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IL GRAFFIO - Corbo: "I tre partiti del Napoli"
31.08.2015 00:31 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Conta il gioco o il risultato? Quando una squadra va fischiata e quando applaudita? Come si giudica correttamente questo Napoli? In un campionato con la Juve ultima a zero punti, in questo calcio sottosopra, in un campionato stravolto e dalla sosta per le nazionali, può essere corretta anche una lettura diversa. I fischi mi sono sembrati eccessivi. Giustificati dalla delusione. Ma del pareggio con la Samp sono colte le cose da salvare. Se una formazione per un tempo dà spettacolo, se è irresistibile, se funziona: perché bocciarla?
Mi iscrivo al partito della fiducia. Sono uno che ama le minoranze. Il Napoli la merita. Perché Sarri l'ha corretto in una settimana e farà ancora meglio se potrà lavorare in serenità. So che c'è un partito opposto, quello degli scettici. Non lo contesto. Credo sia la maggioranza. Maggioranza. Il terzo è affollato di catastrofisti. Riparliamone tra un mese. Credo che ci sia qualche luce da non spegnere, lo sostengo nell'articolo scritto per Repubblica Napoli. Lo giro volentieri agli amici del Graffio.

 

Higuain segna ridendo. Per la prima volta, dopo il suo secondo gol, il bomber si libera di misteri, crucci, languori. Recita la sua inedita felicità. Quella che Sarri in un giorno di audaci promesse aveva annunciato. Una bella immagine che solo l'inaffidabile Napoli poteva distruggere, lasciando campo e scena ad una Samp messa a tacere per quasi un'ora.
I fischi alla fine sembrano eccessivi. Questo Napoli è un cantiere aperto, e Sarri vi lavora con umiltà. C'è qualcosa che lo premia più del risultato. Senza scalfire il suo orgoglio di toscano troppo convinto delle sue idee, ha cambiato il Napoli, cambiando se stesso. Anche un uomo spigoloso e testardo può arrendersi agli interessi del club. E l'ha fatto. Dopo la sconfitta con il Sassuolo era ad un bivio: rivedere formazione o modulo. Bocciare qualcuno o il suo gioco. Insistere e rimodellare il Napoli.
Ha scelto tutte le seconde condizioni. Ed il primo tempo, purtroppo solo il primo, è stato uno spettacolo, peccato che nella ripresa la difesa sia precipitata nei suoi ormai consueti errori, tirata giù da un formidabile Eder e da un disastroso Albiol. Rivedendolo ci si chiede come sia ancora qui.
Napoli efficiente nel primo tempo grazie ai correttivi giusti. Non pochi, evidenti finché il Napoli è sembrato atleticamente rifiorito. Sembrava lo stesso Napoli, leggendo i nomi, non lo è stato. Profondamente diverso, con solo due significativi inserimenti: Callejon e Allan. Ma porta il nome e la faccia di Insigne, con look da novizio dei frati cercatori, la più interessante modifica tattica.
Sarri ha restituito Insigne, finora deludente come rifinitore, alla sua zona e al suo ruolo. La lenta difesa della Samp, sconvolta dopo l'infortunio di Coda, è stata subito in affanno. Massima libertà nell'angolo alto di sinistra, da dove il monello di Frattamaggiore liberato tutto il suo estro latino. Grande finta e controfinta, velocità di pensiero, disponibile all'azzardo come chi sadi giocare con la vitoria addosso: Insigne si è espresso con tutta la sua sfrontata allegria. La sua posizione ha completato il congegno offensivo, una linea d'attacco a tre poi esaltata al centro da Higuain ritrovato nella sua naturale eleganza di bomber ispirato, con Callejon alla sua destra. Il Napoli ha espresso, per larghi tratti del primo tempo, l'invocato 4-3-3. Con il terzetto di attaccanti proiettati tutti con pari responsabilità nell'assist e nelle conclusioni. Di certo non si è visto il 4-3-1-2 mancando il rifinitore.
Dopo un'ora, il Napoli è ricaduto nelle sue amnesie difensive. Hysaj ancora una volta a sinistra ha patito Muriel nella sua fascia, Hamsik non ha assicurato la copertura richiesta ad un giocatore di qualità che si dichiara felice di fare il mediano, Allan umile ma prezioso ha intanto lasciato il posto a David Lopez, fatale il calo di tensione. Ma quel primo tempo non può essere cancellato. La prova di Insigne e Higuain e le fiammate finali di una squadra stanca chiedono, anzi meritano un'ampia apertura di credito. L'ex bancario Sarri saprà come giocarsela. Può contare anche su Reina, per fortuna è tornato. Si sarebbe altrimenti aperta nella ripresa una voragine.

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IL GRAFFIO - Corbo: "I tre partiti del Napoli"

di Napoli Magazine

31/08/2024 - 00:31

Conta il gioco o il risultato? Quando una squadra va fischiata e quando applaudita? Come si giudica correttamente questo Napoli? In un campionato con la Juve ultima a zero punti, in questo calcio sottosopra, in un campionato stravolto e dalla sosta per le nazionali, può essere corretta anche una lettura diversa. I fischi mi sono sembrati eccessivi. Giustificati dalla delusione. Ma del pareggio con la Samp sono colte le cose da salvare. Se una formazione per un tempo dà spettacolo, se è irresistibile, se funziona: perché bocciarla?
Mi iscrivo al partito della fiducia. Sono uno che ama le minoranze. Il Napoli la merita. Perché Sarri l'ha corretto in una settimana e farà ancora meglio se potrà lavorare in serenità. So che c'è un partito opposto, quello degli scettici. Non lo contesto. Credo sia la maggioranza. Maggioranza. Il terzo è affollato di catastrofisti. Riparliamone tra un mese. Credo che ci sia qualche luce da non spegnere, lo sostengo nell'articolo scritto per Repubblica Napoli. Lo giro volentieri agli amici del Graffio.

 

Higuain segna ridendo. Per la prima volta, dopo il suo secondo gol, il bomber si libera di misteri, crucci, languori. Recita la sua inedita felicità. Quella che Sarri in un giorno di audaci promesse aveva annunciato. Una bella immagine che solo l'inaffidabile Napoli poteva distruggere, lasciando campo e scena ad una Samp messa a tacere per quasi un'ora.
I fischi alla fine sembrano eccessivi. Questo Napoli è un cantiere aperto, e Sarri vi lavora con umiltà. C'è qualcosa che lo premia più del risultato. Senza scalfire il suo orgoglio di toscano troppo convinto delle sue idee, ha cambiato il Napoli, cambiando se stesso. Anche un uomo spigoloso e testardo può arrendersi agli interessi del club. E l'ha fatto. Dopo la sconfitta con il Sassuolo era ad un bivio: rivedere formazione o modulo. Bocciare qualcuno o il suo gioco. Insistere e rimodellare il Napoli.
Ha scelto tutte le seconde condizioni. Ed il primo tempo, purtroppo solo il primo, è stato uno spettacolo, peccato che nella ripresa la difesa sia precipitata nei suoi ormai consueti errori, tirata giù da un formidabile Eder e da un disastroso Albiol. Rivedendolo ci si chiede come sia ancora qui.
Napoli efficiente nel primo tempo grazie ai correttivi giusti. Non pochi, evidenti finché il Napoli è sembrato atleticamente rifiorito. Sembrava lo stesso Napoli, leggendo i nomi, non lo è stato. Profondamente diverso, con solo due significativi inserimenti: Callejon e Allan. Ma porta il nome e la faccia di Insigne, con look da novizio dei frati cercatori, la più interessante modifica tattica.
Sarri ha restituito Insigne, finora deludente come rifinitore, alla sua zona e al suo ruolo. La lenta difesa della Samp, sconvolta dopo l'infortunio di Coda, è stata subito in affanno. Massima libertà nell'angolo alto di sinistra, da dove il monello di Frattamaggiore liberato tutto il suo estro latino. Grande finta e controfinta, velocità di pensiero, disponibile all'azzardo come chi sadi giocare con la vitoria addosso: Insigne si è espresso con tutta la sua sfrontata allegria. La sua posizione ha completato il congegno offensivo, una linea d'attacco a tre poi esaltata al centro da Higuain ritrovato nella sua naturale eleganza di bomber ispirato, con Callejon alla sua destra. Il Napoli ha espresso, per larghi tratti del primo tempo, l'invocato 4-3-3. Con il terzetto di attaccanti proiettati tutti con pari responsabilità nell'assist e nelle conclusioni. Di certo non si è visto il 4-3-1-2 mancando il rifinitore.
Dopo un'ora, il Napoli è ricaduto nelle sue amnesie difensive. Hysaj ancora una volta a sinistra ha patito Muriel nella sua fascia, Hamsik non ha assicurato la copertura richiesta ad un giocatore di qualità che si dichiara felice di fare il mediano, Allan umile ma prezioso ha intanto lasciato il posto a David Lopez, fatale il calo di tensione. Ma quel primo tempo non può essere cancellato. La prova di Insigne e Higuain e le fiammate finali di una squadra stanca chiedono, anzi meritano un'ampia apertura di credito. L'ex bancario Sarri saprà come giocarsela. Può contare anche su Reina, per fortuna è tornato. Si sarebbe altrimenti aperta nella ripresa una voragine.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica