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L'EDITORIALE - A. Petrazzuolo: "Napoli, altri due schiaffi pesanti nel silenzio di chi non ha più vergogna di perdere davanti ai propri tifosi"
12.05.2024 23:59 di Napoli Magazine

NAPOLI - "Via da Napoli!",questo l'urlo dei tifosi accorsi al Maradona, in circa 20mila, al termine dell'ennesima prova incolore di una squadra senza più vergogna di perdere dinanzi ai propri beniamini. Undici sconfitte in campionato, quasi come il Genoa. Due reti prese nei primi 12 minuti, tra il 9° e il 12° per l'esattezza, senza mai dare la sensazione di poterla ribaltare. A sancire la definitiva croce tombale sul risultato finale il rigore calciato male da Politano e respinto con destrezza da Ravaglia, il secondo di Skorupski. Come mai non ha tirato Osimhen o Kvara? Poco conta, anche perchè con una difesa allo sbando ed un centrocampo alla frutta, anche l'attacco è stato abbandonato alle sporadiche iniziative dei singoli, neutralizzati con estrema serenità da Posch e Calafiori. Certo, sotto di due gol, dopo il pessimo approccio all'incontro, mi sarei aspettato all'inizio del secondo tempo subito tre sostituzioni, ma Calzona non è uno che ama intervenire con decisione al momento opportuno, relegando i cambi, rigorosamente ruolo per ruolo, quando ormai servono a ben poco. E siccome il Napoli, in piena balia delle onde, continua a remare verso il traguardo con la barca che prende acqua da ogni dove, potrei fermarmi qui con la disamina. Loro non giocano, per quale motivo dovremmo focalizzarci su cosa non ha funzionato? Dal primo all'ultimo sono tutti responsabili, come ormai da diverse partite. Dagli esterni Di Lorenzo e Olivera assenti in marcatura, come Rrahmani e Juan Jesus, dinanzi all'immobile Meret, così come Anguissa (sempre più rallentato dalla fluente e massiccia chioma?!) e Cajuste (sistematicamente sovrastato), mentre Lobotka tentava di mettere una pezza a 360 gradi, il tutto lasciando solo Osimhen, con Kvara e Politano controllati a vista, con la stessa sorte apatica riscontrata in Ngonge, Raspadori, Traorè, Simeone e Mazzocchi. Certo, ripensando alle parole del tecnico azzurro prima del fischio d'inizio a DAZN ("Abbiamo lavorato su tutte e due le fasi, e l'abbiamo fatto bene, con molto impegno e molta applicazione, sono fiducioso...", ndr) verrebbe da chiedersi se non sarebbero opportune le dimissioni, dato che le sue parole vanno in un senso e i calciatori altrove. E' chiaro che con la testa in molti sono già in vacanza, e poco se ne importano di onorare questi impegni, tanto "la stagione è andata male". Peccato che c'è ancora chi paga un biglietto, a prezzo pieno, per "godere" ogni volta di uno spettacolo indegno. La società farebbe bene ad accelerare i tempi per l'annuncio del nuovo allenatore, per restituire il giusto entusiasmo ad un ambiente assuefatto alla sconfitta, un pò come i "professionisti" che stanno timbrando il cartellino in queste ultime partite di campionato, orfani di Spalletti che non risparmia parole sibilline sul suo recente passato. Già, ne mancano due di partite, a Firenze e poi in casa con il Lecce, per porre fine a questo strazio e far ripartire la giostra, con una direzione sportiva - si spera - forte e competente, oltre che con un allenatore capace di ridare speranza, grinta e carattere alla squadra, indicando anche gli acquisti necessari da fare, ristrutturando il Maradona e rinsaldando la partnership con i Coppola per il centro sportivo a Castel Volturno. E' questo il concetto base da cui ripartire, creare un "gruppo" e dargli un'idea di gioco ben precisa, altrimenti si fanno solo chiacchiere che se le porta via il vento. E sinceramente ne abbiamo veramente piene le tasche.

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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NAPOLI - "Via da Napoli!",questo l'urlo dei tifosi accorsi al Maradona, in circa 20mila, al termine dell'ennesima prova incolore di una squadra senza più vergogna di perdere dinanzi ai propri beniamini. Undici sconfitte in campionato, quasi come il Genoa. Due reti prese nei primi 12 minuti, tra il 9° e il 12° per l'esattezza, senza mai dare la sensazione di poterla ribaltare. A sancire la definitiva croce tombale sul risultato finale il rigore calciato male da Politano e respinto con destrezza da Ravaglia, il secondo di Skorupski. Come mai non ha tirato Osimhen o Kvara? Poco conta, anche perchè con una difesa allo sbando ed un centrocampo alla frutta, anche l'attacco è stato abbandonato alle sporadiche iniziative dei singoli, neutralizzati con estrema serenità da Posch e Calafiori. Certo, sotto di due gol, dopo il pessimo approccio all'incontro, mi sarei aspettato all'inizio del secondo tempo subito tre sostituzioni, ma Calzona non è uno che ama intervenire con decisione al momento opportuno, relegando i cambi, rigorosamente ruolo per ruolo, quando ormai servono a ben poco. E siccome il Napoli, in piena balia delle onde, continua a remare verso il traguardo con la barca che prende acqua da ogni dove, potrei fermarmi qui con la disamina. Loro non giocano, per quale motivo dovremmo focalizzarci su cosa non ha funzionato? Dal primo all'ultimo sono tutti responsabili, come ormai da diverse partite. Dagli esterni Di Lorenzo e Olivera assenti in marcatura, come Rrahmani e Juan Jesus, dinanzi all'immobile Meret, così come Anguissa (sempre più rallentato dalla fluente e massiccia chioma?!) e Cajuste (sistematicamente sovrastato), mentre Lobotka tentava di mettere una pezza a 360 gradi, il tutto lasciando solo Osimhen, con Kvara e Politano controllati a vista, con la stessa sorte apatica riscontrata in Ngonge, Raspadori, Traorè, Simeone e Mazzocchi. Certo, ripensando alle parole del tecnico azzurro prima del fischio d'inizio a DAZN ("Abbiamo lavorato su tutte e due le fasi, e l'abbiamo fatto bene, con molto impegno e molta applicazione, sono fiducioso...", ndr) verrebbe da chiedersi se non sarebbero opportune le dimissioni, dato che le sue parole vanno in un senso e i calciatori altrove. E' chiaro che con la testa in molti sono già in vacanza, e poco se ne importano di onorare questi impegni, tanto "la stagione è andata male". Peccato che c'è ancora chi paga un biglietto, a prezzo pieno, per "godere" ogni volta di uno spettacolo indegno. La società farebbe bene ad accelerare i tempi per l'annuncio del nuovo allenatore, per restituire il giusto entusiasmo ad un ambiente assuefatto alla sconfitta, un pò come i "professionisti" che stanno timbrando il cartellino in queste ultime partite di campionato, orfani di Spalletti che non risparmia parole sibilline sul suo recente passato. Già, ne mancano due di partite, a Firenze e poi in casa con il Lecce, per porre fine a questo strazio e far ripartire la giostra, con una direzione sportiva - si spera - forte e competente, oltre che con un allenatore capace di ridare speranza, grinta e carattere alla squadra, indicando anche gli acquisti necessari da fare, ristrutturando il Maradona e rinsaldando la partnership con i Coppola per il centro sportivo a Castel Volturno. E' questo il concetto base da cui ripartire, creare un "gruppo" e dargli un'idea di gioco ben precisa, altrimenti si fanno solo chiacchiere che se le porta via il vento. E sinceramente ne abbiamo veramente piene le tasche.

Antonio Petrazzuolo

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