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BUONI & CATTIVI - Verona-Napoli, voto 8 a Hamsik, Insigne e Sarri
24.11.2015 11:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il primato solitario durato poche ore. Il tempo tra la fine del match di Verona e quello dell’Inter a Milano. Poco, è vero, ma al Napoli è servito per capire che aria tira lassù. E quel che più contava - e conta - era il risultato della dolce (dolce dopo averla giocata…) trasferta al Bentegodi; perché  là s’è definita una volta di più la rivoluzione copernicana: il paragone tra il vecchio Napoli e quello attuale diventa sempre più imbarazzante. Sarri sta riuscendo là proprio dove Benitez aveva fallito, nell’integrarsi con la squadra, plasmandola a sua immagine e somiglianza, secondo i suoi principi di Nuovo Profeta, co duttilità e intelligenza pratica: il calcio italiano è per metà sgomento e l’altra metà incredulo mentre guarda ammirato il Napoli col naso schiacciato sulla vetrina, quasi timoroso di creargli ostacolo allo sviluppo.

 

BUONI

 

Hamsik 8  – La citazione di Marekiaro al primo posto, il più nobile di questa rubrica, in realtà è anche e soprattutto di rappresentanza della squadra tutta, che avrebbe più che mai meritato di essere in blocco qui. Lo slovacco si è confermato totalmente a suo agio nella posizione che gli ha dato Sarri, 10 metri più indietro. Ha dato contributo fondamentale nei due gol, assist, contrasti e ripartenze, ha poi saltellato felice tra le linee, che sono ormai terra sua; chiude, detta il ritmo, fa sfracelli. E’ tornato ufficialmente quel fenomeno che Benitez aveva svenduto.

 

Insigne 8  - E chi l’acchiappa più Lorenzinho nostro? Un gol, un assist e altri gioielli che forniscono i suo piedi - maleducati per gli avversari, educatissimi per il Napoli. Giocate sontuose che Conte  - che non l’ha chiamato in azzurro per un principio (ma la lezioncina gli farà bene) - rimpiangerà. I fischi di Verona sono la prova che viene sempre più identificato come simbolo del Napoli, esattamente come accade con Totti e la Roma. La soddisfazione del gol e dell’ennesima super prestazione dopo insulti e cori anti-Napoli per lui è diventata goduria, meritata: ‘o scugnizzo cresce.

 

Sarri 8 – Giù il cappello (per lui lo metteremo di carta, quello che Maurizio da Bagnoli preferisce) ancora una volta di fronte al tecnico che l’Italia ha scoperto troppo tardi. Buon per Napoli, peggio per tutti gli altri. Ormai è “ufficiale”: la squadra e il suo inventore giocano in simbiosi, cantano a una voce. Il Verona aveva messo in piedi una partita per gli azzurri ostica più del previsto. Un tempo intero a picchiare la testa su quel muro di gomma che non voleva altro che chiudere ogni spazio: in dieci dietro il pallone, e se poi arriva un calcio d’angolo ci si fionda dentro l’area che magari – speravano i gialloblu - con un colpetto di testolina... Ma questa Sarri-band,  ormai s’è capito, ha la pazienza dei forti: niente angoscia, testa bassa e lavoro, “che prima o poi…”. Così ha fatto sotto il balcone di Giulietta, serenate sempre più ritmate e continue, alla fine la bella veronese ha calato la treccia e il playboy vesuviano è andato a prendersela e l’ha fatta sua.

 

Higuain 7 – Siamo tutti così ben abituati, ogni partita gol a grappoli e iniziative da specchiarsi ad ammirare, che se per un volta non è devastante come al solito e fa un solo gol, si resta quasi delusi. Ma alcune sue giocate, come lo stop spalle alla porta e il tiro un filo fuori in un centesimo di secondo sono state da saltar sulla sedia: “Oh, madonna, e chi è stato? Ah, Higuain, vabbé, normale…”.

 

CATTIVI

 

Bentegodi 3 – Giulietta è rimasta pietrificata al balcone, ma lo stadio veronese, antimeridionale, antinapoletano come non mai s’è fatto notare con i soliti cori beceri. Non perde mai occasione di scrivere l’ennesima pagina nera della sua storia, che è stata anche nobile, persino tricolore. Ma tempi andati: agli scaligeri è rimasta rabbia, risentimento, frustrazione. E sconfitte . Con tutta probabilità andrà in B, per ora il suo posto.

 

Callejon 5,5 – La stranezza è data dal fatto che quando è stato sostituito ci si è accorti che c’era anche lui. Ha fatto il solito lavoro sporco, coprendo, smazzandosi sulla fascia destrorsa di competenza. Ma nient’altro, al completamento della Grande Bellezza Azzurra di Sarri manca solo Calleti, ancora una volta solo lui. Corpo estraneo. Niente gol, niente tiri, poco pericoloso. Certo che appena torna anche solo “normale”… vabbé, ci fermiamo qui…

 

Damato 5,5 – Ci aspettavamo di più dall’arbitro barlettano, si di lui avevamo raccolto solo pareri di lusso.. Invece delude. Per fortuna non incide. 

 

 

Paolo Prestisimone

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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BUONI & CATTIVI - Verona-Napoli, voto 8 a Hamsik, Insigne e Sarri

di Napoli Magazine

24/11/2024 - 11:00

NAPOLI - Il primato solitario durato poche ore. Il tempo tra la fine del match di Verona e quello dell’Inter a Milano. Poco, è vero, ma al Napoli è servito per capire che aria tira lassù. E quel che più contava - e conta - era il risultato della dolce (dolce dopo averla giocata…) trasferta al Bentegodi; perché  là s’è definita una volta di più la rivoluzione copernicana: il paragone tra il vecchio Napoli e quello attuale diventa sempre più imbarazzante. Sarri sta riuscendo là proprio dove Benitez aveva fallito, nell’integrarsi con la squadra, plasmandola a sua immagine e somiglianza, secondo i suoi principi di Nuovo Profeta, co duttilità e intelligenza pratica: il calcio italiano è per metà sgomento e l’altra metà incredulo mentre guarda ammirato il Napoli col naso schiacciato sulla vetrina, quasi timoroso di creargli ostacolo allo sviluppo.

 

BUONI

 

Hamsik 8  – La citazione di Marekiaro al primo posto, il più nobile di questa rubrica, in realtà è anche e soprattutto di rappresentanza della squadra tutta, che avrebbe più che mai meritato di essere in blocco qui. Lo slovacco si è confermato totalmente a suo agio nella posizione che gli ha dato Sarri, 10 metri più indietro. Ha dato contributo fondamentale nei due gol, assist, contrasti e ripartenze, ha poi saltellato felice tra le linee, che sono ormai terra sua; chiude, detta il ritmo, fa sfracelli. E’ tornato ufficialmente quel fenomeno che Benitez aveva svenduto.

 

Insigne 8  - E chi l’acchiappa più Lorenzinho nostro? Un gol, un assist e altri gioielli che forniscono i suo piedi - maleducati per gli avversari, educatissimi per il Napoli. Giocate sontuose che Conte  - che non l’ha chiamato in azzurro per un principio (ma la lezioncina gli farà bene) - rimpiangerà. I fischi di Verona sono la prova che viene sempre più identificato come simbolo del Napoli, esattamente come accade con Totti e la Roma. La soddisfazione del gol e dell’ennesima super prestazione dopo insulti e cori anti-Napoli per lui è diventata goduria, meritata: ‘o scugnizzo cresce.

 

Sarri 8 – Giù il cappello (per lui lo metteremo di carta, quello che Maurizio da Bagnoli preferisce) ancora una volta di fronte al tecnico che l’Italia ha scoperto troppo tardi. Buon per Napoli, peggio per tutti gli altri. Ormai è “ufficiale”: la squadra e il suo inventore giocano in simbiosi, cantano a una voce. Il Verona aveva messo in piedi una partita per gli azzurri ostica più del previsto. Un tempo intero a picchiare la testa su quel muro di gomma che non voleva altro che chiudere ogni spazio: in dieci dietro il pallone, e se poi arriva un calcio d’angolo ci si fionda dentro l’area che magari – speravano i gialloblu - con un colpetto di testolina... Ma questa Sarri-band,  ormai s’è capito, ha la pazienza dei forti: niente angoscia, testa bassa e lavoro, “che prima o poi…”. Così ha fatto sotto il balcone di Giulietta, serenate sempre più ritmate e continue, alla fine la bella veronese ha calato la treccia e il playboy vesuviano è andato a prendersela e l’ha fatta sua.

 

Higuain 7 – Siamo tutti così ben abituati, ogni partita gol a grappoli e iniziative da specchiarsi ad ammirare, che se per un volta non è devastante come al solito e fa un solo gol, si resta quasi delusi. Ma alcune sue giocate, come lo stop spalle alla porta e il tiro un filo fuori in un centesimo di secondo sono state da saltar sulla sedia: “Oh, madonna, e chi è stato? Ah, Higuain, vabbé, normale…”.

 

CATTIVI

 

Bentegodi 3 – Giulietta è rimasta pietrificata al balcone, ma lo stadio veronese, antimeridionale, antinapoletano come non mai s’è fatto notare con i soliti cori beceri. Non perde mai occasione di scrivere l’ennesima pagina nera della sua storia, che è stata anche nobile, persino tricolore. Ma tempi andati: agli scaligeri è rimasta rabbia, risentimento, frustrazione. E sconfitte . Con tutta probabilità andrà in B, per ora il suo posto.

 

Callejon 5,5 – La stranezza è data dal fatto che quando è stato sostituito ci si è accorti che c’era anche lui. Ha fatto il solito lavoro sporco, coprendo, smazzandosi sulla fascia destrorsa di competenza. Ma nient’altro, al completamento della Grande Bellezza Azzurra di Sarri manca solo Calleti, ancora una volta solo lui. Corpo estraneo. Niente gol, niente tiri, poco pericoloso. Certo che appena torna anche solo “normale”… vabbé, ci fermiamo qui…

 

Damato 5,5 – Ci aspettavamo di più dall’arbitro barlettano, si di lui avevamo raccolto solo pareri di lusso.. Invece delude. Per fortuna non incide. 

 

 

Paolo Prestisimone

 

Napoli Magazine

 

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