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IL GRAFFIO - Corbo: "Higuain sceglie Napoli per il suo rilancio, Sarri piace ai competenti"
06.07.2015 02:15 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "il Graffio" di Repubblica

In redazione mi riferiscono una notizia. Merita di essere girata subito. Higuain arriverà con qualche giorno di anticipo in ritiro. Gli spetta un mese secco di vacanza. Tornerà prima, in tempo per seguire gli allenamenti di Sarri. Notizia che conforta i tifosi, in giorni di ansia. Segue l'articolo che ho scritto per Repubblica Napoli. Dedicato proprio a Higuain. La Coppa America restituisce Higuain a Napoli in tutta la sua fragile grandezza. La notte di Santiago con l'ennesimo rigore spedito alla luna certifica i limiti di un campione imperfetto. Torna un micidiale bolide, ma da portare in officina per un tagliando. Molti tifosi temevano che De Laurentiis potesse venderlo per far cassa. Minacciava anche lui, sotto sotto, di andar via. Si aggirava anche il fratello manager da queste parti, con tutti i messaggi obliqui e la ricorrente avidità di un calcio senza più regole né bandiere. Si è reso incedibile lo stesso Higuain sbagliando dinanzi al mondo ancora una volta un rigore, uno dei due che hanno dato penalizzato l'Argentina nel finale, uno lui uno Banega. Un altro errore di Higuain, su assist di Messi, aveva graziato il Cile, vincitore della “Copa” . Poteva chiudere la partita, e non vi è riuscito. Per il Napoli non cambia molto, De Laurentiis lo aveva già eliminato dal mercato, pubblicando il prezzo del suo svincolo: una novantina di milioni. Un altro giro di chiave l'aveva dato Maurizio Sarri, dicendo che sarebbe stato felice di allenare il Napoli con Higuain confermato, perché era . Ecco, questa è la storia di un ragazzo da aiutare. I sette rigori su 10 sbagliati nelle stagioni italiane, l'errore di Germania-Argentina di “Brasile 2014” e quelli ancora più gravi dell'ultimo campionato, sono un dossier da consegnare a Sarri. Se è certo che Higuain sia giocatore di elevate qualità tecniche, è interesse suo e del Napoli tracciare un suo profilo psicologico. Le sue prodezze sotto rete esaltano per precisione e creatività balistica. Higuain le realizza quando va d'impeto, senza pensarci, guidato dal talento immenso che è in lui. Higuain sbaglia se ha un attimo per pensare: il gol che sembra facile facile o il rigore da battere sono perfide insidie per lui. Si può immaginare una sindrome da responsabilità. Higuain si rivela sempre più un campione e sempre meno un leader. Maradona vinse da solo il mondiale di Mexico '86 con una squadra composta da otto disoccupati. Carlos Maria Bilardo mise al servizio del Genio un plotone di fedelissimi e scattanti gregari. Higuain invece trascina di rado il Napoli da solo alla vittoria, né si poteva sperare di più. Forse perché fino a 26 anni nel grande Real era un titolare instabile. Negli ultimi due campionati spagnoli (nella Liga) con il Real Madrid supera a malapena i 1700 minuti, quasi 19 partite piene. Nell'ultimo biennio con il Napoli invece va in serie A ben oltre i 2700, una media quindi di 30 gare. In Italia tra i 26 e 28 anni dà il massimo, ma non ancora tutto. Può essere proprio Napoli la tappa della sua maturità, in una stagione senza Champions ma da vivere con umiltà e voglia di riemergere. Sono quattro le condizioni. La prima: che Sarri sappia parlargli dritto al cuore, provocando fiammate d'orgoglio nei tormenti del suo ritorno. La seconda: che ricominci in allenamento proprio dai rigori, per ricomporre la sua autostima. Occorre applicazione, il rigore è un fatto tecnico, come insegnano nella storia del calcio i due fenomeni del tiro dagli 11 metri: il difensore della Fiorentina, Cervato, e l'insuperabile Liedholm. La terza e la quarta insieme: che Higuain si dia una vita spartana da atleta ambizioso e si metta davvero a disposizione di Sarri, riconoscendo all'artigiano della panchina quel buonsenso, l'attenzione costante e le premure che il distacco accademico di Benitez gli negavano. Con la mediazione di Manuel Garcia Quillon, l'agente che venne a poche ore dalla semifinale di Europa League a trattare, fu pagato forse troppo: 40 milioni Ne guadagna cinque netti. Si offende se i tifosi di Napoli gli chiedono un minuto di allenamento in più e un grammo in meno?

 

Torno dopo un congresso di chirurgia a Melizzano, borgo di quieta bellezza nel verde più gentile del Sannio. Il sindaco Rossano Insogna è un medico di rara sensibilità per la sua terra. Ha organizzato ancora una volta la Quintana, festa di gente e cavalli che nel fascino di un solo giorno rende indimenticabile Melizzano per i quattro, cinquemila forestieri che arrivano. Quest'anno la data è domenica 5 luglio, chi legge il Blog in tempo, ci pensi. Il professor Massimo Agresti ancora una volta mi ha chiesto di condurre il dibattito nella presentazione e poi in due sessioni. Ho seguito da lontano le vicende del Napoli. Ma non ho trascurato il Graffio, almeno da lettore. Temo che ci stiamo divertendo meno. C'è un gruppo che diffonde la speranza, c'è chi tace anche a se stesso la delusione di questo quinto posto e aspetta che il Napoli finito in pezzi sia ricomposto in una identità di squadra. Emerge in controtendenza un gruppo che contesta De Laurentiis, sempre e comunque. Non posso trascurare l'anomalo sistema di invitare alcuni giornalisti ed escluderne altri. Ho il dovere di dare la mia opinione. Non mi nascondo. Nella scelta dei tre giornalisti dei quotidiani, De Laurentiis ha puntato su Marco Azzi di Repubblica, Francesco De Luca del Mattino, Antonio Giordano del Corriere dello Sport. Mi ha sorpreso l'assenza di Monica Scozzafava, forse perché il presidente ha inteso escludere i quotidiani comunque riconducibili a testate milanesi. Una collega che stimo. Conosco i tre giornalisti invitati. Sono i tre che sento più vicini a me, da decenni. Non mi fa velo certo l'affetto se dico che sono professionisti di sicura indipendenza e indiscussa onestà. Sui tre non c'è una sola ombra nella loro eccellente carriera. Noi di Repubblica abbiamo un termine: . In gergo, è lo stile di raccontare le cose. Il distacco, l'oggettività, l'equilibrio. Senza il timore di spingerci in critiche coraggiose quando lo riteniamo opportuno. Esemplare il comportamento del presidente dell'Ordine dei giornalisti, Ottavio Lucarelli. Per chi non lo sapesse, Ottavio ha scritto un severo comunicato sulla decisione di un invito parziale per presentare Sarri è dal giorno della fondazione di Repubblica Napoli un redattore scrupoloso, onesto con se stesso, con la redazione con i colleghi che rappresenta anche fuori Repubblica. La mia linea è la stessa di Ottavio Lucarelli. Un mio collega di Repubblica, Marco Azzi, era presente, è andato, ha scritto un ottimo servizio; ha intervistato Sarri con la correttezza e il distacco che gli riconosco da sempre. L'anomalia non è nella presenza dei tre colleghi, ma nell'assenza di altri della carta stampata. E questo a me dispiace. Esprimo la solidarietà, più che gli assenti, a Nicola Lombardo e Guido Baldari, due che curano la comunicazione del Napoli. Immagino il loro imbarazzo. Sono due di noi. C'era Marco Fassone, direttore generale, quando non fu consentito a Dimaro ad un giornalista di un quotidiano napoletano di seguire gli allenamenti. Quella volta i tifosi non si preoccuparono del giornalista escluso, proseguirono ad applaudire De Laurentiis nei suoi frequenti comizi in Trentino. Stavolta i tifosi si schierano contro il presidente non perché abbiano a cuore i diritti di uno o più giornalisti, ma perché sarebbero pronti ad incolpare De Laurentiis di tutto, anche della crisi greca. Come se non avesse lui versato la quota del debito all'Europa, mettendo in crisi il popolo fiero e disperato che ben conosco, da Atene a Salonicco. Non ho mai fatto sconti a De Laurentiis, dice di stimarmi ma di certo non mi ama quando scrivo quello che non si aspetta da un giornalista amico. Questa mia indipendenza si riflette nel Blog aperto a tutte le opinioni, come vedete. Non fermerò una sola critica, non c'è limite alla manifestazione di consenso e dissenso, ma temo che l'ostilità sistematica al presidente impedisca ad alcuni tifosi di osservare quanto accade. Credo non ci sia nulla di più interessante che vedere un club rinascere. Il Napoli ci sta provando. De Laurentiis non sta sbagliando ora. Ma quando ha lasciato il Napoli alla coppia Benitez-Bigon. I danni sono stati devastanti. Sono stati sprecati troppi milioni. Se è vero che per Allan vadano via Inler e Britos, devo registrare che sono stati spesi per nulla 17 e 8 milioni per due dei peggiori acquisti. A quei 25 milioni non ha fatto cenno nella lettera di addio Bigon, quando escluse il nome del presidente, ma era quel messaggio un fluviale sfogo nei confronti di De Laurentiis, ormai stanco di sperperi ed errori. L'acquisto di Donadel doveva essere censurato subito, se non impedito. Oggi De Laurentiis ha dimostrato purtroppo la sua coerenza. Continua a gestire il mercato in prima persona. Nessuno può impedirglielo. Il padrone è lui. Se sbaglia, tocca a lui parlare con il direttore della banca. Non ai tifosi che contestano tutto e comunque. Chi ama il Napoli si augura che stavolta gli rinnovare la squadra con successo. Spero che Ciontoli faccia meglio di Bigon, ma sono certo che Sarri sia d'aiuto, perché ha idee più chiare ed il coraggio di parlare solo in funzione del suo progetto tattico. Non chiede di acquistare giocatori di amici. Era irrituale che il Napoli avesse un passaggio obbligato attraverso lo spagnolo Quillon. Oggi Sarri comincia a conquistare i tifosi competenti proprio perché annuncia e spiega. Ho gradito: 1) blocca la cessione di Higuain; 2) vuole rivalutare Hamsik riportandolo a centrocampo con licenza di inserirsi nella fase conclusiva; 3) promette che il modulo non è fisso, come non deve mai esserlo se si parla di calcio tra gente che se ne intende. Ribadisco da questi segnali una cauta fiducia nell'artigiano della panchina, che finalmente ci parla di calcio e non di come salvare Pompei.

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06/07/2024 - 02:15

In redazione mi riferiscono una notizia. Merita di essere girata subito. Higuain arriverà con qualche giorno di anticipo in ritiro. Gli spetta un mese secco di vacanza. Tornerà prima, in tempo per seguire gli allenamenti di Sarri. Notizia che conforta i tifosi, in giorni di ansia. Segue l'articolo che ho scritto per Repubblica Napoli. Dedicato proprio a Higuain. La Coppa America restituisce Higuain a Napoli in tutta la sua fragile grandezza. La notte di Santiago con l'ennesimo rigore spedito alla luna certifica i limiti di un campione imperfetto. Torna un micidiale bolide, ma da portare in officina per un tagliando. Molti tifosi temevano che De Laurentiis potesse venderlo per far cassa. Minacciava anche lui, sotto sotto, di andar via. Si aggirava anche il fratello manager da queste parti, con tutti i messaggi obliqui e la ricorrente avidità di un calcio senza più regole né bandiere. Si è reso incedibile lo stesso Higuain sbagliando dinanzi al mondo ancora una volta un rigore, uno dei due che hanno dato penalizzato l'Argentina nel finale, uno lui uno Banega. Un altro errore di Higuain, su assist di Messi, aveva graziato il Cile, vincitore della “Copa” . Poteva chiudere la partita, e non vi è riuscito. Per il Napoli non cambia molto, De Laurentiis lo aveva già eliminato dal mercato, pubblicando il prezzo del suo svincolo: una novantina di milioni. Un altro giro di chiave l'aveva dato Maurizio Sarri, dicendo che sarebbe stato felice di allenare il Napoli con Higuain confermato, perché era . Ecco, questa è la storia di un ragazzo da aiutare. I sette rigori su 10 sbagliati nelle stagioni italiane, l'errore di Germania-Argentina di “Brasile 2014” e quelli ancora più gravi dell'ultimo campionato, sono un dossier da consegnare a Sarri. Se è certo che Higuain sia giocatore di elevate qualità tecniche, è interesse suo e del Napoli tracciare un suo profilo psicologico. Le sue prodezze sotto rete esaltano per precisione e creatività balistica. Higuain le realizza quando va d'impeto, senza pensarci, guidato dal talento immenso che è in lui. Higuain sbaglia se ha un attimo per pensare: il gol che sembra facile facile o il rigore da battere sono perfide insidie per lui. Si può immaginare una sindrome da responsabilità. Higuain si rivela sempre più un campione e sempre meno un leader. Maradona vinse da solo il mondiale di Mexico '86 con una squadra composta da otto disoccupati. Carlos Maria Bilardo mise al servizio del Genio un plotone di fedelissimi e scattanti gregari. Higuain invece trascina di rado il Napoli da solo alla vittoria, né si poteva sperare di più. Forse perché fino a 26 anni nel grande Real era un titolare instabile. Negli ultimi due campionati spagnoli (nella Liga) con il Real Madrid supera a malapena i 1700 minuti, quasi 19 partite piene. Nell'ultimo biennio con il Napoli invece va in serie A ben oltre i 2700, una media quindi di 30 gare. In Italia tra i 26 e 28 anni dà il massimo, ma non ancora tutto. Può essere proprio Napoli la tappa della sua maturità, in una stagione senza Champions ma da vivere con umiltà e voglia di riemergere. Sono quattro le condizioni. La prima: che Sarri sappia parlargli dritto al cuore, provocando fiammate d'orgoglio nei tormenti del suo ritorno. La seconda: che ricominci in allenamento proprio dai rigori, per ricomporre la sua autostima. Occorre applicazione, il rigore è un fatto tecnico, come insegnano nella storia del calcio i due fenomeni del tiro dagli 11 metri: il difensore della Fiorentina, Cervato, e l'insuperabile Liedholm. La terza e la quarta insieme: che Higuain si dia una vita spartana da atleta ambizioso e si metta davvero a disposizione di Sarri, riconoscendo all'artigiano della panchina quel buonsenso, l'attenzione costante e le premure che il distacco accademico di Benitez gli negavano. Con la mediazione di Manuel Garcia Quillon, l'agente che venne a poche ore dalla semifinale di Europa League a trattare, fu pagato forse troppo: 40 milioni Ne guadagna cinque netti. Si offende se i tifosi di Napoli gli chiedono un minuto di allenamento in più e un grammo in meno?

 

Torno dopo un congresso di chirurgia a Melizzano, borgo di quieta bellezza nel verde più gentile del Sannio. Il sindaco Rossano Insogna è un medico di rara sensibilità per la sua terra. Ha organizzato ancora una volta la Quintana, festa di gente e cavalli che nel fascino di un solo giorno rende indimenticabile Melizzano per i quattro, cinquemila forestieri che arrivano. Quest'anno la data è domenica 5 luglio, chi legge il Blog in tempo, ci pensi. Il professor Massimo Agresti ancora una volta mi ha chiesto di condurre il dibattito nella presentazione e poi in due sessioni. Ho seguito da lontano le vicende del Napoli. Ma non ho trascurato il Graffio, almeno da lettore. Temo che ci stiamo divertendo meno. C'è un gruppo che diffonde la speranza, c'è chi tace anche a se stesso la delusione di questo quinto posto e aspetta che il Napoli finito in pezzi sia ricomposto in una identità di squadra. Emerge in controtendenza un gruppo che contesta De Laurentiis, sempre e comunque. Non posso trascurare l'anomalo sistema di invitare alcuni giornalisti ed escluderne altri. Ho il dovere di dare la mia opinione. Non mi nascondo. Nella scelta dei tre giornalisti dei quotidiani, De Laurentiis ha puntato su Marco Azzi di Repubblica, Francesco De Luca del Mattino, Antonio Giordano del Corriere dello Sport. Mi ha sorpreso l'assenza di Monica Scozzafava, forse perché il presidente ha inteso escludere i quotidiani comunque riconducibili a testate milanesi. Una collega che stimo. Conosco i tre giornalisti invitati. Sono i tre che sento più vicini a me, da decenni. Non mi fa velo certo l'affetto se dico che sono professionisti di sicura indipendenza e indiscussa onestà. Sui tre non c'è una sola ombra nella loro eccellente carriera. Noi di Repubblica abbiamo un termine: . In gergo, è lo stile di raccontare le cose. Il distacco, l'oggettività, l'equilibrio. Senza il timore di spingerci in critiche coraggiose quando lo riteniamo opportuno. Esemplare il comportamento del presidente dell'Ordine dei giornalisti, Ottavio Lucarelli. Per chi non lo sapesse, Ottavio ha scritto un severo comunicato sulla decisione di un invito parziale per presentare Sarri è dal giorno della fondazione di Repubblica Napoli un redattore scrupoloso, onesto con se stesso, con la redazione con i colleghi che rappresenta anche fuori Repubblica. La mia linea è la stessa di Ottavio Lucarelli. Un mio collega di Repubblica, Marco Azzi, era presente, è andato, ha scritto un ottimo servizio; ha intervistato Sarri con la correttezza e il distacco che gli riconosco da sempre. L'anomalia non è nella presenza dei tre colleghi, ma nell'assenza di altri della carta stampata. E questo a me dispiace. Esprimo la solidarietà, più che gli assenti, a Nicola Lombardo e Guido Baldari, due che curano la comunicazione del Napoli. Immagino il loro imbarazzo. Sono due di noi. C'era Marco Fassone, direttore generale, quando non fu consentito a Dimaro ad un giornalista di un quotidiano napoletano di seguire gli allenamenti. Quella volta i tifosi non si preoccuparono del giornalista escluso, proseguirono ad applaudire De Laurentiis nei suoi frequenti comizi in Trentino. Stavolta i tifosi si schierano contro il presidente non perché abbiano a cuore i diritti di uno o più giornalisti, ma perché sarebbero pronti ad incolpare De Laurentiis di tutto, anche della crisi greca. Come se non avesse lui versato la quota del debito all'Europa, mettendo in crisi il popolo fiero e disperato che ben conosco, da Atene a Salonicco. Non ho mai fatto sconti a De Laurentiis, dice di stimarmi ma di certo non mi ama quando scrivo quello che non si aspetta da un giornalista amico. Questa mia indipendenza si riflette nel Blog aperto a tutte le opinioni, come vedete. Non fermerò una sola critica, non c'è limite alla manifestazione di consenso e dissenso, ma temo che l'ostilità sistematica al presidente impedisca ad alcuni tifosi di osservare quanto accade. Credo non ci sia nulla di più interessante che vedere un club rinascere. Il Napoli ci sta provando. De Laurentiis non sta sbagliando ora. Ma quando ha lasciato il Napoli alla coppia Benitez-Bigon. I danni sono stati devastanti. Sono stati sprecati troppi milioni. Se è vero che per Allan vadano via Inler e Britos, devo registrare che sono stati spesi per nulla 17 e 8 milioni per due dei peggiori acquisti. A quei 25 milioni non ha fatto cenno nella lettera di addio Bigon, quando escluse il nome del presidente, ma era quel messaggio un fluviale sfogo nei confronti di De Laurentiis, ormai stanco di sperperi ed errori. L'acquisto di Donadel doveva essere censurato subito, se non impedito. Oggi De Laurentiis ha dimostrato purtroppo la sua coerenza. Continua a gestire il mercato in prima persona. Nessuno può impedirglielo. Il padrone è lui. Se sbaglia, tocca a lui parlare con il direttore della banca. Non ai tifosi che contestano tutto e comunque. Chi ama il Napoli si augura che stavolta gli rinnovare la squadra con successo. Spero che Ciontoli faccia meglio di Bigon, ma sono certo che Sarri sia d'aiuto, perché ha idee più chiare ed il coraggio di parlare solo in funzione del suo progetto tattico. Non chiede di acquistare giocatori di amici. Era irrituale che il Napoli avesse un passaggio obbligato attraverso lo spagnolo Quillon. Oggi Sarri comincia a conquistare i tifosi competenti proprio perché annuncia e spiega. Ho gradito: 1) blocca la cessione di Higuain; 2) vuole rivalutare Hamsik riportandolo a centrocampo con licenza di inserirsi nella fase conclusiva; 3) promette che il modulo non è fisso, come non deve mai esserlo se si parla di calcio tra gente che se ne intende. Ribadisco da questi segnali una cauta fiducia nell'artigiano della panchina, che finalmente ci parla di calcio e non di come salvare Pompei.

Fonte: Antonio Corbo per "il Graffio" di Repubblica