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L'EX - Tacchinardi: "Juve: ora dicci chi sei, le altre sono affamate"
24.11.2017 21:20 di Napoli Magazine Fonte: Tmw

Alessio Tacchinardi, campione d’Europa nel ‘96 con la Juventus di Lippi, ha parlato a TMW Radio, nel corso della trasmissione ‘Due in Fuorigioco’. Nel post Juve-Barca, Allegri si è detto soddisfatto della prestazione. E lei? “Penso che la Juve non stia attraversando un grandissimo periodo e per diversi motivi. Innanzitutto la difesa ballerina in campionato, in quanto la squadra sta faticando a reggere l’intensità dei novanta minuti, forse anche a causa della scorsa stagione. Allegri li ha spremuti tanto e qualche amnesia si può anche giustificare così. E poi la fase offensiva in Champions: delle prime due in ogni girone, quello bianconero è il peggior attacco e questo, guardando al potenziale della squadra, non è un buon segno. I prossimi venti giorni ci diranno qualcosa in più”. Dove crede possa migliorare? “Saranno settimane fondamentali nelle quali campionato e coppe si intrecceranno molto. Se la Juve dovesse perdere a Napoli andrebbe a -7 e, questo, a novembre potrebbe già essere un fattore. Credo che il cambiamento debba avvenire nelle teste dei calciatori, come già accaduto negli scorsi anni. Devono ritrovare la fame che nel recente periodo li ha contraddistinti e che nelle prime tredici giornate si è vista solo a tratti. La stessa che ormai hanno un po’ tutte le concorrenti, perché quando a maggio vedi sempre la stessa squadra alzare la coppa, qualche reazione prima o poi arriva. Detto questo, penso che la Juventus resti la favorita, anche se il Napoli corre a un ritmo pazzesco”. I nuovi arrivi non stanno incidendo molto… “È vero. Se oggi penso alla Juventus anti-Napoli, immagino la stessa identica formazione dello scorso anno. Certo mancano Bonucci e Alves, ma poi gli altri sono sempre quelli. Questo denota un non innalzamento del livello della squadra. Allegri ruota molto perché ancora un vestito perfetto alla Juventus non l’ha trovato. I nuovi arrivati devono rimboccarsi le maniche. Sono loro a dover essere più affamati degli altri”. Chi sta deludendo le sue aspettative? “Sicuramente Douglas Costa. La Juve era già forte, eppure avevo sempre la sensazione che mancasse un giocatore in grado di saltare l’uomo e strappare all’improvviso. Pensavo potesse essere lui questo giocatore, ma già la cessione immediata da parte del Bayern un po’ doveva far riflettere. In campo gioca a sprazzi e non regala ancora quel livello di imprevedibilità richiesto da Allegri. Va bene l’ambientamento, ma anche lui deve metterci del suo”. Forse con i nuovi arrivi sta sbagliando il tecnico? “Non credo. Vedo anzi sintonia e si capisce quando nei post-partita allenatore e giocatori raccontano più o meno le stesse cose, costruite nello stesso modo. Dopo la gara contro il Barcellona sono arrivate molte critiche per i calciatori, però i bianconeri sono arrivati in finale di Champions League per due volte negli ultimi tre anni. Allegri ha sempre trovato l’alchimia giusta e io preferisco partire piano e arrivare forte al traguardo. Quest’anno comunque sarà più difficile”. Davanti grande equilibrio: quale delle concorrenti cederà il passo per prima? “Una squadra che vince sei scudetti di fila mette inevitabilmente pressione, eppure le altre non danno l’impressione di subirla. Il cammino del Napoli in Serie A è sicuramente influenzato dall’Europa: se giochi in Champions è un conto, retrocedere in Europa League e confrontarsi con gare ad alta intensità di giovedì sera è un altro. Sul lungo periodo, ai ragazzi di Sarri potrebbe creare qualche difficoltà fisica. Inter, Roma e Lazio poi, per una questione di rosa, sono un gradino sotto. Il campionato è comunque molto più stimolante per tutti”. Rispetto a vent’anni fa in Italia manca il talento o sono solo isterismi post-Svezia? “Il livello si è abbassato. Se oggi Del Piero, Totti, Vieri e Inzaghi fossero ancora attivi, gli ottimi Belotti e Immobile in Nazionale non giocherebbero neppure, sempre se convocati dal ct. Non so se è un discorso di cicli o di giovanili gestite male, ma sicuramente qualcosa che non va c’è. Se poi hai Insigne e non lo fai giocare il problema diventa doppio. Ventura non può non spiegarci cosa è successo”. Da uno a cento possibilità e fiducia che cambi in meglio il mondo del calcio? “Di fiducia ne ho. Tanti grandi hanno smesso e alcuni, penso a Buffon, lo faranno presto. Ad alcuni di questi andrebbero date le chiavi in mano della Federazione. Saprebbero certamente cosa fare. Perché non si prende Maldini per fargli portare le borse da una stanza all’altra. Stiamo parlando di un monumento, come tanti altri ignorati da Coverciano”.

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L'EX - Tacchinardi: "Juve: ora dicci chi sei, le altre sono affamate"

di Napoli Magazine

24/11/2024 - 21:20

Alessio Tacchinardi, campione d’Europa nel ‘96 con la Juventus di Lippi, ha parlato a TMW Radio, nel corso della trasmissione ‘Due in Fuorigioco’. Nel post Juve-Barca, Allegri si è detto soddisfatto della prestazione. E lei? “Penso che la Juve non stia attraversando un grandissimo periodo e per diversi motivi. Innanzitutto la difesa ballerina in campionato, in quanto la squadra sta faticando a reggere l’intensità dei novanta minuti, forse anche a causa della scorsa stagione. Allegri li ha spremuti tanto e qualche amnesia si può anche giustificare così. E poi la fase offensiva in Champions: delle prime due in ogni girone, quello bianconero è il peggior attacco e questo, guardando al potenziale della squadra, non è un buon segno. I prossimi venti giorni ci diranno qualcosa in più”. Dove crede possa migliorare? “Saranno settimane fondamentali nelle quali campionato e coppe si intrecceranno molto. Se la Juve dovesse perdere a Napoli andrebbe a -7 e, questo, a novembre potrebbe già essere un fattore. Credo che il cambiamento debba avvenire nelle teste dei calciatori, come già accaduto negli scorsi anni. Devono ritrovare la fame che nel recente periodo li ha contraddistinti e che nelle prime tredici giornate si è vista solo a tratti. La stessa che ormai hanno un po’ tutte le concorrenti, perché quando a maggio vedi sempre la stessa squadra alzare la coppa, qualche reazione prima o poi arriva. Detto questo, penso che la Juventus resti la favorita, anche se il Napoli corre a un ritmo pazzesco”. I nuovi arrivi non stanno incidendo molto… “È vero. Se oggi penso alla Juventus anti-Napoli, immagino la stessa identica formazione dello scorso anno. Certo mancano Bonucci e Alves, ma poi gli altri sono sempre quelli. Questo denota un non innalzamento del livello della squadra. Allegri ruota molto perché ancora un vestito perfetto alla Juventus non l’ha trovato. I nuovi arrivati devono rimboccarsi le maniche. Sono loro a dover essere più affamati degli altri”. Chi sta deludendo le sue aspettative? “Sicuramente Douglas Costa. La Juve era già forte, eppure avevo sempre la sensazione che mancasse un giocatore in grado di saltare l’uomo e strappare all’improvviso. Pensavo potesse essere lui questo giocatore, ma già la cessione immediata da parte del Bayern un po’ doveva far riflettere. In campo gioca a sprazzi e non regala ancora quel livello di imprevedibilità richiesto da Allegri. Va bene l’ambientamento, ma anche lui deve metterci del suo”. Forse con i nuovi arrivi sta sbagliando il tecnico? “Non credo. Vedo anzi sintonia e si capisce quando nei post-partita allenatore e giocatori raccontano più o meno le stesse cose, costruite nello stesso modo. Dopo la gara contro il Barcellona sono arrivate molte critiche per i calciatori, però i bianconeri sono arrivati in finale di Champions League per due volte negli ultimi tre anni. Allegri ha sempre trovato l’alchimia giusta e io preferisco partire piano e arrivare forte al traguardo. Quest’anno comunque sarà più difficile”. Davanti grande equilibrio: quale delle concorrenti cederà il passo per prima? “Una squadra che vince sei scudetti di fila mette inevitabilmente pressione, eppure le altre non danno l’impressione di subirla. Il cammino del Napoli in Serie A è sicuramente influenzato dall’Europa: se giochi in Champions è un conto, retrocedere in Europa League e confrontarsi con gare ad alta intensità di giovedì sera è un altro. Sul lungo periodo, ai ragazzi di Sarri potrebbe creare qualche difficoltà fisica. Inter, Roma e Lazio poi, per una questione di rosa, sono un gradino sotto. Il campionato è comunque molto più stimolante per tutti”. Rispetto a vent’anni fa in Italia manca il talento o sono solo isterismi post-Svezia? “Il livello si è abbassato. Se oggi Del Piero, Totti, Vieri e Inzaghi fossero ancora attivi, gli ottimi Belotti e Immobile in Nazionale non giocherebbero neppure, sempre se convocati dal ct. Non so se è un discorso di cicli o di giovanili gestite male, ma sicuramente qualcosa che non va c’è. Se poi hai Insigne e non lo fai giocare il problema diventa doppio. Ventura non può non spiegarci cosa è successo”. Da uno a cento possibilità e fiducia che cambi in meglio il mondo del calcio? “Di fiducia ne ho. Tanti grandi hanno smesso e alcuni, penso a Buffon, lo faranno presto. Ad alcuni di questi andrebbero date le chiavi in mano della Federazione. Saprebbero certamente cosa fare. Perché non si prende Maldini per fargli portare le borse da una stanza all’altra. Stiamo parlando di un monumento, come tanti altri ignorati da Coverciano”.

Fonte: Tmw