Doppietta Italia a Cannes 71: miglior attore Marcello Fonte per «Dogman» (qui la recensione di Paolo Mereghetti) e miglior sceneggiatura a Alice Rohrwacher per «Lazzaro felice» (qui la recensione del Mereghetti). Un’edizione che chiude all’insegna delle sorpresa. Il primo colpo di scena si deve a Asia Argento che chiamata a dare il premio alla miglior attrice, prima di cominciare ricorda: «Nel 1997 qui a Cannes sono stata violentata da Harvey Weinstein. Questo festival è stato un terreno di caccia. Avevo 21 anni. Voglio fare una previsione: Weinstein non sarà più benvenuto qui». Il premio va all’attrice Samal Yeslyamova di «Ayka» del kazako Sergey Dvortsevoy. Alice Rohrwacher vince — ex aequo con Jafar Panahi (è la figlia a ritiralo, il regista dissidente è rimasto in Iran perché il governo non gli permette di lasciare il paese), per «3 faces» — il premio per la miglior sceneggiatura per «Lazzaro felice». «Grazie a tutti quelli che hanno preso sul serio questa storia un po’ bislacca come i bambini fanno con i giochi». E è Roberto Benigni, che nel 1997 con «La vita è bella» vinse il Gran prix della Giuria, a premiare Marcello Fonte per «Dogman». Lo chiamo con un urlo «Marcellooo» che ricorda il «Robertooo» di Sophia Loren, dopo aver incantato la platea in francese, «J’ai beaucopu de souvenir, tout se bouge. Sono felice, pieno di gioia vorrei abbracciarvi tutti». Marcello Fonte, 40 anni, adottato dalla stampa internazionale che lo definisce un misto tra Buster Keaton e Peter Lorre, è felicissimo. «Il cinema è la mia famiglia. Da piccolo quando ero a casa mia e pioveva sopra le lamiere chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi. Ora gli applausi mi arrivano calorosi da voi e sento che la mia famiglia è il cinema e lo siete anche voi».
di Napoli Magazine
19/05/2024 - 22:13
Doppietta Italia a Cannes 71: miglior attore Marcello Fonte per «Dogman» (qui la recensione di Paolo Mereghetti) e miglior sceneggiatura a Alice Rohrwacher per «Lazzaro felice» (qui la recensione del Mereghetti). Un’edizione che chiude all’insegna delle sorpresa. Il primo colpo di scena si deve a Asia Argento che chiamata a dare il premio alla miglior attrice, prima di cominciare ricorda: «Nel 1997 qui a Cannes sono stata violentata da Harvey Weinstein. Questo festival è stato un terreno di caccia. Avevo 21 anni. Voglio fare una previsione: Weinstein non sarà più benvenuto qui». Il premio va all’attrice Samal Yeslyamova di «Ayka» del kazako Sergey Dvortsevoy. Alice Rohrwacher vince — ex aequo con Jafar Panahi (è la figlia a ritiralo, il regista dissidente è rimasto in Iran perché il governo non gli permette di lasciare il paese), per «3 faces» — il premio per la miglior sceneggiatura per «Lazzaro felice». «Grazie a tutti quelli che hanno preso sul serio questa storia un po’ bislacca come i bambini fanno con i giochi». E è Roberto Benigni, che nel 1997 con «La vita è bella» vinse il Gran prix della Giuria, a premiare Marcello Fonte per «Dogman». Lo chiamo con un urlo «Marcellooo» che ricorda il «Robertooo» di Sophia Loren, dopo aver incantato la platea in francese, «J’ai beaucopu de souvenir, tout se bouge. Sono felice, pieno di gioia vorrei abbracciarvi tutti». Marcello Fonte, 40 anni, adottato dalla stampa internazionale che lo definisce un misto tra Buster Keaton e Peter Lorre, è felicissimo. «Il cinema è la mia famiglia. Da piccolo quando ero a casa mia e pioveva sopra le lamiere chiudevo gli occhi e mi sembrava di sentire gli applausi. Ora gli applausi mi arrivano calorosi da voi e sento che la mia famiglia è il cinema e lo siete anche voi».