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PENSIERO - Puca: Senza parole. Solo male parole
24.05.2015 12:19 di Napoli Magazine

NAPOLI - Gianni Puca, autore teatrale di Gino Rivieccio, scrive a "Napoli Magazine" il suo pensiero dopo Juventus-Napoli: "Allo Juventus Stadium, a meno di un doppio miracolo di San Gennaro – si è chiusa nel peggior modo possibile la stagione del Napoli calcio. Trovare i responsabili di questo fallimento potrebbe sembrare difficile, se solo non fosse semplicissimo. Questa stagione l'ha buttata nella spazzatura la società, che è riuscita ad indebolire una squadra che necessitava di pochi ritocchi per poter competere per il vertice e per poter accedere ai gironi di Champions. E invece via Behrami, Reina, Dzemaili, Pandev e Fernandez, nessuno sostituito con un omologo quantomeno di pari valore. Gli unici acquisti azzeccati sono stati Gabbiadini, utilizzato meno di quanto meritasse, e Strinic, che dopo un ottimo avvio, è stato dimenticato da qualche parte dopo un paio di partite sottotono, normalissime per chi proveniva da una lunga inattività. L'ha buttata all'aria la società insieme all'allenatore, dando l'idea alla squadra che il progetto era a termine, perché a fine anno Benitez sarebbe andato via. Da novembre il tema di ogni conferenza stampa è stato costantemente “Benitez rimane oppure no”, quando l’argomento poteva essere liquidato in un’unica dichiarazione a inizio campionato: “Benitez ha un contratto, e fin quando scade è un tesserato del Napoli. Se a fine anno si raggiungono gli obbiettivi e si concordano progetti di reciproca soddisfazione si prosegue. Punto”. Avessi fatto parte della società, avrei registrato questo messaggio e lo avrei fatto ascoltare ogni qualvolta giornalisti nazionali e locali avessero ripetuto la stessa domanda. Fermo restando che i giornalisti nazional-juventini o nazional milanisti interisti, romanisti e laziali avevano un obbiettivo da perseguire: quello di rovinare l’ambiente, mentre lo scopo di molti giornalisti locali sinceramente non l’ho capito. La stagione l'ha buttata via la società non esonerando Benitez subito dopo l'intervista pre-Bilbao nella quale dichiarò che non sarebbe stato un dramma (sportivo s'intende) non superare il preliminare di Champions. Cioè uno gioca un anno intero per raggiungere i preliminari per accedere alla Champions e poi se non ci si qualifica, perdendo contro una squadra di carpentieri, non è un problema? E’ come se uno corteggiasse una donna per un anno, martellandola quotidianamente, poi dopo una romantica cena, lei lo invita a casa sua, si fa trovare in babydoll sul letto e lui gli dice: “Non ti preoccupare, se non me la dai, ci può stare”! Con quella dichiarazione e quelle sui continui rinvii a Natale, Pasqua e Ferragosto per conoscere il suo futuro Benitez ha gestito malissimo la comunicazione, che in passato era stato tra i suoi punti di forza. La stagione l'ha buttato via Benitez, che ha gestito male la rosa, che seppur incompleta, poteva arrivare tranquillamente al secondo posto e vincere Europa League e coppa Italia. Un allenatore della sua esperienza avrebbe dovuto capire dopo tre partite, ma anche due, che non aveva i calciatori adatti per giocare con un certo modulo. Con il centrocampo a due puoi giocare solo se hai Mascherano e Yayà Tourè, se hai una difesa forte e attaccanti che danno una mano al centrocampo. Benitez aveva solo quest’ultima cosa. Ma proprio perché uno di questi, Callejon, da due anni faceva ala, attaccante e terzino, gli andavano dati molti turni di riposo, tanto più che da gennaio era arrivato Gabbiadini. Gli obbiettivi li hanno buttato via uno dopo l’altro i calciatori, che hanno dimostrato che -con qualche giorno di disciplinato ritiro - sono capaci di demolire avversari di rango internazionale, vedi il Wolfsburg, per poi tornare ad essere una squadra svagata, senza carattere e orgoglio, incapace di vincere contro squadre che lottano per la retrocessione, contro una modesta squadra ucraina, e neppure contro la Juve B, già scudettata, vincitrice pochi giorni prima della Coppia Italia dopo aver giocato i supplementari, e in finale di Champions. In parte, hanno contribuito anche i tifosi, che hanno fischiato i singoli calciatori durante partite chiave. Ma questo è solo un personale punto di vista. Per me andava fischiato l’intero progetto nelle sedi opportune, napoletane e non. Non ce la si può prendere né con Higuain che è tra quelli che ci mette sempre l’anima e non vuole perdere mai, per qualche partita in cui non era in forma, né con Gargano, che dà più del massimo che può fare. Dispiace dirlo, ma un richiamo andrebbe fatto anche ai giornalisti sportivi partenopei, che invece di chiedere a Benitez dalla prima giornata se rimaneva o meno, avrebbero dovuto chiedergli, ogni settimana, come pensava di giocare il campionato italiano solo con due centrocampisti, di cui un solo mediano per volta, con l'aggiunta di due terzini che spingono ma non sanno difendere, e quattro calciatori d'attacco. Una famosa pubblicità diceva “La potenza è nulla senza equilibrio”. Ebbene, il Napoli quest’anno aveva un potenziale offensivo straordinario, ma è stato disinnescato dallo stesso allenatore, che non è riuscito a trovare una soluzione tattica per far rendere al massimo il potenziale offensivo e per limitare al minimo i danni, organizzando una fase difensiva che supplisse all’assenza di calciatori di pari qualità in difesa e a centrocampo, rispetto a quelli d’attacco. Certamente anche gli arbitri quest’anno hanno inciso e non poco, dallo show di Tagliavento in Napoli-Juve, che ha chiuso il campionato, dal fuorigioco che si è prescritto dopo quaranta secondi nella semifinale di ritorno con la Lazio, dalla doppietta di Platinì nella doppia semifinale con gli ucraini, per finire all’errore tecnico di Banti in Juve –Napoli, con rigore concesso alla Juve per un gesto inconsulto di Britos a palla lontana, tipo quello di Chiellini su Cavani non molto tempo fa che ebbe diverso trattamento. Il Napoli, a mio modesto avviso, potrebbe chiedere la ripetizione della partita per l’errore tecnico di Banti, ma noi tifosi dovremmo forse chiedere la ripetizione dell’intera gestione per errori tecnici e non di squadra, allenatore e società".

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di Napoli Magazine

24/05/2024 - 12:19

NAPOLI - Gianni Puca, autore teatrale di Gino Rivieccio, scrive a "Napoli Magazine" il suo pensiero dopo Juventus-Napoli: "Allo Juventus Stadium, a meno di un doppio miracolo di San Gennaro – si è chiusa nel peggior modo possibile la stagione del Napoli calcio. Trovare i responsabili di questo fallimento potrebbe sembrare difficile, se solo non fosse semplicissimo. Questa stagione l'ha buttata nella spazzatura la società, che è riuscita ad indebolire una squadra che necessitava di pochi ritocchi per poter competere per il vertice e per poter accedere ai gironi di Champions. E invece via Behrami, Reina, Dzemaili, Pandev e Fernandez, nessuno sostituito con un omologo quantomeno di pari valore. Gli unici acquisti azzeccati sono stati Gabbiadini, utilizzato meno di quanto meritasse, e Strinic, che dopo un ottimo avvio, è stato dimenticato da qualche parte dopo un paio di partite sottotono, normalissime per chi proveniva da una lunga inattività. L'ha buttata all'aria la società insieme all'allenatore, dando l'idea alla squadra che il progetto era a termine, perché a fine anno Benitez sarebbe andato via. Da novembre il tema di ogni conferenza stampa è stato costantemente “Benitez rimane oppure no”, quando l’argomento poteva essere liquidato in un’unica dichiarazione a inizio campionato: “Benitez ha un contratto, e fin quando scade è un tesserato del Napoli. Se a fine anno si raggiungono gli obbiettivi e si concordano progetti di reciproca soddisfazione si prosegue. Punto”. Avessi fatto parte della società, avrei registrato questo messaggio e lo avrei fatto ascoltare ogni qualvolta giornalisti nazionali e locali avessero ripetuto la stessa domanda. Fermo restando che i giornalisti nazional-juventini o nazional milanisti interisti, romanisti e laziali avevano un obbiettivo da perseguire: quello di rovinare l’ambiente, mentre lo scopo di molti giornalisti locali sinceramente non l’ho capito. La stagione l'ha buttata via la società non esonerando Benitez subito dopo l'intervista pre-Bilbao nella quale dichiarò che non sarebbe stato un dramma (sportivo s'intende) non superare il preliminare di Champions. Cioè uno gioca un anno intero per raggiungere i preliminari per accedere alla Champions e poi se non ci si qualifica, perdendo contro una squadra di carpentieri, non è un problema? E’ come se uno corteggiasse una donna per un anno, martellandola quotidianamente, poi dopo una romantica cena, lei lo invita a casa sua, si fa trovare in babydoll sul letto e lui gli dice: “Non ti preoccupare, se non me la dai, ci può stare”! Con quella dichiarazione e quelle sui continui rinvii a Natale, Pasqua e Ferragosto per conoscere il suo futuro Benitez ha gestito malissimo la comunicazione, che in passato era stato tra i suoi punti di forza. La stagione l'ha buttato via Benitez, che ha gestito male la rosa, che seppur incompleta, poteva arrivare tranquillamente al secondo posto e vincere Europa League e coppa Italia. Un allenatore della sua esperienza avrebbe dovuto capire dopo tre partite, ma anche due, che non aveva i calciatori adatti per giocare con un certo modulo. Con il centrocampo a due puoi giocare solo se hai Mascherano e Yayà Tourè, se hai una difesa forte e attaccanti che danno una mano al centrocampo. Benitez aveva solo quest’ultima cosa. Ma proprio perché uno di questi, Callejon, da due anni faceva ala, attaccante e terzino, gli andavano dati molti turni di riposo, tanto più che da gennaio era arrivato Gabbiadini. Gli obbiettivi li hanno buttato via uno dopo l’altro i calciatori, che hanno dimostrato che -con qualche giorno di disciplinato ritiro - sono capaci di demolire avversari di rango internazionale, vedi il Wolfsburg, per poi tornare ad essere una squadra svagata, senza carattere e orgoglio, incapace di vincere contro squadre che lottano per la retrocessione, contro una modesta squadra ucraina, e neppure contro la Juve B, già scudettata, vincitrice pochi giorni prima della Coppia Italia dopo aver giocato i supplementari, e in finale di Champions. In parte, hanno contribuito anche i tifosi, che hanno fischiato i singoli calciatori durante partite chiave. Ma questo è solo un personale punto di vista. Per me andava fischiato l’intero progetto nelle sedi opportune, napoletane e non. Non ce la si può prendere né con Higuain che è tra quelli che ci mette sempre l’anima e non vuole perdere mai, per qualche partita in cui non era in forma, né con Gargano, che dà più del massimo che può fare. Dispiace dirlo, ma un richiamo andrebbe fatto anche ai giornalisti sportivi partenopei, che invece di chiedere a Benitez dalla prima giornata se rimaneva o meno, avrebbero dovuto chiedergli, ogni settimana, come pensava di giocare il campionato italiano solo con due centrocampisti, di cui un solo mediano per volta, con l'aggiunta di due terzini che spingono ma non sanno difendere, e quattro calciatori d'attacco. Una famosa pubblicità diceva “La potenza è nulla senza equilibrio”. Ebbene, il Napoli quest’anno aveva un potenziale offensivo straordinario, ma è stato disinnescato dallo stesso allenatore, che non è riuscito a trovare una soluzione tattica per far rendere al massimo il potenziale offensivo e per limitare al minimo i danni, organizzando una fase difensiva che supplisse all’assenza di calciatori di pari qualità in difesa e a centrocampo, rispetto a quelli d’attacco. Certamente anche gli arbitri quest’anno hanno inciso e non poco, dallo show di Tagliavento in Napoli-Juve, che ha chiuso il campionato, dal fuorigioco che si è prescritto dopo quaranta secondi nella semifinale di ritorno con la Lazio, dalla doppietta di Platinì nella doppia semifinale con gli ucraini, per finire all’errore tecnico di Banti in Juve –Napoli, con rigore concesso alla Juve per un gesto inconsulto di Britos a palla lontana, tipo quello di Chiellini su Cavani non molto tempo fa che ebbe diverso trattamento. Il Napoli, a mio modesto avviso, potrebbe chiedere la ripetizione della partita per l’errore tecnico di Banti, ma noi tifosi dovremmo forse chiedere la ripetizione dell’intera gestione per errori tecnici e non di squadra, allenatore e società".