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IL DATO - Napoli, la media gol è crollata: adesso si segna meno di una rete a partita
16.12.2017 12:55 di Napoli Magazine Fonte: Pierpaolo Matrone per il Roma

Galeotto fu quel lontano 29 ottobre che sembra abbia inflitto una maledizione che non vuole più andar via. Il palcoscenico era il solito San Paolo, lo sparring partner il Sassuolo, preso a sberle come se fosse l'ultima squadra sulla faccia della terra. E' lì che fu visto l'ultimo scorcio di attacco micidiale, infallibile, cinico e cattivo. Un gol di Mertens e uno di Callejon (con Allan a completare il tabellino), come se non fosse nulla di straordinario. Infatti era ordinario. E che ne sapevano loro due, cecchini impeccabili, che quello sarebbe stato l'ultimo colpo sparato da lì a tanto tempo? La data ultima ancora non c'è.

 

DIGIUNO. Napoli-Sassuolo è ormai un ricordo lontano e già sbiadito, il 29 ottobre la data dell'ultima gioia dei due attaccanti azzurri in campionato. Affaticamento, poche energie, scarsa brillantezza: sono queste le caratteristiche che hanno contraddistinto questo periodo che ancora non volge al termine. Hanno perso lucidità i due tenori, che ora non cantano più come all'inizio. Cinque gol (più due in Champions League) fino a quel momento per lo spagnolo, dieci (più due in Europa) quelli messi a segno da Dries. Numeri eloquenti, frutto di una prima parte di stagione entusiasmante. Il falso nove belga ha colpito soltanto contro lo Shakhtar a risultato ormai acquisito, senza risultare più decisivo come un po' di tempo fa. José invece non dà segni di vita da quella maledetta gara con il Sassuolo, non regala più gli inserimenti perfetti e soprattutto la freddezza sotto porta del primo pezzo di stagione. Assenti, spenti.

 

ANCORA LORO. Ma Sarri non ci pensa mica a farli riposare: là davanti, ovviamente in virtù dell'infortunio di Milik, giocano quei tre. Nelle ultime due partite l'allenatore di Figline ha dovuto fare a meno di Insigne, ma con ogni probabilità a Torino ci sarà di nuovo, per formare quel tridente di folletti che devono tornare ad essere pazzi come due mesi fa. «A Mertens è difficile dar riposo, non abbiamo altri attaccanti centrali a disposizione, brillante o meno deve giocare in questo momento». E' stato chiaro Sarri dopo il pareggio con la Fiorentina, dal centro dell'attacco non lo toglie nessuno. Così come lo spagnolo, che «E' in crescita» secondo il tecnico partenopeo e quindi può riservare sorprese, sempre partendo dalla sua fascia: «Da centravanti non posso metterlo, comunque non ruoterebbe. La situazione purtroppo è questa». Nella stessa posizione di sempre. Magari con un pensiero a quell'ormai sbiadito Napoli-Sassuolo: è da lì che bisogna prendere esempio per ripartire più forti di prima.

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IL DATO - Napoli, la media gol è crollata: adesso si segna meno di una rete a partita

di Napoli Magazine

16/12/2024 - 12:55

Galeotto fu quel lontano 29 ottobre che sembra abbia inflitto una maledizione che non vuole più andar via. Il palcoscenico era il solito San Paolo, lo sparring partner il Sassuolo, preso a sberle come se fosse l'ultima squadra sulla faccia della terra. E' lì che fu visto l'ultimo scorcio di attacco micidiale, infallibile, cinico e cattivo. Un gol di Mertens e uno di Callejon (con Allan a completare il tabellino), come se non fosse nulla di straordinario. Infatti era ordinario. E che ne sapevano loro due, cecchini impeccabili, che quello sarebbe stato l'ultimo colpo sparato da lì a tanto tempo? La data ultima ancora non c'è.

 

DIGIUNO. Napoli-Sassuolo è ormai un ricordo lontano e già sbiadito, il 29 ottobre la data dell'ultima gioia dei due attaccanti azzurri in campionato. Affaticamento, poche energie, scarsa brillantezza: sono queste le caratteristiche che hanno contraddistinto questo periodo che ancora non volge al termine. Hanno perso lucidità i due tenori, che ora non cantano più come all'inizio. Cinque gol (più due in Champions League) fino a quel momento per lo spagnolo, dieci (più due in Europa) quelli messi a segno da Dries. Numeri eloquenti, frutto di una prima parte di stagione entusiasmante. Il falso nove belga ha colpito soltanto contro lo Shakhtar a risultato ormai acquisito, senza risultare più decisivo come un po' di tempo fa. José invece non dà segni di vita da quella maledetta gara con il Sassuolo, non regala più gli inserimenti perfetti e soprattutto la freddezza sotto porta del primo pezzo di stagione. Assenti, spenti.

 

ANCORA LORO. Ma Sarri non ci pensa mica a farli riposare: là davanti, ovviamente in virtù dell'infortunio di Milik, giocano quei tre. Nelle ultime due partite l'allenatore di Figline ha dovuto fare a meno di Insigne, ma con ogni probabilità a Torino ci sarà di nuovo, per formare quel tridente di folletti che devono tornare ad essere pazzi come due mesi fa. «A Mertens è difficile dar riposo, non abbiamo altri attaccanti centrali a disposizione, brillante o meno deve giocare in questo momento». E' stato chiaro Sarri dopo il pareggio con la Fiorentina, dal centro dell'attacco non lo toglie nessuno. Così come lo spagnolo, che «E' in crescita» secondo il tecnico partenopeo e quindi può riservare sorprese, sempre partendo dalla sua fascia: «Da centravanti non posso metterlo, comunque non ruoterebbe. La situazione purtroppo è questa». Nella stessa posizione di sempre. Magari con un pensiero a quell'ormai sbiadito Napoli-Sassuolo: è da lì che bisogna prendere esempio per ripartire più forti di prima.

Fonte: Pierpaolo Matrone per il Roma