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CHALOBAH - Il talento del Chelsea riparte da Napoli, vent’anni, fascia al braccio e una sola stagione per conquistare il San Paolo
03.09.2015 15:00 di Napoli Magazine Fonte: Fabio Tarantino per Gianlucadimarzio.com

Una fascia al braccio come garanzia di personalità, carisma, leadership. Perché se a vent’anni seicapitano dell’Under 21 inglese, probabilmente un pezzo di futuro te lo sei già guadagnato. Un altro pezzettino, Nathaniel Nyakie Chalobah, lo ha fatto suo standosene anche seduto in tribuna, laddove molti soffrono. Ma a diciassette anni poco importa, può andar bene così: d’altronde la tua squadra sta alzando al cielo la Champions League, e tu – convocato – farai ritorno a casa con loro, coi vincitori, coi punti di riferimento dai quali si potrà solo apprendere, imparare, scoprire.

 

Nathaniel Chalobah è il nuovo che avanza, l’ultima scommessa che ha catturato la curiosità del Napoli e di Aurelio De Laurentiis. Era in tribuna, a Monaco, il 19 maggio 2012, quando il Chelseadi Di Matteo superava il Bayern Monaco e trionfava in Champions League. 185 cm di altezza per80 kg, ed un volto che ispira tutt’altro che insicurezza. Come se parlasse: perché di cose ne ha da dirne, l’ex difensore centrale dirottato a centrocampo per fare la differenza con le sue lunghe leve. E con qualità mai passate inosservate. Il Chelsea lo ha accolto nel settore giovanile nel 2010. Uno dei tanti, l’ennesima promessa destinata a far parlar di sé, un ragazzino di belle speranze pronto a misurarsi col calcio che conta.

 

La carriera di Chalobah è una corsa ad ostacoli senza pause. In tre anni ha vestito cinque maglie diverse: Watford, Nottingham, Middlesbrough, Burnley, Reading. Cinque esperienze, cinque tentativi andati (quasi) a vuoto, cinque step d’un percorso di crescita senza tuttavia esser riuscito – ancora – a tagliarne il traguardo. Chi lo conosce fatica a descriverlo. Un po’ regista e un po’ mediano, in fondo essere giovani promesse è come essere creta nelle mani dell’allenatore di turno: modellabile a seconda dei casi, delle esigenze, delle necessità. Ecco perché in passato, da difensore – ruolo ricoperto oggi da suo fratello, Trevoh (’99), sempre di proprietà del Chelsea -, Chalobah è stato dirottato in mediana. Una scelta inevitabile, figlia di un bagaglio tecnico che quasi lo opprimeva nelle sole vesti di centrale.

 

Chalobah ha l’istinto del centrocampista, oltre che la tecnica e le qualità per ricoprire – e bene – tale ruolo. Uno dei primi ad accorgersene è stato Gianfranco Zola, allenatore del Watford nella stagione 2012/13. Un po’ regista e un po’ mediano, dicevamo. Perché se il fisico gli consente di contrastare gli avversari, le qualità tecniche quasi lo obbligano a provare la giocata, talvolta rischiando, pur di mettere in luce tutto il suo potenziale. Nella sua giovane carriera, ha agito prevalentemente da centrocampista centrale in una mediana a due. Le sue qualità migliori? La corsa, lo stacco di testa, la progressione palla al piede.

 

Non è propriamente un regista, ma avrà tempo e modo per crescere anche in fase di impostazione. A Napoli, perché no, anche se il ruolo che Sarri ha in mente per lui è quello di mezzala. Chalobah – che ha scelto la maglia numero 94, ovvero l’anno di nascita - crescerà in silenzio, all’ombra di Hamsik, Valdifiori, Allan. Attenderà il suo momento, catturerà ogni istante della sua - prima - esperienza oltremanica, farà tesoro di consigli, errori, attimi. Avrà poca pressione, tanto entusiasmo ed una grande certezza: il Chelsea crede ancora in lui, tanto da lasciarlo andar via solo in prestito secco.

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CHALOBAH - Il talento del Chelsea riparte da Napoli, vent’anni, fascia al braccio e una sola stagione per conquistare il San Paolo

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03/09/2024 - 15:00

Una fascia al braccio come garanzia di personalità, carisma, leadership. Perché se a vent’anni seicapitano dell’Under 21 inglese, probabilmente un pezzo di futuro te lo sei già guadagnato. Un altro pezzettino, Nathaniel Nyakie Chalobah, lo ha fatto suo standosene anche seduto in tribuna, laddove molti soffrono. Ma a diciassette anni poco importa, può andar bene così: d’altronde la tua squadra sta alzando al cielo la Champions League, e tu – convocato – farai ritorno a casa con loro, coi vincitori, coi punti di riferimento dai quali si potrà solo apprendere, imparare, scoprire.

 

Nathaniel Chalobah è il nuovo che avanza, l’ultima scommessa che ha catturato la curiosità del Napoli e di Aurelio De Laurentiis. Era in tribuna, a Monaco, il 19 maggio 2012, quando il Chelseadi Di Matteo superava il Bayern Monaco e trionfava in Champions League. 185 cm di altezza per80 kg, ed un volto che ispira tutt’altro che insicurezza. Come se parlasse: perché di cose ne ha da dirne, l’ex difensore centrale dirottato a centrocampo per fare la differenza con le sue lunghe leve. E con qualità mai passate inosservate. Il Chelsea lo ha accolto nel settore giovanile nel 2010. Uno dei tanti, l’ennesima promessa destinata a far parlar di sé, un ragazzino di belle speranze pronto a misurarsi col calcio che conta.

 

La carriera di Chalobah è una corsa ad ostacoli senza pause. In tre anni ha vestito cinque maglie diverse: Watford, Nottingham, Middlesbrough, Burnley, Reading. Cinque esperienze, cinque tentativi andati (quasi) a vuoto, cinque step d’un percorso di crescita senza tuttavia esser riuscito – ancora – a tagliarne il traguardo. Chi lo conosce fatica a descriverlo. Un po’ regista e un po’ mediano, in fondo essere giovani promesse è come essere creta nelle mani dell’allenatore di turno: modellabile a seconda dei casi, delle esigenze, delle necessità. Ecco perché in passato, da difensore – ruolo ricoperto oggi da suo fratello, Trevoh (’99), sempre di proprietà del Chelsea -, Chalobah è stato dirottato in mediana. Una scelta inevitabile, figlia di un bagaglio tecnico che quasi lo opprimeva nelle sole vesti di centrale.

 

Chalobah ha l’istinto del centrocampista, oltre che la tecnica e le qualità per ricoprire – e bene – tale ruolo. Uno dei primi ad accorgersene è stato Gianfranco Zola, allenatore del Watford nella stagione 2012/13. Un po’ regista e un po’ mediano, dicevamo. Perché se il fisico gli consente di contrastare gli avversari, le qualità tecniche quasi lo obbligano a provare la giocata, talvolta rischiando, pur di mettere in luce tutto il suo potenziale. Nella sua giovane carriera, ha agito prevalentemente da centrocampista centrale in una mediana a due. Le sue qualità migliori? La corsa, lo stacco di testa, la progressione palla al piede.

 

Non è propriamente un regista, ma avrà tempo e modo per crescere anche in fase di impostazione. A Napoli, perché no, anche se il ruolo che Sarri ha in mente per lui è quello di mezzala. Chalobah – che ha scelto la maglia numero 94, ovvero l’anno di nascita - crescerà in silenzio, all’ombra di Hamsik, Valdifiori, Allan. Attenderà il suo momento, catturerà ogni istante della sua - prima - esperienza oltremanica, farà tesoro di consigli, errori, attimi. Avrà poca pressione, tanto entusiasmo ed una grande certezza: il Chelsea crede ancora in lui, tanto da lasciarlo andar via solo in prestito secco.

Fonte: Fabio Tarantino per Gianlucadimarzio.com