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IL COMMENTO - Gianni Rivera: "Napoli bravo, peccato sia venuto meno nel momento topico"
30.04.2016 11:46 di Napoli Magazine Fonte: Salvatore Malfitano per il Roma

Raffinato centrocampista, ma anche Sottosegretario alla difesa. Ha lanciato un brand di abbigliamento sportivo, è stato squalificato senza mai essere espulso, ha deciso la partita più bella di sempre, in un Italia- Germania che nessuno dimenticherà. Gianni Rivera è stato questo, e tanto altro. Adesso, a 73 anni da compiere tra pochi mesi, ha deciso di raccontarsi in autobiografia colorata e sincera. Con la stessa franchezza, ha descritto a tratti decisi i limiti e i pregi del Napoli di Sarri.

 

Che impressione le ha fatto la squadra quest’anno? «Ho avuto sensazioni positive, peccato che nel momento topico sia venuto a mancare qualcosa. Chiaramente, quando non si segna più con continuità non si può ricondurre tutto ad un momento negativo dell’attaccante, anche perché le squadre non si compongono solo di individualità».

 

Allora cos’è mancato al Napoli? «La capacità di preparazione al gol. È questo che lo differenzia dalla Juventus, che con la rimonta ha dimostrato di essere la squadra più forte in Italia. I bianconeri non hanno un Pelé, ma sono una squadra che riesce sempre a segnare, in qualsiasi momento».

 

Higuaìn, a proposito di reti, quest’anno sta viaggiando a medie incredibili. E’ l’attaccante più forte del mondo, in questo momento? «Non credo sia il più forte, ma rientra nei migliori cinque sicuramente, insieme a Ibrahimovic, Messi, Ronaldo: i soliti nomi, per intenderci».

 

Il secondo posto può considerarsi un obiettivo ormai raggiunto? «Chissà, nel calcio si sa sempre troppo e spesso si sbaglia. Finché non lo stabilirà la matematica, è tutto in discussione ».

 

Gabbiadini è stato utilizzato molto poco, ma ha saputo mettersi in mostra. Come valuta la sua stagione? «L’impiego ridotto è inevitabile, se davanti a lui c’è un giocatore più forte, che merita il posto di titolare. Un fuoriclasse può mettersi in mostra anche in pochissimi minuti. Per cui, deve sperare che Higuaìn venga squalificato più spesso (ride, ndr)».

 

Quando lei era in attività il calcio viveva di queste esasperazioni e colpevolismi come adesso? «Sì, è sempre esistita un’atmosfera simile quando si notava qualcosa di anormale. Solo che ora si esagera: spesso questa caccia alle streghe serve solamente a nascondere un risultato che non si è stato in grado di raggiungere. Anche perché ormai gli arbitri sono dei professionisti e non hanno alcun interesse a farsi coinvolgere in qualche eventuale macchinazione».

 

Se fosse stato il presidente della Figc, come avrebbe gestito un c.t. della Nazionale che si fa pagare tanto, ma che abdica così in breve per tornare in un club? «È stata una situazione imprevedibile. La scelta stessa di Conte è stata praticamente casuale: si è liberato un tecnico di livello ed è stato contattato. Probabilmente avrebbe preferito continuare con la Juventus senza separarsi da una società. Ha bisogno di questo tipo di gestione: è un allenatore, mentre nelle nazionali bisogna essere selezionatori; è diverso».

 

Lei ci pensa mai ad allenare? È un incarico che non ha mai ricoperto. «Quando ho smesso da calciatore, mi sono proiettato subito come dirigente. Ma allenare non credo sia difficile: sono stato Sottosegretario alla difesa, si può fare».

 

Il calcio si muove sempre di più verso l’utilizzo della tecnologia in campo. È a favore di questa svolta? «La moviola può essere uno strumento utile, ma se impiegata con giudizio, perché le continue interruzioni non farebbero bene: porterebbero il calcio a una morte lenta. Personalmente, se ne potrebbe fare comunque a meno di tutto questo, in fin dei conti il necessario è solamente ciò che già c’è, cioè il chip che permette di sapere quando la palla ha attraversato completamente la linea di porta. Inoltre, tanta tecnologia sarebbe solo a disposizione dei campionati maggiori e finirebbe per creare tanta disparità con le divisioni minori che non hanno gli stessi mezzi economici».

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IL COMMENTO - Gianni Rivera: "Napoli bravo, peccato sia venuto meno nel momento topico"

di Napoli Magazine

30/04/2024 - 11:46

Raffinato centrocampista, ma anche Sottosegretario alla difesa. Ha lanciato un brand di abbigliamento sportivo, è stato squalificato senza mai essere espulso, ha deciso la partita più bella di sempre, in un Italia- Germania che nessuno dimenticherà. Gianni Rivera è stato questo, e tanto altro. Adesso, a 73 anni da compiere tra pochi mesi, ha deciso di raccontarsi in autobiografia colorata e sincera. Con la stessa franchezza, ha descritto a tratti decisi i limiti e i pregi del Napoli di Sarri.

 

Che impressione le ha fatto la squadra quest’anno? «Ho avuto sensazioni positive, peccato che nel momento topico sia venuto a mancare qualcosa. Chiaramente, quando non si segna più con continuità non si può ricondurre tutto ad un momento negativo dell’attaccante, anche perché le squadre non si compongono solo di individualità».

 

Allora cos’è mancato al Napoli? «La capacità di preparazione al gol. È questo che lo differenzia dalla Juventus, che con la rimonta ha dimostrato di essere la squadra più forte in Italia. I bianconeri non hanno un Pelé, ma sono una squadra che riesce sempre a segnare, in qualsiasi momento».

 

Higuaìn, a proposito di reti, quest’anno sta viaggiando a medie incredibili. E’ l’attaccante più forte del mondo, in questo momento? «Non credo sia il più forte, ma rientra nei migliori cinque sicuramente, insieme a Ibrahimovic, Messi, Ronaldo: i soliti nomi, per intenderci».

 

Il secondo posto può considerarsi un obiettivo ormai raggiunto? «Chissà, nel calcio si sa sempre troppo e spesso si sbaglia. Finché non lo stabilirà la matematica, è tutto in discussione ».

 

Gabbiadini è stato utilizzato molto poco, ma ha saputo mettersi in mostra. Come valuta la sua stagione? «L’impiego ridotto è inevitabile, se davanti a lui c’è un giocatore più forte, che merita il posto di titolare. Un fuoriclasse può mettersi in mostra anche in pochissimi minuti. Per cui, deve sperare che Higuaìn venga squalificato più spesso (ride, ndr)».

 

Quando lei era in attività il calcio viveva di queste esasperazioni e colpevolismi come adesso? «Sì, è sempre esistita un’atmosfera simile quando si notava qualcosa di anormale. Solo che ora si esagera: spesso questa caccia alle streghe serve solamente a nascondere un risultato che non si è stato in grado di raggiungere. Anche perché ormai gli arbitri sono dei professionisti e non hanno alcun interesse a farsi coinvolgere in qualche eventuale macchinazione».

 

Se fosse stato il presidente della Figc, come avrebbe gestito un c.t. della Nazionale che si fa pagare tanto, ma che abdica così in breve per tornare in un club? «È stata una situazione imprevedibile. La scelta stessa di Conte è stata praticamente casuale: si è liberato un tecnico di livello ed è stato contattato. Probabilmente avrebbe preferito continuare con la Juventus senza separarsi da una società. Ha bisogno di questo tipo di gestione: è un allenatore, mentre nelle nazionali bisogna essere selezionatori; è diverso».

 

Lei ci pensa mai ad allenare? È un incarico che non ha mai ricoperto. «Quando ho smesso da calciatore, mi sono proiettato subito come dirigente. Ma allenare non credo sia difficile: sono stato Sottosegretario alla difesa, si può fare».

 

Il calcio si muove sempre di più verso l’utilizzo della tecnologia in campo. È a favore di questa svolta? «La moviola può essere uno strumento utile, ma se impiegata con giudizio, perché le continue interruzioni non farebbero bene: porterebbero il calcio a una morte lenta. Personalmente, se ne potrebbe fare comunque a meno di tutto questo, in fin dei conti il necessario è solamente ciò che già c’è, cioè il chip che permette di sapere quando la palla ha attraversato completamente la linea di porta. Inoltre, tanta tecnologia sarebbe solo a disposizione dei campionati maggiori e finirebbe per creare tanta disparità con le divisioni minori che non hanno gli stessi mezzi economici».

Fonte: Salvatore Malfitano per il Roma