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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Faccia a faccia, le più belle del reame, con l'Inter di contorno, per ora..."
29.11.2017 10:42 di Napoli Magazine

NAPOLI - Eccole qui, tra poco faccia a faccia. Le più belle del reame: il Napoli e la Juve. E l'Inter? direte. Di contorno, almeno per il momento. E vacanziera, perché gioca solo in campionato e la coppa del nonno cinese non ancora è stata ideata. Le più belle del reame con tanto di pedigree assegnato dall'Aic. Assatanate e un po' affaticate perché la Champions concede gloria e quattrini ma ti prosciuga muscoli ed energie nervose. Che stranezze offre il calcio, bello proprio per questo. Con il Napoli che fa la Juve e i conti tornano: imbattuto e difesa di ferro. E con la Juve che fa il Napoli e i conti sono in rosso: già due legnate e però un attacco mitraglia. Venerdì lo scontro diretto che dovrebbe fornire certezze acquisite. Una sfida, comunque, da giocare più con la testa che con i muscoli. Con la massima concentrazione possibile. Perché è in gioco una posta altissima: il consolidamento della leadership e la possibilità di creare un mini-baratro di sette punti. Che renderebbe, eventualmente, ancora più rabbioso il desiderio di rivalsa dei bianconeri sui nerazzurri con la conseguente probabilità di vedere allontanata un'altra rivale. Ma questo è il dopo. Le ultime sfide hanno detto questo: la Vecchia Signora rispetta la squadra azzurra. Tra coppa Italia e campionato i bianconeri non hanno mai affrontato i sarriani - sia in casa che fuori - con supponenza. Anzi.  Hanno stretto il più possibile i reparti dimostrando di temere la verve tattica e la bravura tecnica di Hamsik e compagnìa. Ma era una Juve diversa: solida nella retroguardia e con un centrocampo protettivo. Ora è una Juve diversa e ancora alla ricerca dell'assetto ideale. Circostanza che non tocca Allegri che si diverte a rivoltare la squadra ad ogni occasione. Al contrario di Sarri che ama affidarsi quasi sempre ai titolarissimi. Tra le due filosofìe, preferisco quella sarriana. Non è un caso del resto che le formazioni più forti in assoluto si affidino il più possibile ad interpreti che conoscano lo spartito a memoria. Esempi lampanti sono il Real e l'Atletico di Madrid, il Barcellona, il Manchester di Guardiola. Tutte squadre super-impegnate tra campionato, Champions e coppe nazionali. Arrivano alla sfida dopo un turno così così. Ha faticato il Napoli sul terreno gibboso della Dacia Arena. Ha faticato la Juve sul Crotone nonostante il risultato finale roboante. Sarri ha pochi pezzi da ricomporre. Quelli sono i titolari, quelle le riserve co-titolari. Ad Allegri mancherà (a meno di rischi tutti da calcolare) il Gonzalo di tutti i gol, quelli impossibili compreso. Un perfetto core 'ngrato. Quattro gol su quattro incontri di un certo tipo con gli ex compagni. E non è detto che sia un bene. Perché per Koulibaly e colleghi di reparto Higuain è - come si dice - carta conosciuta. Molto più di un Mandzukic centravanti guerriero. E l'assenza del Pipita priverà Allegri della tentazione di proporre il "tutti in campo" quelli lì davanti che da un po' stentano a ritrovarsi. Prevedo un rimescolamento delle carte in bianconero che potrebbe indurre ad una lettura tattica più complicata. Ma tant'è. Spesso e volentieri le sfide tra azzurri e bianconeri si sono affrancate dalla logica. E ne sono venute fuori battaglie senza esclusioni di colpi e di gol. Spesso partite vibranti e giocate faccia a faccia anche quando il Ciuccio era azzoppato e la Zebra pimpante. La grande bellezza della manovra sarriana - riconosciuta finalmente da Buffon - e il Barnum di Allegri dal tendone con gli spifferi. Andiamo a vedere lo spettacolo. Confidando nell'uomo war. Ove mai ce ne fosse bisogno.   

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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di Napoli Magazine

29/11/2024 - 10:42

NAPOLI - Eccole qui, tra poco faccia a faccia. Le più belle del reame: il Napoli e la Juve. E l'Inter? direte. Di contorno, almeno per il momento. E vacanziera, perché gioca solo in campionato e la coppa del nonno cinese non ancora è stata ideata. Le più belle del reame con tanto di pedigree assegnato dall'Aic. Assatanate e un po' affaticate perché la Champions concede gloria e quattrini ma ti prosciuga muscoli ed energie nervose. Che stranezze offre il calcio, bello proprio per questo. Con il Napoli che fa la Juve e i conti tornano: imbattuto e difesa di ferro. E con la Juve che fa il Napoli e i conti sono in rosso: già due legnate e però un attacco mitraglia. Venerdì lo scontro diretto che dovrebbe fornire certezze acquisite. Una sfida, comunque, da giocare più con la testa che con i muscoli. Con la massima concentrazione possibile. Perché è in gioco una posta altissima: il consolidamento della leadership e la possibilità di creare un mini-baratro di sette punti. Che renderebbe, eventualmente, ancora più rabbioso il desiderio di rivalsa dei bianconeri sui nerazzurri con la conseguente probabilità di vedere allontanata un'altra rivale. Ma questo è il dopo. Le ultime sfide hanno detto questo: la Vecchia Signora rispetta la squadra azzurra. Tra coppa Italia e campionato i bianconeri non hanno mai affrontato i sarriani - sia in casa che fuori - con supponenza. Anzi.  Hanno stretto il più possibile i reparti dimostrando di temere la verve tattica e la bravura tecnica di Hamsik e compagnìa. Ma era una Juve diversa: solida nella retroguardia e con un centrocampo protettivo. Ora è una Juve diversa e ancora alla ricerca dell'assetto ideale. Circostanza che non tocca Allegri che si diverte a rivoltare la squadra ad ogni occasione. Al contrario di Sarri che ama affidarsi quasi sempre ai titolarissimi. Tra le due filosofìe, preferisco quella sarriana. Non è un caso del resto che le formazioni più forti in assoluto si affidino il più possibile ad interpreti che conoscano lo spartito a memoria. Esempi lampanti sono il Real e l'Atletico di Madrid, il Barcellona, il Manchester di Guardiola. Tutte squadre super-impegnate tra campionato, Champions e coppe nazionali. Arrivano alla sfida dopo un turno così così. Ha faticato il Napoli sul terreno gibboso della Dacia Arena. Ha faticato la Juve sul Crotone nonostante il risultato finale roboante. Sarri ha pochi pezzi da ricomporre. Quelli sono i titolari, quelle le riserve co-titolari. Ad Allegri mancherà (a meno di rischi tutti da calcolare) il Gonzalo di tutti i gol, quelli impossibili compreso. Un perfetto core 'ngrato. Quattro gol su quattro incontri di un certo tipo con gli ex compagni. E non è detto che sia un bene. Perché per Koulibaly e colleghi di reparto Higuain è - come si dice - carta conosciuta. Molto più di un Mandzukic centravanti guerriero. E l'assenza del Pipita priverà Allegri della tentazione di proporre il "tutti in campo" quelli lì davanti che da un po' stentano a ritrovarsi. Prevedo un rimescolamento delle carte in bianconero che potrebbe indurre ad una lettura tattica più complicata. Ma tant'è. Spesso e volentieri le sfide tra azzurri e bianconeri si sono affrancate dalla logica. E ne sono venute fuori battaglie senza esclusioni di colpi e di gol. Spesso partite vibranti e giocate faccia a faccia anche quando il Ciuccio era azzoppato e la Zebra pimpante. La grande bellezza della manovra sarriana - riconosciuta finalmente da Buffon - e il Barnum di Allegri dal tendone con gli spifferi. Andiamo a vedere lo spettacolo. Confidando nell'uomo war. Ove mai ce ne fosse bisogno.   

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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