NAPOLI - Gli errori dell’arbitro (gol regolare di Gabbiadini e gol da annullare di Aboubakar) si disperdono nell’eutanasia di questo Napoli, che crea e distrugge se stesso a una velocità vorticosa. Come in un ciclone di sventure e colpe, anche gravi, cambia il proprio destino, trasforma la sua gemma di Champions, condotta, sino a ieri, a testa alta con due vittorie due, in un girone ad alto rischio. Addirittura il Napoli aveva in mano anche il match ball: se avesse battuto il Besiktas e se a Kiev fosse finita in parità, sarebbe già passato agli ottavi. Tuttavia tra sogno e realtà, in questo Napoli da autunno inoltrato, non c’è più continuità. C’è soltanto uno scollamento fisico e mentale; idee che sembrano vecchie di anni, tanto sembrano oggi prevedibili e quindi vulnerabili. Il gioco dal ritmo sostenuto, dalla ferocia agonistica e dalla prepotenza tattica, adesso sembra un tic antico che accelera le ansie e porta persino paura di gestire il pallone. La partita col Besiktas non è un episodio, è un sintomo di come la squadra di Sarri si stia sfaldando: da una parte un attacco che sa rendersi effervescente, ma che – dopo l’infortunio di Milik – non sa finalizzare e, quindi, segnare; dall’altra la mediana e la difesa in preda al panico e alla confusione. E come diceva quel tale: la paura confonde la mente di chi si avvia alla sconfitta. I punti dolenti del Napoli oggi si riassumono nei tre gol incassati e nelle tre batoste di fila. La retroguardia senza Albiol è una ciurma senza rotta, il centrocampo marcato stretto è un soffio di vento che subito vola via; infine l’attacco, che senza una prima punta è bello da vedere, ma non porta solo occasioni perdute. Insomma se non è crisi, poco ci manca. Tuttavia in fondo al tunnel una via d’uscita ci può essere. Per riemergere occorrono, però, un po’ di cose: autocritica, elasticità tattica e abitudine a gestire la propria forza. Ma anche e soprattutto la scritta: qui finisce lo scaricabarile.
Toni Iavarone
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
20/10/2024 - 23:42
NAPOLI - Gli errori dell’arbitro (gol regolare di Gabbiadini e gol da annullare di Aboubakar) si disperdono nell’eutanasia di questo Napoli, che crea e distrugge se stesso a una velocità vorticosa. Come in un ciclone di sventure e colpe, anche gravi, cambia il proprio destino, trasforma la sua gemma di Champions, condotta, sino a ieri, a testa alta con due vittorie due, in un girone ad alto rischio. Addirittura il Napoli aveva in mano anche il match ball: se avesse battuto il Besiktas e se a Kiev fosse finita in parità, sarebbe già passato agli ottavi. Tuttavia tra sogno e realtà, in questo Napoli da autunno inoltrato, non c’è più continuità. C’è soltanto uno scollamento fisico e mentale; idee che sembrano vecchie di anni, tanto sembrano oggi prevedibili e quindi vulnerabili. Il gioco dal ritmo sostenuto, dalla ferocia agonistica e dalla prepotenza tattica, adesso sembra un tic antico che accelera le ansie e porta persino paura di gestire il pallone. La partita col Besiktas non è un episodio, è un sintomo di come la squadra di Sarri si stia sfaldando: da una parte un attacco che sa rendersi effervescente, ma che – dopo l’infortunio di Milik – non sa finalizzare e, quindi, segnare; dall’altra la mediana e la difesa in preda al panico e alla confusione. E come diceva quel tale: la paura confonde la mente di chi si avvia alla sconfitta. I punti dolenti del Napoli oggi si riassumono nei tre gol incassati e nelle tre batoste di fila. La retroguardia senza Albiol è una ciurma senza rotta, il centrocampo marcato stretto è un soffio di vento che subito vola via; infine l’attacco, che senza una prima punta è bello da vedere, ma non porta solo occasioni perdute. Insomma se non è crisi, poco ci manca. Tuttavia in fondo al tunnel una via d’uscita ci può essere. Per riemergere occorrono, però, un po’ di cose: autocritica, elasticità tattica e abitudine a gestire la propria forza. Ma anche e soprattutto la scritta: qui finisce lo scaricabarile.
Toni Iavarone
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com