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MISTER Z - Provare per credere!
07.02.2017 23:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Tra i molteplici commenti e prese di posizione che sono seguite alla goleada del Napoli con il Bologna, mi ha molto colpito l'analisi di chi ha osservato che gli azzurri, proprio in considerazione di ciò che hanno dimostrato di saper fare sabato scorso, sono troppo incostanti e discontinui e che, proprio per questo, non hanno alcuna possibilità di lottare per lo scudetto con la Juventus, almeno fino a quando non daranno segnali di continuità e di costanza nei risultati. A che è servito, si sono domandati in molti, sommergere sotto un carico di sette gol il Bologna se, appena una settimana prima, non si era riusciti a battere al San Paolo il Palermo, penultimo in classifica e semiretrocesso in serie B? L'interrogativo non è campato in aria. I due difetti che fanno del Napoli (la squadra che indiscutibilmente gioca al momento il più bel calcio in tutta Europa, superiore anche a quello un po' ingessato del Barcellona) una splendida incompiuta, sono proprio la mancanza di continuità e di cattiveria agonistica e una certa fragilità congenita della difesa. Se non li avesse, questi difetti non solo sarebbe in grado di contrastare, con ampie possibilità di successo, la Juventus nella lotta per il tricolore, ma potrebbe addirittura avvicinarsi alla fase degli scontri diretti in Champions League con serenità e tranquillità e con buone probabilità di arrivare fino in fondo anche in questa competizione, ben più difficile ed impegnativa del campionato. Purtroppo, però, il Napoli è così: bello e impossibile, quasi sempre pieno di forza e di certezza, ma di tanto in tanto anche svagato e ripetitivo nel suo gioco. Di chi è la colpa se non si riesce ad uscire da questo equivoco caratteriale? Di Sarri? Dei giocatori? Della Società che avrebbe eventualmente potuto fare qualcosa di più sul mercato? La rosa del Napoli è decisamente solida e ben assortita. La Società ha fatto tutto ciò che era possibile, spendendo i soldi incassati dalla cessione di Higuain (e non solo) con oculatezza e con lo sguardo proiettato al futuro. Il problema, dunque, non sta in ciò che è stato fatto sul mercato, casomai l'incognita è legata alla capacità di De Laurentiis di non rompere ciò che ha sapientemente costruito, facendosi troppo ingolosire dalla possibilità di realizzare formidabili plusvalenze grazie al meccanismo perverso delle clausole rescissorie. I giocatori, francamente, più di ciò che stanno mostrando non potrebbero dare. Resta Sarri. Marocchi nel dopopartita Sky di sabato sera gli ha chiesto se non ritenga che qualche cambio tattico spregiudicato, soprattutto in certe partite con avversarie 'bloccate', non possa essere la strada nuova da percorrere per fare l'ultimo salto di qualità ed affiancarsi in tutto alla Juventus. Essere così belli e continuare ad arrivare sempre secondi dietro ai bianconeri - ha osservato l'ex calciatore, ora commentatore televisivo - non è proprio il massimo nella vita. Sarri si è un po' adombrato ed ha ribadito la sua contrarietà a cambiare modulo tattico, perlomeno ad inizio di partita. L'osservazione di Marocchi, però, non era campata in aria. In fondo provare a battere una strada tattica nuova, come ha coraggiosamente fatto Allegri che probabilmente non ne aveva neppure bisogno, non è un salto nel buio. E se le cose non dovessero andar bene, si può sempre fare precipitosamente retromarcia. Non si tratta di attaccare o di contestare Sarri, ci mancherebbe altro. Nessuno come lui, né, Bianchi, né Bigon (che vinsero campionati, Coppa Uefa, Supercoppa e Coppa Italia) e neppure il tanto decantato Benitez ha mai portato il Napoli a tali livelli di perfezione. Però è anche vero che un po' più di coraggio da parte di chi sta seduto in panchina, a volte può fare la differenza. Provare per credere.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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07/02/2024 - 23:00

NAPOLI - Tra i molteplici commenti e prese di posizione che sono seguite alla goleada del Napoli con il Bologna, mi ha molto colpito l'analisi di chi ha osservato che gli azzurri, proprio in considerazione di ciò che hanno dimostrato di saper fare sabato scorso, sono troppo incostanti e discontinui e che, proprio per questo, non hanno alcuna possibilità di lottare per lo scudetto con la Juventus, almeno fino a quando non daranno segnali di continuità e di costanza nei risultati. A che è servito, si sono domandati in molti, sommergere sotto un carico di sette gol il Bologna se, appena una settimana prima, non si era riusciti a battere al San Paolo il Palermo, penultimo in classifica e semiretrocesso in serie B? L'interrogativo non è campato in aria. I due difetti che fanno del Napoli (la squadra che indiscutibilmente gioca al momento il più bel calcio in tutta Europa, superiore anche a quello un po' ingessato del Barcellona) una splendida incompiuta, sono proprio la mancanza di continuità e di cattiveria agonistica e una certa fragilità congenita della difesa. Se non li avesse, questi difetti non solo sarebbe in grado di contrastare, con ampie possibilità di successo, la Juventus nella lotta per il tricolore, ma potrebbe addirittura avvicinarsi alla fase degli scontri diretti in Champions League con serenità e tranquillità e con buone probabilità di arrivare fino in fondo anche in questa competizione, ben più difficile ed impegnativa del campionato. Purtroppo, però, il Napoli è così: bello e impossibile, quasi sempre pieno di forza e di certezza, ma di tanto in tanto anche svagato e ripetitivo nel suo gioco. Di chi è la colpa se non si riesce ad uscire da questo equivoco caratteriale? Di Sarri? Dei giocatori? Della Società che avrebbe eventualmente potuto fare qualcosa di più sul mercato? La rosa del Napoli è decisamente solida e ben assortita. La Società ha fatto tutto ciò che era possibile, spendendo i soldi incassati dalla cessione di Higuain (e non solo) con oculatezza e con lo sguardo proiettato al futuro. Il problema, dunque, non sta in ciò che è stato fatto sul mercato, casomai l'incognita è legata alla capacità di De Laurentiis di non rompere ciò che ha sapientemente costruito, facendosi troppo ingolosire dalla possibilità di realizzare formidabili plusvalenze grazie al meccanismo perverso delle clausole rescissorie. I giocatori, francamente, più di ciò che stanno mostrando non potrebbero dare. Resta Sarri. Marocchi nel dopopartita Sky di sabato sera gli ha chiesto se non ritenga che qualche cambio tattico spregiudicato, soprattutto in certe partite con avversarie 'bloccate', non possa essere la strada nuova da percorrere per fare l'ultimo salto di qualità ed affiancarsi in tutto alla Juventus. Essere così belli e continuare ad arrivare sempre secondi dietro ai bianconeri - ha osservato l'ex calciatore, ora commentatore televisivo - non è proprio il massimo nella vita. Sarri si è un po' adombrato ed ha ribadito la sua contrarietà a cambiare modulo tattico, perlomeno ad inizio di partita. L'osservazione di Marocchi, però, non era campata in aria. In fondo provare a battere una strada tattica nuova, come ha coraggiosamente fatto Allegri che probabilmente non ne aveva neppure bisogno, non è un salto nel buio. E se le cose non dovessero andar bene, si può sempre fare precipitosamente retromarcia. Non si tratta di attaccare o di contestare Sarri, ci mancherebbe altro. Nessuno come lui, né, Bianchi, né Bigon (che vinsero campionati, Coppa Uefa, Supercoppa e Coppa Italia) e neppure il tanto decantato Benitez ha mai portato il Napoli a tali livelli di perfezione. Però è anche vero che un po' più di coraggio da parte di chi sta seduto in panchina, a volte può fare la differenza. Provare per credere.

 

 

Mario Zaccaria

 

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