In questi trent’anni ci siamo incrociati un buon numero di volte negli stadi di mezza Europa dove teneva il suo concerto, in quelli dove giocava la Juventus o in altri dove si esibiva lui con la nazionale cantanti della quale oggi è anche presidente. Questa sera, parallelamente alla seconda parte della sfida tra campioni, Ramazzotti sarà sul palco dell’Ariston dove verrà festeggiato e premiato per la sua strepitosa carriera che, proprio come ieri per la Pausini, ha permesso alla canzone italiana di farsi onore nel mondo. Una settimana speciale per Eros nella sua triplice veste di autore, giocatore e tifoso. Anche lui “sente” Juventus-Napoli e non vede l’ora che sia sabato: “Intanto vorrei che Pino fosse ancora qui con noi. Alla vigilia di un evento così importante sarebbe stupendo poterci sfottere come facevamo sempre e questa volta, come tifoso, dovrei ammettere di non essere troppo sereno. Questo Napoli mette paura. E non solo per i risultati ma perché, anche come società e come tifo, sembra essere maturato al punto giusto e comunque è diverso da quello fatalista e umorale di un tempo. Però noi siamo la Juventus, cioè una cosa a parte a livello internazionale e nessuna altra società in Italia è pari alla nostra. Siamo caduti, certamente. Ma ci siamo rialzati in fretta e con Andrea Agnelli andremo sempre più in alto. Conosco il presidente da quando era ragazzino. Un autentico innamorato dei colori bianconeri che non tradirà mai come avrebbero voluto suo padre Umberto e suo zio Gianni. L’ho incontrato recentemente e gli ho detto che l’inno scritto da me per la Juve è pronto. Non è stato facile perché dopo il “Grazie Roma” di Venditti era complicato azzeccare un motivo altrettanto valido. Spero di esserci riuscito. La prossima settimana Andrea lo ascolterà e potrà decidere. Capisco il suo imbarazzo perché anche l’attuale inno è bello oltre a essere conosciuto in tutto il mondo. Intanto ora badiamo a vincere con il Napoli e che Pino mi perdoni”.
di Napoli Magazine
10/02/2024 - 17:39
In questi trent’anni ci siamo incrociati un buon numero di volte negli stadi di mezza Europa dove teneva il suo concerto, in quelli dove giocava la Juventus o in altri dove si esibiva lui con la nazionale cantanti della quale oggi è anche presidente. Questa sera, parallelamente alla seconda parte della sfida tra campioni, Ramazzotti sarà sul palco dell’Ariston dove verrà festeggiato e premiato per la sua strepitosa carriera che, proprio come ieri per la Pausini, ha permesso alla canzone italiana di farsi onore nel mondo. Una settimana speciale per Eros nella sua triplice veste di autore, giocatore e tifoso. Anche lui “sente” Juventus-Napoli e non vede l’ora che sia sabato: “Intanto vorrei che Pino fosse ancora qui con noi. Alla vigilia di un evento così importante sarebbe stupendo poterci sfottere come facevamo sempre e questa volta, come tifoso, dovrei ammettere di non essere troppo sereno. Questo Napoli mette paura. E non solo per i risultati ma perché, anche come società e come tifo, sembra essere maturato al punto giusto e comunque è diverso da quello fatalista e umorale di un tempo. Però noi siamo la Juventus, cioè una cosa a parte a livello internazionale e nessuna altra società in Italia è pari alla nostra. Siamo caduti, certamente. Ma ci siamo rialzati in fretta e con Andrea Agnelli andremo sempre più in alto. Conosco il presidente da quando era ragazzino. Un autentico innamorato dei colori bianconeri che non tradirà mai come avrebbero voluto suo padre Umberto e suo zio Gianni. L’ho incontrato recentemente e gli ho detto che l’inno scritto da me per la Juve è pronto. Non è stato facile perché dopo il “Grazie Roma” di Venditti era complicato azzeccare un motivo altrettanto valido. Spero di esserci riuscito. La prossima settimana Andrea lo ascolterà e potrà decidere. Capisco il suo imbarazzo perché anche l’attuale inno è bello oltre a essere conosciuto in tutto il mondo. Intanto ora badiamo a vincere con il Napoli e che Pino mi perdoni”.