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G-FACTOR - Gianfranco Lucariello: "Napoli, fu un colpo di fulmine, ma ora dov'è finito l'entusiasmo?"
09.09.2016 10:10 di Napoli Magazine

NAPOLI - Come un colpo di fulmine, 14 anni fa sbocciò l’amore a prima vista che purtroppo oggi è difficile scorgere, tutt’altro infatti. Ma allora, nel 2004 i cuori azzurri dei tifosi tornarono a palpitare, a battere forte, grazie a don Aurelio. Con il morale a pezzi e sotto i tacchi i tifosi azzurri – anch’essi vittime della congiura istituzionale che aveva indotto il presidente Naldi a portare i libri contabili in tribunale – ripresero a sorridere ed a sperare dopo il fallimento e la fine ingloriosa di una grande storia. Quella storia fu ripresa da Aurelio De Laurentiis e ciò determinò di punto in bianco un feeling di fortissimo spessore tra lui e la gente azzurra che oggi non esiste più. All’epoca era così, il progetto di grandeur partiva da lontano, da quella serie C che riportò al San Paolo 70mila tifosi nella partita col Cittadella, il primo passo. Amato e riverito don Aurelio, il nuovo Masaniello napoletano venuto da Roma ma con radici da queste parti: il Napoli risorgeva dal nulla con il nuovo patron sul ponte di comando, amato e adorato dalla Torcida. Stupiti e felici anche i media: don Aurelio perfetto padrone di casa, disponibile e gran comunicatore. Troppa grazia. Entusiasmante il suo progetto, realizzato dalla C alla A e all’Europa a galoppo sfrenato: Napoli ai piedi del patron, più di qualcuno lo voleva perfino sindaco della città in riva al Golfo, l’apice del successo personale. E poi?, e poi l’inversione di tendenza. Incredibile a dirsi il feeling poco per volta cominciò ad allentarsi, Lavezzi e poi Cavani le partenze dolorose che lacerarono la Torcida e il rapporto con don Aurelio. L’incantesimo pressoché finito. Ma il rapporto si era già incrinato e compromesso già da un po’ di tempo ed anche per tanti altri motivi tra i quali il mancato rafforzamento della squadra a gennaio, con il Napoli a quattro passi dai rossoneri di Allegri nell’anno dell’ultimo scudetto del Milan: si poteva fare di più anziché prendere Mascara e Ruiz. Così anche a gennaio scorso, con gli azzurri campioni d’inverno e primi in classifica con la Juve alle spalle: Grassi e Regini i… rinforzi, per i due nemmeno un minuto in campo. Rapporto compromesso e logorato con la tifoseria anche a causa di alcune infelici uscite del presidente, quella di qualche tempo fa, sprezzante: “ma che c… avete vinto voi?”, dimenticando la grande storia di Maradona in azzurro, i due scudetti, la coppa Uefa, 2 coppe Italia e la Supercoppa. Per poi aggiungere quest’anno, quando l’ha sparata grossa: “...stavate nella m….”, determinando così un crollo di simpatie e di popolarità, quello che era sopravvissuto di quel vecchio feeling con la gente ed anche con gran parte dei media. Le modalità della partenza di Higuain e le lungaggini del calciomercato, decollato soltanto nelle ultime battute di luglio, le altre ragioni che hanno motivato il distacco tra lui e i tifosi. Nemmeno il secondo posto ha risanato questa spaccatura manifestata tra l’altro apertamente con degli striscioni di contestazione e perfino di minacce. Gran comunicatore anche per la sua straordinaria esperienza nel mondo del cinema, il patron ha messo da parte pure questa specifica qualità, chiudendo sempre più la squadra nell’impenetrabile roccaforte di Castel Volturno: nessuna presentazione dei nuovi azzurri e del direttore sportivo e conferenze stampa di Sarri ad invito. Quella di oggi con il tecnico e cioè il consueto appuntamento della vigilia del match, addirittura non ci sarà. Insomma tutti sotto chiave, mentre sono lievitati i prezzi dei biglietti (40 euro le curve per il match con il Milan e per la prima di Champions al San Paolo) e degli abbonamenti. Già, gli abbonamenti: crollata la vendita, appena 5.200 quest’anno, quanto quelli della Lazio che insieme con il Napoli condivide il record negativo assoluto e il penultimo posto tra le squadre di serie A nella classifica al riguardo. Se è successo tutto questo qualche motivo ci sarà pure, insomma. Così come ci sono e sono in tanti, anche qualcuno tra i media, ad accusarlo apertamente e senza riserve, sostenendo che “De Laurentiis si è arricchito con il Napoli…”.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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G-FACTOR - Gianfranco Lucariello: "Napoli, fu un colpo di fulmine, ma ora dov'è finito l'entusiasmo?"

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09/09/2024 - 10:10

NAPOLI - Come un colpo di fulmine, 14 anni fa sbocciò l’amore a prima vista che purtroppo oggi è difficile scorgere, tutt’altro infatti. Ma allora, nel 2004 i cuori azzurri dei tifosi tornarono a palpitare, a battere forte, grazie a don Aurelio. Con il morale a pezzi e sotto i tacchi i tifosi azzurri – anch’essi vittime della congiura istituzionale che aveva indotto il presidente Naldi a portare i libri contabili in tribunale – ripresero a sorridere ed a sperare dopo il fallimento e la fine ingloriosa di una grande storia. Quella storia fu ripresa da Aurelio De Laurentiis e ciò determinò di punto in bianco un feeling di fortissimo spessore tra lui e la gente azzurra che oggi non esiste più. All’epoca era così, il progetto di grandeur partiva da lontano, da quella serie C che riportò al San Paolo 70mila tifosi nella partita col Cittadella, il primo passo. Amato e riverito don Aurelio, il nuovo Masaniello napoletano venuto da Roma ma con radici da queste parti: il Napoli risorgeva dal nulla con il nuovo patron sul ponte di comando, amato e adorato dalla Torcida. Stupiti e felici anche i media: don Aurelio perfetto padrone di casa, disponibile e gran comunicatore. Troppa grazia. Entusiasmante il suo progetto, realizzato dalla C alla A e all’Europa a galoppo sfrenato: Napoli ai piedi del patron, più di qualcuno lo voleva perfino sindaco della città in riva al Golfo, l’apice del successo personale. E poi?, e poi l’inversione di tendenza. Incredibile a dirsi il feeling poco per volta cominciò ad allentarsi, Lavezzi e poi Cavani le partenze dolorose che lacerarono la Torcida e il rapporto con don Aurelio. L’incantesimo pressoché finito. Ma il rapporto si era già incrinato e compromesso già da un po’ di tempo ed anche per tanti altri motivi tra i quali il mancato rafforzamento della squadra a gennaio, con il Napoli a quattro passi dai rossoneri di Allegri nell’anno dell’ultimo scudetto del Milan: si poteva fare di più anziché prendere Mascara e Ruiz. Così anche a gennaio scorso, con gli azzurri campioni d’inverno e primi in classifica con la Juve alle spalle: Grassi e Regini i… rinforzi, per i due nemmeno un minuto in campo. Rapporto compromesso e logorato con la tifoseria anche a causa di alcune infelici uscite del presidente, quella di qualche tempo fa, sprezzante: “ma che c… avete vinto voi?”, dimenticando la grande storia di Maradona in azzurro, i due scudetti, la coppa Uefa, 2 coppe Italia e la Supercoppa. Per poi aggiungere quest’anno, quando l’ha sparata grossa: “...stavate nella m….”, determinando così un crollo di simpatie e di popolarità, quello che era sopravvissuto di quel vecchio feeling con la gente ed anche con gran parte dei media. Le modalità della partenza di Higuain e le lungaggini del calciomercato, decollato soltanto nelle ultime battute di luglio, le altre ragioni che hanno motivato il distacco tra lui e i tifosi. Nemmeno il secondo posto ha risanato questa spaccatura manifestata tra l’altro apertamente con degli striscioni di contestazione e perfino di minacce. Gran comunicatore anche per la sua straordinaria esperienza nel mondo del cinema, il patron ha messo da parte pure questa specifica qualità, chiudendo sempre più la squadra nell’impenetrabile roccaforte di Castel Volturno: nessuna presentazione dei nuovi azzurri e del direttore sportivo e conferenze stampa di Sarri ad invito. Quella di oggi con il tecnico e cioè il consueto appuntamento della vigilia del match, addirittura non ci sarà. Insomma tutti sotto chiave, mentre sono lievitati i prezzi dei biglietti (40 euro le curve per il match con il Milan e per la prima di Champions al San Paolo) e degli abbonamenti. Già, gli abbonamenti: crollata la vendita, appena 5.200 quest’anno, quanto quelli della Lazio che insieme con il Napoli condivide il record negativo assoluto e il penultimo posto tra le squadre di serie A nella classifica al riguardo. Se è successo tutto questo qualche motivo ci sarà pure, insomma. Così come ci sono e sono in tanti, anche qualcuno tra i media, ad accusarlo apertamente e senza riserve, sostenendo che “De Laurentiis si è arricchito con il Napoli…”.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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