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L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Napoli, non basta la manita ma guai a smettere di crederci"
15.05.2017 10:35 di Napoli Magazine

NAPOLI - L'amore non delude. L'amore si batte, combatte, non tradisce e vince. Che si tratti di amore materno, nel giorno della festività della mamma, di amore passionale o di amore per il calcio, la sostanza non cambia: chi ama, ama davvero, senza limiti, senza se e senza ma. E questo Napoli ama. Ama vincere, soprattutto. Chiariamo: contro il Torino non si è trattato solo di amore ma è stato il tripudio della grinta, del coraggio, della caparbietà e della bravura congenita a questa squadra di quel Sarri che omaggia la tragedia che fu. Contro il Toro è manita, è doppietta, è spettacolo: da Josè che segna al minuto della sua maglia, e doppia dopo Mertens e Insigne, a Zielinski che chiude le danze di un ballo dalla musica sublime, capace di tacitare un arbitraggio imperfetto. Napoli era tutta a Torino, il Napoli anche, perché nelle questioni di cuore si è dentro fino al collo, corpo e anima, mai un passo indietro, mai un capo chino, mai una critica a chi lotta per lo stesso obiettivo, anzi: se amore è, amore non giudica mai ma anzi, dagli errori impara, dalle sbavature di gioco corregge, dai gol subiti recupera e arriva ad una goleada a rete azzurra inviolata, in barba alle critiche di chi da fuori guarda e invidia. E va bene così. L'obiettivo non era semplicemente ambizioso: stavolta l'obiettivo era grandioso e ripaga di sofferenze e cardiopalmi, scivoloni e bocconi amari. Ci si mette il cuore, tutto. Ma poi bisogna fermarsi e guardare, soprattutto quando vincere non basta e stavolta nemmeno una manita è bastata: al secondo posto per una manciata di ore, squadra e tifosi hanno assistito alla disfatta di quella squadra che nemmeno contro la Roma sarebbe stato possibile tifare, amore azzurro o no. Quella che vince sempre e comunque persino quando non dovrebbe, tranne all'Olimpico dei giallorossi che infilano reti: tre, a una. E vincono. E lasciano le cose così come erano. Non sempre dunque si puó lottare per vincere: a volte si può solo sperare che il caso, la sorte o l'onestà facciano la loro parte. E se così non avviene, non si può restare male quando il tentativo è stato fatto, quando tutto ciò che si poteva tentare è stato tentato: in questi caso si può alzare la testa fieri d'aver amato, pur non avendo conquistato. Ma fieri di averci provato, con onestà e fedeltà, lontani anni luce da chi ha pensato, detto o agito in malafede, sporcando la bellezza di un amore, quello per il giuoco del pallone. Il cammino di questo Napoli ha ancora qualche tappa da fare, qualche chance da giocare, per arrivare a quella vetta di accesso diretto alla Champions tanto voluta quanto meritata. E se così non fosse, sarà stato comunque meraviglioso averci provato. Con gioia, grinta e orgoglio. Sempre. Come quel forza Napoli, sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Napoli, non basta la manita ma guai a smettere di crederci"

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NAPOLI - L'amore non delude. L'amore si batte, combatte, non tradisce e vince. Che si tratti di amore materno, nel giorno della festività della mamma, di amore passionale o di amore per il calcio, la sostanza non cambia: chi ama, ama davvero, senza limiti, senza se e senza ma. E questo Napoli ama. Ama vincere, soprattutto. Chiariamo: contro il Torino non si è trattato solo di amore ma è stato il tripudio della grinta, del coraggio, della caparbietà e della bravura congenita a questa squadra di quel Sarri che omaggia la tragedia che fu. Contro il Toro è manita, è doppietta, è spettacolo: da Josè che segna al minuto della sua maglia, e doppia dopo Mertens e Insigne, a Zielinski che chiude le danze di un ballo dalla musica sublime, capace di tacitare un arbitraggio imperfetto. Napoli era tutta a Torino, il Napoli anche, perché nelle questioni di cuore si è dentro fino al collo, corpo e anima, mai un passo indietro, mai un capo chino, mai una critica a chi lotta per lo stesso obiettivo, anzi: se amore è, amore non giudica mai ma anzi, dagli errori impara, dalle sbavature di gioco corregge, dai gol subiti recupera e arriva ad una goleada a rete azzurra inviolata, in barba alle critiche di chi da fuori guarda e invidia. E va bene così. L'obiettivo non era semplicemente ambizioso: stavolta l'obiettivo era grandioso e ripaga di sofferenze e cardiopalmi, scivoloni e bocconi amari. Ci si mette il cuore, tutto. Ma poi bisogna fermarsi e guardare, soprattutto quando vincere non basta e stavolta nemmeno una manita è bastata: al secondo posto per una manciata di ore, squadra e tifosi hanno assistito alla disfatta di quella squadra che nemmeno contro la Roma sarebbe stato possibile tifare, amore azzurro o no. Quella che vince sempre e comunque persino quando non dovrebbe, tranne all'Olimpico dei giallorossi che infilano reti: tre, a una. E vincono. E lasciano le cose così come erano. Non sempre dunque si puó lottare per vincere: a volte si può solo sperare che il caso, la sorte o l'onestà facciano la loro parte. E se così non avviene, non si può restare male quando il tentativo è stato fatto, quando tutto ciò che si poteva tentare è stato tentato: in questi caso si può alzare la testa fieri d'aver amato, pur non avendo conquistato. Ma fieri di averci provato, con onestà e fedeltà, lontani anni luce da chi ha pensato, detto o agito in malafede, sporcando la bellezza di un amore, quello per il giuoco del pallone. Il cammino di questo Napoli ha ancora qualche tappa da fare, qualche chance da giocare, per arrivare a quella vetta di accesso diretto alla Champions tanto voluta quanto meritata. E se così non fosse, sarà stato comunque meraviglioso averci provato. Con gioia, grinta e orgoglio. Sempre. Come quel forza Napoli, sempre.

 

 

Nunzia Marciano

 

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