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BUONI & CATTIVI - Napoli-Atalanta, voto 8 a Gonzalo Higuain
04.05.2016 18:40 di Napoli Magazine

NAPOLI - La visuale del giorno dopo è  privilegiata se la sfrutti per quello che è, una disamina a freddo, un tirar delle somme con sguardo in prospettiva, con tutte le ‘armi’ in pugno. Dire che siamo alla svolta è un ripetere quel che diciamo da tempo: ma quante svolte ci sono? Che però il Napoli dopo la vittoria sull’Atalanta guardi al traguardo e faccia i suoi conti è giusto e normale: ha il Torino domenica sera (20:45) allo stadium sabaudo e poi il Frosinone al San Paolo domenica l’altra. Con i laziali con tutta probabilità già in B è chiaro che la partita-verità, quella fondamentale, è la prossima a Torino. I rischi là sono tanti, innanzitutto perché Ventura, ennesimo ex, è ‘uomo di campo’, oltre a  essere tecnico vero, uno dei top in assoluto, a parer nostro. E poi per l’estrema delicatezza del match: hai voglia a dire, pensare, ‘statisticare’(se si potesse dire): a Torino ci si giocherà la stagione: dentro o fuori, in Champions o no. Perché la Roma, passando il Genoa ha superato l’ostacolo più grosso sulla strada del riaggancio e sappiamo che arrivare a pari punti con i giallorossi significherebbe che loro ci sarebbero davanti per via della migliore differenza reti diretta. Insomma serve arrivare con un punto, almeno un punto, davanti a loro.  Per farlo serve insomma non sbagliare una virgola anche all’approccio del match di domenica, che non dimentichiamo si gioca in uno stadio che proprio ‘amico’ non ci è.

 

La fortuna è che il Napoli ci arriva in discreta - discreta, non perfetta - condizione psicofisica e col ‘mostro’ là davanti in forma splendente. La Grande Prova l’abbiamo fatta lunedì al San Paolo con l’Atalanta, squadra rispetto al Toro un po’ tenera, come s’è visto. Tenera per come s’è approcciata al match: non aveva ‘cattiveria’ agonistica, e probabilmente Reja, suo tecnico amatissimo dalla piazza partenopea, neppure ci ha provato a trasmetterla.

 

Ne è venuta fuori una partita che è stata più soft del previsto: approccio morbido bergamasco, approccio identico degli azzurri, che più di loro avevano solo la necessità assoluta dei 3 punti. E poco dopo l’inizio s’è capito quale sarebbe stato il clima: se sul 2-0 non fosse venuto quel fortuito gollettino (anzi autogollettino) di Albiol sarebbe stata una serata rovinata solo dal maltempo ma utile per quel che serviva.  Utile a capire che la squadra non è probabilmente in forma splendente come nella prima parte di stagione, ma “c’è”, e dovrebbe, si spera, bastare per conservare il secondo posto. Lunedì si è rivelata utilissima la mossa  forte di De Laurentiis di avvisare i naviganti - pubblico e squadra innanzitutto - che lui di Sarri intende (saggiamente) avvalersi ancora a lungo. Il resto l’ha fatto la succitata ‘morbidezza’ dell’Atalanta e per contraltare, la durezza di quel ‘giocatorino’ là davanti che la mette sempre in porta (lunedì l’ha messa due volte), di cui ci sfugge il nome, accidenti…  

 

BUONI

 

Higuain 8 – E chi sennò? Non è solo il Napoli a fargli i salamelecchi, ma tutto il calcio d’Italia che è in ginocchio da lui. Uno fuori categoria: l’Italia, segnatamente il calcio italiano, gli sta stretto. Ha 28 anni e ci piacerebbe vederlo in contesti in cui la compagnia che gli sta intorno, compagni e avversari, sia più vicina al suo livello. Dobbiamo elencare il numero di giocate e di gol che ha segnato e presumibilmente – tocchiamo ferro – segnerà? No, no, ci rifiutiamo, il primo in ginocchio da lui è il vostro critico/cronista. Scusateci un attimo, dobbiamo riprendere la penna per terminare il pezzo…

 

Hamsik 7,5 – ‘O Capitano Marék è sempre ‘o Capitano Marék. Sono 400 le sue ‘azzurrate’, come da celebrazioni e festeggiamenti, ma mica se n’è accorto… E’ stato fresco come un ‘guaglione’, come e più di sempre usciva ed entrava tra le linee, ispirava (mirabolante l’assist a Higuain sul gol di testa, pennellato) e peccato solo non  è  riuscito a metter dentro la sua occasione. Non si può voler tutto dalla vita…

 

De Laurentiis 7,5 – Vetrina e bel voto a lui, anche se non è difficile immaginare che la splendida mossa di rinsaldare pubblico, squadra e  Sarri alla vigilia del match con l’ufficializzazione della conferma virtuale del tecnico sia stata dello staff che lo circonda, Nicola Lombardo in primis. Dopo le mille cattiverie su di lui ci pare giusto dare i giusti meriti a chi li merita.

 

Sarri 7 – Il padrone del vapore è sempre lui e se il vapore non sbaglia rotta e centra perfettamente il porto del risultato diamo il premio al timoniere. Diciamo che per la perfezione della manovra (la paura/incertezza finale) manca una piccola accellerata di sicurezza al motore. Timoniere Sarri, Napoli è città di mare e marinai: naviga con te e nessuno abbandonerà la barca fino all’attracco Champions.

 

Callejon 7 – Mamma mia come va il pendolino. Come sempre, più di sempre. E’ un’ assicurazione anti guai. Sarri può star tranquillo, gli unici guai sono dei giardinieri addetti al campo che lo maledicono: “Ma nun po’ correre nu’ poco meno ‘stu guaglione spagnolo? Ogni partita amma rifa’ ‘o campo, e che palle, sta sempre tutt’ bruciato…”.

 

CATTIVI

 

Insigne 5 – Non ci è piaciuto Lorenzinho, e proprio perché crediamo che abbia armi e qualità in più degli altri siamo convinti che una tirata d’orecchie in più gli faccia bene. Non fà, “stra-fà”, e molte volte non c’è bisogno.        

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BUONI & CATTIVI - Napoli-Atalanta, voto 8 a Gonzalo Higuain

di Napoli Magazine

04/05/2024 - 18:40

NAPOLI - La visuale del giorno dopo è  privilegiata se la sfrutti per quello che è, una disamina a freddo, un tirar delle somme con sguardo in prospettiva, con tutte le ‘armi’ in pugno. Dire che siamo alla svolta è un ripetere quel che diciamo da tempo: ma quante svolte ci sono? Che però il Napoli dopo la vittoria sull’Atalanta guardi al traguardo e faccia i suoi conti è giusto e normale: ha il Torino domenica sera (20:45) allo stadium sabaudo e poi il Frosinone al San Paolo domenica l’altra. Con i laziali con tutta probabilità già in B è chiaro che la partita-verità, quella fondamentale, è la prossima a Torino. I rischi là sono tanti, innanzitutto perché Ventura, ennesimo ex, è ‘uomo di campo’, oltre a  essere tecnico vero, uno dei top in assoluto, a parer nostro. E poi per l’estrema delicatezza del match: hai voglia a dire, pensare, ‘statisticare’(se si potesse dire): a Torino ci si giocherà la stagione: dentro o fuori, in Champions o no. Perché la Roma, passando il Genoa ha superato l’ostacolo più grosso sulla strada del riaggancio e sappiamo che arrivare a pari punti con i giallorossi significherebbe che loro ci sarebbero davanti per via della migliore differenza reti diretta. Insomma serve arrivare con un punto, almeno un punto, davanti a loro.  Per farlo serve insomma non sbagliare una virgola anche all’approccio del match di domenica, che non dimentichiamo si gioca in uno stadio che proprio ‘amico’ non ci è.

 

La fortuna è che il Napoli ci arriva in discreta - discreta, non perfetta - condizione psicofisica e col ‘mostro’ là davanti in forma splendente. La Grande Prova l’abbiamo fatta lunedì al San Paolo con l’Atalanta, squadra rispetto al Toro un po’ tenera, come s’è visto. Tenera per come s’è approcciata al match: non aveva ‘cattiveria’ agonistica, e probabilmente Reja, suo tecnico amatissimo dalla piazza partenopea, neppure ci ha provato a trasmetterla.

 

Ne è venuta fuori una partita che è stata più soft del previsto: approccio morbido bergamasco, approccio identico degli azzurri, che più di loro avevano solo la necessità assoluta dei 3 punti. E poco dopo l’inizio s’è capito quale sarebbe stato il clima: se sul 2-0 non fosse venuto quel fortuito gollettino (anzi autogollettino) di Albiol sarebbe stata una serata rovinata solo dal maltempo ma utile per quel che serviva.  Utile a capire che la squadra non è probabilmente in forma splendente come nella prima parte di stagione, ma “c’è”, e dovrebbe, si spera, bastare per conservare il secondo posto. Lunedì si è rivelata utilissima la mossa  forte di De Laurentiis di avvisare i naviganti - pubblico e squadra innanzitutto - che lui di Sarri intende (saggiamente) avvalersi ancora a lungo. Il resto l’ha fatto la succitata ‘morbidezza’ dell’Atalanta e per contraltare, la durezza di quel ‘giocatorino’ là davanti che la mette sempre in porta (lunedì l’ha messa due volte), di cui ci sfugge il nome, accidenti…  

 

BUONI

 

Higuain 8 – E chi sennò? Non è solo il Napoli a fargli i salamelecchi, ma tutto il calcio d’Italia che è in ginocchio da lui. Uno fuori categoria: l’Italia, segnatamente il calcio italiano, gli sta stretto. Ha 28 anni e ci piacerebbe vederlo in contesti in cui la compagnia che gli sta intorno, compagni e avversari, sia più vicina al suo livello. Dobbiamo elencare il numero di giocate e di gol che ha segnato e presumibilmente – tocchiamo ferro – segnerà? No, no, ci rifiutiamo, il primo in ginocchio da lui è il vostro critico/cronista. Scusateci un attimo, dobbiamo riprendere la penna per terminare il pezzo…

 

Hamsik 7,5 – ‘O Capitano Marék è sempre ‘o Capitano Marék. Sono 400 le sue ‘azzurrate’, come da celebrazioni e festeggiamenti, ma mica se n’è accorto… E’ stato fresco come un ‘guaglione’, come e più di sempre usciva ed entrava tra le linee, ispirava (mirabolante l’assist a Higuain sul gol di testa, pennellato) e peccato solo non  è  riuscito a metter dentro la sua occasione. Non si può voler tutto dalla vita…

 

De Laurentiis 7,5 – Vetrina e bel voto a lui, anche se non è difficile immaginare che la splendida mossa di rinsaldare pubblico, squadra e  Sarri alla vigilia del match con l’ufficializzazione della conferma virtuale del tecnico sia stata dello staff che lo circonda, Nicola Lombardo in primis. Dopo le mille cattiverie su di lui ci pare giusto dare i giusti meriti a chi li merita.

 

Sarri 7 – Il padrone del vapore è sempre lui e se il vapore non sbaglia rotta e centra perfettamente il porto del risultato diamo il premio al timoniere. Diciamo che per la perfezione della manovra (la paura/incertezza finale) manca una piccola accellerata di sicurezza al motore. Timoniere Sarri, Napoli è città di mare e marinai: naviga con te e nessuno abbandonerà la barca fino all’attracco Champions.

 

Callejon 7 – Mamma mia come va il pendolino. Come sempre, più di sempre. E’ un’ assicurazione anti guai. Sarri può star tranquillo, gli unici guai sono dei giardinieri addetti al campo che lo maledicono: “Ma nun po’ correre nu’ poco meno ‘stu guaglione spagnolo? Ogni partita amma rifa’ ‘o campo, e che palle, sta sempre tutt’ bruciato…”.

 

CATTIVI

 

Insigne 5 – Non ci è piaciuto Lorenzinho, e proprio perché crediamo che abbia armi e qualità in più degli altri siamo convinti che una tirata d’orecchie in più gli faccia bene. Non fà, “stra-fà”, e molte volte non c’è bisogno.