a rispondere a questo tipo di domanda. Sarri sa bene chi è in forma e chi non lo è; perciò mi sembra presuntuoso che io, Marco Capparella, possa dire cosa deve cambiare. Mercoledì ha azzardato i tre piccoli ed ha tolto Gabbiadini, forse perché lo ha visto meno in forma rispetto agli altri. Contro il Besiktas mi ha impressionato molto Diawara, il ragazzo ha giocato venti minuti e si è mosso bene è andato in pressione sugli avversari ed ha fatto intravedere buonissime cose”.

 

Crotone-Napoli: cosa bisogna aspettarsi da questa gara?
“E’ una gara trabocchetto e una squadra come il Napoli ha tutto da perdere; poiché se vinci hai fatto il tuo, mentre se stecchi un attimo e pareggi hai fatto un disastro totale. È una gara che va presa con la pinze e bisogna ottenere il massimo con serenità e senza rischiare tanto. Il Napoli deve stare molto attento, in questo periodo è un pò sfortunato e prende gol alla prima occasione che subisce”

 

Come è avvenuto il suo passaggio al Napoli?
“Ero in B ad Ascoli, eravamo secondi in classifica e lottavamo per raggiungere la Serie A. L’ultimo giorno di mercato è successo che dovevo andare al Napoli. Il presidente De Laurentiis mi ha letteralmente comprato dall’Ascoli e sono dovuto andare via. La società marchigiana mi ha venduto tranquillamente ma con non poche difficoltà. La mia cessione è arrivata anche a causa del fatto che quell’anno l’Ascoli aveva alcune difficoltà economiche. Ero stato all'Avellino”.

 

Che ricordi porta della sua esperienza partenopea?
“Qualcuno dice che chi non ha giocato a Napoli non è giocatore. I ricordi della mia esperienza partenopea sono ricordi fantastici che porto sempre con me. Ricordo una platea fantastica che ad ogni gara ci accompagnava in maniera favolosa. Giocare a Napoli ha i suoi pro e i suoi contro ma io ho avuto la fortuna di vincere sempre, eccezione fatta per il primo anno dove perdemmo la finale play off contro l’Avellino per andare in B. Fui molto apprezzato dai tifosi del Napoli perché lasciai una piazza come Ascoli, che lottava per vincere il campionato ed andai in una squadra di C, undicesima in campionato, senza palloni e senza una sede societaria. Vedevo che il Napoli stava crescendo, c’era la voglia di crescere, stavano costruendo il centro sportivo e De Laurentiis aveva tanta voglia di fare. Il presidente azzurro in questi anni è stato un grande. Portare il Napoli nelle prime tre d’Italia non era semplice e lui c’è riuscito. Vincere i campionati non è semplice e ricordo che in C, chiunque affrontava il Napoli faceva la partita della vita, giocava alla morte e tutti i calciatori avevano gli occhi della tigre. Dopo la vittoria del campionato di C è arrivata quella della Serie B, la concorrenza era forte e siamo riusciti ad essere promossi con Juventus e Genoa. In A ci siamo confermati e siamo riusciti ad arrivare in Uefa. Il presidente azzurro ha fatto un grande lavoro negli anni. I tifosi del Napoli si arrabbiano un pò con lui perché sono incontentabili. Se porti loro Maradona vorrebbero anche Pelè ma è normale. I tifosi azzurri ti danno tutto il loro amore e per questo sono incontentabili. A Napoli c’è gente che non mangia per andare a sostenere la squadra allo stadio. In C lo stadio era sempre strapieno, noi siamo riusciti a farci amare dal pubblico partenopeo e per questo motivo anche in B si era creata una certa amalgama che ci ha portato molto lontano. Il napoletano apprezza molto la persona che sei e che sei stata in quel momento. Ho un rapporto ottimo con Napoli e i napoletani, anche oggi che sono passati tanti anni e faccio minimo tre interviste a settimana con testate napoletane, ogni volta che vado lì mi amano e mi adorano, c’è un calore che non ho ricevuto da nessun’altra parte. Adesso lavoro a Venezia ma quando incontro un napoletano stiamo minimo mezz’ora a parlare, fare foto e firmare un autografo”.

 

Con la maglia azzurra ci fu anche il suo debutto in Serie A... 
“Il debutto in Serie A è stato bello ed importante; poiché è arrivato con una squadra che mi è entrata dentro. E’ stato bello esordire in A con il Napoli e con nessun’altra squadra. Sognavo da tempo il debutto in Serie A, lo dovevo fare anni prima con il Perugia di Carletto Mazzone, ma non l’ho potuto fare a causa di alcuni problemi fisici, i quali mi hanno tenuto per molto tempo lontano dai campi di gioco. Ho dovuto ricominciare da Catania e poi rifare di nuovo tutte le trafile. Prima di quel problema fisico feci tre panchine di fila in quel Perugia era una squadra stellare. Ricordo c’erano Rapajc, Materazzi, Nakata e tanti altri campioni. La Serie A me la sono meritata e conquistata con le mie gambe, con i miei sacrifici ed il mio sudore”.

 

Una sua iniziativa è K7 scuola di tecnica individuale, ci spiega in cosa consiste?
“Negli ultimi tre anni ho iniziato ad allenare dei ragazzi in forma privata e volevo avere un riscontro che avevano nel miglioramento. Ci sono dei ragazzi che non hanno delle basi ed hanno difficoltà a giocare a calcio. Io per loro ho fondato questa scuola che si chiama K7 scuola di tecnica individuale. Quest’anno la sto facendo a Venezia; perché ho fatto dei campi estivi con il Chievo Verona e mi è stata proposta da alcune persone la possibilità di avere una grossa mano e adesso sta procedendo bene. Sto tutto il giorno sul campo e cerco di insegnare qualcosa ai ragazzi. Sto vedendo dei grossi margini di miglioramento e questa è una cosa che mi fa molto piacere. Ci vuole molta pazienza, correggo molte situazioni ad ognuno di loro ed è una cosa che mi piace e porto volentieri avanti”.

 

Attualmente cosa c’è nel suo futuro?
“Mi piacerebbe allenare una squadra ma mi piace molto anche questa quest’attività che ho intrapreso. Faccio quest’attività da tre anni ma ho iniziata a sponsorizzarla da tre mesi e mi fa piacere di avere a che fare con dei ragazzi che hanno tanto voglia di imparare e migliorare. Se capita la possibilità di allenare una squadra del settore giovanile o una prima squadra ben venga. Bisogna fare tanta gavetta, migliorarsi e aggiornarsi e prima o poi una chance arriverà”.

Fonte: Napolisoccer.net