In Evidenza
CIRO - L'avv. Pisani: "Andiamo avanti"
26.05.2016 21:33 di Napoli Magazine

Angelo Pisani, legale della famiglia di Ciro Esposito, ha inviato a "Napoli Magazine" una sua riflessione: "Solo con la sentenza in campo si è visto lo Stato. Punito il primo colpevole andiamo avanti.

Per quanto si possa dire siamo soddisfatti, almeno dal punto di vista giuridico, lo siamo e lo siamo perché oggi si è visto e si è sentito lo Stato.

È giusta la equilibrata sentenza di condanna del De Santis, un primo passo in attesa di ottenere piena giustizia e chiarire tutte le altre responsabilità dei complici e degli organizzatori di quella tragica finale.

La Giustizia italiana ha dato oggi una grande prova di rigore, competenza ed imparzialità. La sentenza a carico di Daniele De Santis pronunciata dai giudici della Corte d’Assise di Roma sulla base dell’attività investigativa della Procura e delle nostre indagini difensive, rappresenta una pietra miliare nel contrasto dello Stato italiano alla criminalità e a tutti coloro che seminano violenza, terrore e morte pensando di rimanere impuniti. Occorre sempre rigore a tutela di tutti quelli che animano quei luoghi in cui dovrebbero regnare solo testimonianze di lealtà e sana competizione, come i campi di calcio e nella società civile. Oggi lo Stato ha dimostrato di esserci e di saper esser giusto e severo, ma deve esserci sempre e non vogliamo più assistere a tragedie del genere sicuramente evitabili .

L’ultrà Daniele De Santis, al quale è stata inflitta una condanna a 26 anni, il massimo della pena prevista per il reato di omicidio volontario con il bilanciamento tra aggravanti ed attenuanti, non è solo colpevole di aver cancellato dalla faccia della terra con il suo gesto criminale un giovane lavoratore con la passione del calcio, un cittadino eroe che si era lanciato in soccorso di famiglie indifese giunte a Roma per andare allo stadio e ritrovatesi nel pieno di un agguato. De Santis è colpevole per aver violentato quel giorno i valori dello sport come l’agonismo e il rispetto dell’avversario, cospargendo di sangue innocente il mondo intero del calcio italiano. De Santis è colpevole di non essersi ancora pentito e di non aver mai chiesto espressamente scusa a quella "mamma d'Italia" che ogni giorno prega e lo perdona, di aver provocato i moralisti di turno che non hanno perso occasione per la strumentalizzazione e per infangare l’immagine di Napoli e dei napoletani, innescando inoltre insieme ad altri scalmanati ultrà sentimenti di odio fra due città che non hanno alcun motivo di esistere, né sui campi sportivi né in alcuna altra sede.

La sentenza di condanna emessa oggi decreti e riflette quanto accaduto prima, durante e dopo perciò a nostro giudizio non sarà riformata, né in Appello e nemmeno in Cassazione, non rispecchia niente altro che la realtà e traduce in diritto la verità dei fatti, tanto forti sono le circostanze che la sorreggono e che leggeremo quando saranno depositate le motivazioni. Fatti che abbiamo contribuito a spiegare al mondo intero dimostrandoli fin dal primo giorno e che sono emersi con cristallina chiarezza nelle lunghe, articolate fasi del giudizio, attraverso incidenti probatori, prove testimoniali, video ed altre implacabili ricostruzioni rese dalla Procura.

Non si può esprimere soddisfazione quando si celebra un processo per la morte di un innocente che nessuno potrà restituire alla sua famiglia, né quando un altro soggetto resterà rinchiuso in carcere per tanti anni, ma consideriamo giusto e logico il verdetto di oggi, che ha inflitto una prima severa condanna al primo colpevole escludendo e non lasciando alcuno spazio , tra l'altro , a qualsiasi sia ipotesi di “legittima difesa”, pur avanzata, nel tentativo sbagliato di discolparsi, dagli avvocati di De Santis: un uomo che per giunta aveva agito con premeditata strategia e perché no , anche vigliaccheria, aspettando che passassero altri ultra , i tifosi organizzati del Napoli, per aggredire le famiglie che scendevano dal pullman. Quello inflitto a “Gastone” è di fatto un “ergastolo sostanziale”, invece di 30 sono 26 anni, ma una pena esemplare, che auspichiamo possa prevenire in futuro il verificarsi di simili episodi criminali, dentro e fuori gli stadi.

Purtroppo però anche quest’anno Roma ha dimostrato di non essere all’altezza di ospitare grandi eventi sportivi e di saper garantire massima sicurezza, perché ancora una volta non si riusciti ad evitare scontri che potevano avere altre conseguenze tragiche. Ci auguriamo che nella prossima stagione la finale di Coppa Italia venga organizzata in una città più sicura e che tutti capiscano da questa sentenza quali sono i valori e gli esempi di riferimento per cui tifare".

ULTIMISSIME IN EVIDENZA
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
CIRO - L'avv. Pisani: "Andiamo avanti"

di Napoli Magazine

26/05/2024 - 21:33

Angelo Pisani, legale della famiglia di Ciro Esposito, ha inviato a "Napoli Magazine" una sua riflessione: "Solo con la sentenza in campo si è visto lo Stato. Punito il primo colpevole andiamo avanti.

Per quanto si possa dire siamo soddisfatti, almeno dal punto di vista giuridico, lo siamo e lo siamo perché oggi si è visto e si è sentito lo Stato.

È giusta la equilibrata sentenza di condanna del De Santis, un primo passo in attesa di ottenere piena giustizia e chiarire tutte le altre responsabilità dei complici e degli organizzatori di quella tragica finale.

La Giustizia italiana ha dato oggi una grande prova di rigore, competenza ed imparzialità. La sentenza a carico di Daniele De Santis pronunciata dai giudici della Corte d’Assise di Roma sulla base dell’attività investigativa della Procura e delle nostre indagini difensive, rappresenta una pietra miliare nel contrasto dello Stato italiano alla criminalità e a tutti coloro che seminano violenza, terrore e morte pensando di rimanere impuniti. Occorre sempre rigore a tutela di tutti quelli che animano quei luoghi in cui dovrebbero regnare solo testimonianze di lealtà e sana competizione, come i campi di calcio e nella società civile. Oggi lo Stato ha dimostrato di esserci e di saper esser giusto e severo, ma deve esserci sempre e non vogliamo più assistere a tragedie del genere sicuramente evitabili .

L’ultrà Daniele De Santis, al quale è stata inflitta una condanna a 26 anni, il massimo della pena prevista per il reato di omicidio volontario con il bilanciamento tra aggravanti ed attenuanti, non è solo colpevole di aver cancellato dalla faccia della terra con il suo gesto criminale un giovane lavoratore con la passione del calcio, un cittadino eroe che si era lanciato in soccorso di famiglie indifese giunte a Roma per andare allo stadio e ritrovatesi nel pieno di un agguato. De Santis è colpevole per aver violentato quel giorno i valori dello sport come l’agonismo e il rispetto dell’avversario, cospargendo di sangue innocente il mondo intero del calcio italiano. De Santis è colpevole di non essersi ancora pentito e di non aver mai chiesto espressamente scusa a quella "mamma d'Italia" che ogni giorno prega e lo perdona, di aver provocato i moralisti di turno che non hanno perso occasione per la strumentalizzazione e per infangare l’immagine di Napoli e dei napoletani, innescando inoltre insieme ad altri scalmanati ultrà sentimenti di odio fra due città che non hanno alcun motivo di esistere, né sui campi sportivi né in alcuna altra sede.

La sentenza di condanna emessa oggi decreti e riflette quanto accaduto prima, durante e dopo perciò a nostro giudizio non sarà riformata, né in Appello e nemmeno in Cassazione, non rispecchia niente altro che la realtà e traduce in diritto la verità dei fatti, tanto forti sono le circostanze che la sorreggono e che leggeremo quando saranno depositate le motivazioni. Fatti che abbiamo contribuito a spiegare al mondo intero dimostrandoli fin dal primo giorno e che sono emersi con cristallina chiarezza nelle lunghe, articolate fasi del giudizio, attraverso incidenti probatori, prove testimoniali, video ed altre implacabili ricostruzioni rese dalla Procura.

Non si può esprimere soddisfazione quando si celebra un processo per la morte di un innocente che nessuno potrà restituire alla sua famiglia, né quando un altro soggetto resterà rinchiuso in carcere per tanti anni, ma consideriamo giusto e logico il verdetto di oggi, che ha inflitto una prima severa condanna al primo colpevole escludendo e non lasciando alcuno spazio , tra l'altro , a qualsiasi sia ipotesi di “legittima difesa”, pur avanzata, nel tentativo sbagliato di discolparsi, dagli avvocati di De Santis: un uomo che per giunta aveva agito con premeditata strategia e perché no , anche vigliaccheria, aspettando che passassero altri ultra , i tifosi organizzati del Napoli, per aggredire le famiglie che scendevano dal pullman. Quello inflitto a “Gastone” è di fatto un “ergastolo sostanziale”, invece di 30 sono 26 anni, ma una pena esemplare, che auspichiamo possa prevenire in futuro il verificarsi di simili episodi criminali, dentro e fuori gli stadi.

Purtroppo però anche quest’anno Roma ha dimostrato di non essere all’altezza di ospitare grandi eventi sportivi e di saper garantire massima sicurezza, perché ancora una volta non si riusciti ad evitare scontri che potevano avere altre conseguenze tragiche. Ci auguriamo che nella prossima stagione la finale di Coppa Italia venga organizzata in una città più sicura e che tutti capiscano da questa sentenza quali sono i valori e gli esempi di riferimento per cui tifare".