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G-FACTOR - Lucariello: "Il rendez-vous che Higuain ha fissato a Sarri"
27.05.2016 14:05 di Napoli Magazine

NAPOLI - E’ un tormentone: con il fiato sospeso, tutti. Un’unica certezza, il rendez-vous che il Pipita ha fissato a Sarri, prima di partire per il Sudamerica: “Mister, ci vediamo a Dimaro…”, sarà così? Non c’è motivo di dubitare giacchè Gonzalo è una persona di poche parole e non parla a vanvera. Solo che esistono situazioni che vanno al di là di qualsiasi logica sentimentale e che hanno un unico denominatore, quello degli interessi economici dei club e di ogni singolo calciatore. Ed è questo l’aspetto che tiene con il cuore in gola i tifosi della squadra del cuore, giorno dopo giorno, momento dopo momento. D’altra parte neanche la scadenza della clausola rescissoria fissata al 30 giugno offre certezze sulla riconferma del Pipita in maglia azzurra: in un modo o nell’altro - e cioè attraverso l’esercizio del riscatto della clausola fissato a 94 milioni, o attraverso una trattativa di calciomercato dopo la scadenza suddetta – il più grande attaccante del mondo del momento, potrebbe lasciarci con tanto di palmo al naso. E non è giusto, francamente. Nel calcio di oggi si osservano e si rispettano gli interessi di tutti, ma non quelle dei tifosi che viceversa dovrebbero assumere un’assoluta priorità che invece non esiste e che viene scavalcata dalle esigenze e necessità di bilancio, è un alibi di ferro o cos’altro? E’ vero, in questo clima di incertezza e perplessità, dovuto anche alla particolare stranezza del rapporto De Laurentiis-Sarri, l’unico appiglio è l’arrivederci con il quale Gonzalo si è congedato dal tecnico tosco-napoletano, un saluto con una stretta di mano carica di contenuti. Il Pipita ha comunque rimandato il discorso sul Napoli alla conclusione della Coppa America, mentre all’incontro tra suo fratello Nicolas - che è anche il suo manager - e De Laurentiis sul presunto rinnovo del contratto dell’attaccante argentino, si riaccende una luce di speranza nei tifosi azzurri convinti che per dare battaglia alla Juve nella prossima stagione nella lotta per il triangolino tricolore e per onorare la Champions, il Napoli del prossimo futuro deve ripartire da Higuain, clausola o no, allargando la rosa a livello qualitativo. D’altronde la squadra del cuore del primo e secondo scudetto e della Coppa Uefa riuscì nelle tre storiche imprese tenendosi stretto il più grande calciatore del mondo, Diego Maradona, senza guardare le differenze di fatturato e tra costi e ricavi con Madama. Va ricordato pure che Corrado Ferlaino il Pibe non volle cederlo in nessun modo, e che le offerte e richieste non mancavano, con il Milan di Berlusconi e Arrigo Sacchi in prima fila. Messo alle strette e con le spalle al muro l’ingegnere giurò al Fenomeno - che voleva andare a giocare in Costa Azzurra - di lasciarlo andare, un’amabile bugia, un abile stratagemma che il presidente di allora adottò per continuare a vincere. E Diego se la prese a morte. Non ha più perdonato Corrado che i tifosi non avrebbero esitato nel mettere al muro se avesse davvero ceduto il grande capitano. E mo’ come la mettiamo? Oggi è come allora, la gente napoletana non ha dubbi: con il Pipita si vince, come ai tempi di Dieguito. Mettiamola alla... Catalano: arrivare primi è meglio che arrivare secondi, se poi don Aurelio ha altre idee...

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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G-FACTOR - Lucariello: "Il rendez-vous che Higuain ha fissato a Sarri"

di Napoli Magazine

27/05/2024 - 14:05

NAPOLI - E’ un tormentone: con il fiato sospeso, tutti. Un’unica certezza, il rendez-vous che il Pipita ha fissato a Sarri, prima di partire per il Sudamerica: “Mister, ci vediamo a Dimaro…”, sarà così? Non c’è motivo di dubitare giacchè Gonzalo è una persona di poche parole e non parla a vanvera. Solo che esistono situazioni che vanno al di là di qualsiasi logica sentimentale e che hanno un unico denominatore, quello degli interessi economici dei club e di ogni singolo calciatore. Ed è questo l’aspetto che tiene con il cuore in gola i tifosi della squadra del cuore, giorno dopo giorno, momento dopo momento. D’altra parte neanche la scadenza della clausola rescissoria fissata al 30 giugno offre certezze sulla riconferma del Pipita in maglia azzurra: in un modo o nell’altro - e cioè attraverso l’esercizio del riscatto della clausola fissato a 94 milioni, o attraverso una trattativa di calciomercato dopo la scadenza suddetta – il più grande attaccante del mondo del momento, potrebbe lasciarci con tanto di palmo al naso. E non è giusto, francamente. Nel calcio di oggi si osservano e si rispettano gli interessi di tutti, ma non quelle dei tifosi che viceversa dovrebbero assumere un’assoluta priorità che invece non esiste e che viene scavalcata dalle esigenze e necessità di bilancio, è un alibi di ferro o cos’altro? E’ vero, in questo clima di incertezza e perplessità, dovuto anche alla particolare stranezza del rapporto De Laurentiis-Sarri, l’unico appiglio è l’arrivederci con il quale Gonzalo si è congedato dal tecnico tosco-napoletano, un saluto con una stretta di mano carica di contenuti. Il Pipita ha comunque rimandato il discorso sul Napoli alla conclusione della Coppa America, mentre all’incontro tra suo fratello Nicolas - che è anche il suo manager - e De Laurentiis sul presunto rinnovo del contratto dell’attaccante argentino, si riaccende una luce di speranza nei tifosi azzurri convinti che per dare battaglia alla Juve nella prossima stagione nella lotta per il triangolino tricolore e per onorare la Champions, il Napoli del prossimo futuro deve ripartire da Higuain, clausola o no, allargando la rosa a livello qualitativo. D’altronde la squadra del cuore del primo e secondo scudetto e della Coppa Uefa riuscì nelle tre storiche imprese tenendosi stretto il più grande calciatore del mondo, Diego Maradona, senza guardare le differenze di fatturato e tra costi e ricavi con Madama. Va ricordato pure che Corrado Ferlaino il Pibe non volle cederlo in nessun modo, e che le offerte e richieste non mancavano, con il Milan di Berlusconi e Arrigo Sacchi in prima fila. Messo alle strette e con le spalle al muro l’ingegnere giurò al Fenomeno - che voleva andare a giocare in Costa Azzurra - di lasciarlo andare, un’amabile bugia, un abile stratagemma che il presidente di allora adottò per continuare a vincere. E Diego se la prese a morte. Non ha più perdonato Corrado che i tifosi non avrebbero esitato nel mettere al muro se avesse davvero ceduto il grande capitano. E mo’ come la mettiamo? Oggi è come allora, la gente napoletana non ha dubbi: con il Pipita si vince, come ai tempi di Dieguito. Mettiamola alla... Catalano: arrivare primi è meglio che arrivare secondi, se poi don Aurelio ha altre idee...

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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