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ATALANTA - Kessiè: "Le big d'Europa mi seguono? Penso solo a dare il massimo"
22.10.2016 11:39 di Napoli Magazine

Franck Kessie, centrocampista dell'Atalanta, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport: "Sarà una grande partita e non vedo l’ora di giocarla. Ci servono punti per migliorare la nostra classifica. L'Inter è una squadra forte che pochi anni fa ha vinto la Champions League. Per me sarà un onore affrontarla. Quando hai di fronte certi campioni non puoi sbagliare niente. Dei milanesi stimo Zanetti. Lo so che ha smesso, ma quando era in campo mi piaceva da impazzire perché era fortissimo. Non potrò chiedergli la maglia. Magari gli chiederò di fare una foto insieme prima della partita. Il saluto del militare è il modo che ho per ricordare mio padre che è scomparso quando avevo 11 anni. Era un militare e un ex giocatore di Serie B in Costa d’Avorio. Anche lui come me faceva il centrocampista. Il pallone ce l’ho nel DNA grazie a papà. Ho 3 fratelli e 3 sorelle. Io sono il più piccolo di tutti, l’unico che gioca a calcio. Mi mancano e ogni volta che ho una partita con la nazionale li vedo. Ero un bambino tranquillo. Ho iniziato a giocare a 10 anni e da lì in poi ho sempre pensato che sarei diventato un calciatore professionista. Scuola? Non mi piaceva tanto andarci perché mi dovevo alzare troppo presto. Mia mamma doveva fare di tutto per farmi svegliare. Per fortuna aveva dalla sua parte i miei fratelli... Ho studiato fino a 17 anni, poi a 18 sono venuto in Italia. Modelli? Essien e YayaTouré. Qui si vive meglio che in Costa d’Avorio. A Bergamo mi trovo bene, l’Atalanta è la mia famiglia e il vostro cibo è strepitoso. Non so rinunciare alla pasta. Italia razzista? No. Io non ho mai avuto nessun tipo di problema e spero di non averne mai. Fuori dal campo ascolto la musica latina, ma non mi piace frequentare le discoteche o far tardi la notte. Dopo l’allenamento torno a casa e guardo film in tv. A Cesena lo scorso anno andavo a giocare a bowling con i miei compagni. Paragone con Tourè? E’ un vero onore. Insieme a Touré ho giocato in nazionale e mi sono emozionato quando me lo sono trovato accanto la prima volta. Per velocità di esecuzione e capacità di segnare Yaya è il numero uno. Denis? L’ho conosciuto quando sono arrivato nella Primavera dell’Atalanta e lo considero un grande giocatore. Questo numero mi stimola e non mi pesa assolutamente. Ho fatto la stessa cosa in nazionale dove indosso l’11 che era di Drogba. Spero di diventare forte come loro. Obiettivo? Vorrei arrivare a 8, il doppio rispetto alla scorsa stagione a Cesena. Sogno? Arrivare un giorno in una grande squadra e vincere il Pallone d’Oro africano. Tutte le big d'Europa mi seguono? A me questi argomenti non interessano e di mercato parlano il mio procuratore e la società. Sto bene all’Atalanta e penso solo a dare il massimo in campo".

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ATALANTA - Kessiè: "Le big d'Europa mi seguono? Penso solo a dare il massimo"

di Napoli Magazine

22/10/2024 - 11:39

Franck Kessie, centrocampista dell'Atalanta, ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport: "Sarà una grande partita e non vedo l’ora di giocarla. Ci servono punti per migliorare la nostra classifica. L'Inter è una squadra forte che pochi anni fa ha vinto la Champions League. Per me sarà un onore affrontarla. Quando hai di fronte certi campioni non puoi sbagliare niente. Dei milanesi stimo Zanetti. Lo so che ha smesso, ma quando era in campo mi piaceva da impazzire perché era fortissimo. Non potrò chiedergli la maglia. Magari gli chiederò di fare una foto insieme prima della partita. Il saluto del militare è il modo che ho per ricordare mio padre che è scomparso quando avevo 11 anni. Era un militare e un ex giocatore di Serie B in Costa d’Avorio. Anche lui come me faceva il centrocampista. Il pallone ce l’ho nel DNA grazie a papà. Ho 3 fratelli e 3 sorelle. Io sono il più piccolo di tutti, l’unico che gioca a calcio. Mi mancano e ogni volta che ho una partita con la nazionale li vedo. Ero un bambino tranquillo. Ho iniziato a giocare a 10 anni e da lì in poi ho sempre pensato che sarei diventato un calciatore professionista. Scuola? Non mi piaceva tanto andarci perché mi dovevo alzare troppo presto. Mia mamma doveva fare di tutto per farmi svegliare. Per fortuna aveva dalla sua parte i miei fratelli... Ho studiato fino a 17 anni, poi a 18 sono venuto in Italia. Modelli? Essien e YayaTouré. Qui si vive meglio che in Costa d’Avorio. A Bergamo mi trovo bene, l’Atalanta è la mia famiglia e il vostro cibo è strepitoso. Non so rinunciare alla pasta. Italia razzista? No. Io non ho mai avuto nessun tipo di problema e spero di non averne mai. Fuori dal campo ascolto la musica latina, ma non mi piace frequentare le discoteche o far tardi la notte. Dopo l’allenamento torno a casa e guardo film in tv. A Cesena lo scorso anno andavo a giocare a bowling con i miei compagni. Paragone con Tourè? E’ un vero onore. Insieme a Touré ho giocato in nazionale e mi sono emozionato quando me lo sono trovato accanto la prima volta. Per velocità di esecuzione e capacità di segnare Yaya è il numero uno. Denis? L’ho conosciuto quando sono arrivato nella Primavera dell’Atalanta e lo considero un grande giocatore. Questo numero mi stimola e non mi pesa assolutamente. Ho fatto la stessa cosa in nazionale dove indosso l’11 che era di Drogba. Spero di diventare forte come loro. Obiettivo? Vorrei arrivare a 8, il doppio rispetto alla scorsa stagione a Cesena. Sogno? Arrivare un giorno in una grande squadra e vincere il Pallone d’Oro africano. Tutte le big d'Europa mi seguono? A me questi argomenti non interessano e di mercato parlano il mio procuratore e la società. Sto bene all’Atalanta e penso solo a dare il massimo in campo".