In Vetrina
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Napoli, fine (o quasi) del sogno e della sportività"
24.05.2015 10:28 di Napoli Magazine

NAPOLI - Cominciamo dalla fine. Dalla fine della sportività calcistica con Britos che rimedia una meritata espulsione per aver dato una "capata" (testata, ndr) a Morata. Il difensore del Napoli colpisce l'attaccante della Juve. Cioè, così, prende e lo colpisce. E in un attimo distrugge tutto ciò che di bello c'è nel calcio. Il rigore segnato dai bianconeri che siglano il 3-1 e la vittoria allo Juventus Stadium, passa in secondo piano. Va bene il tifo, va bene la grinta, va bene provare a giocarsela, va bene tentare almeno un pareggio prima della sfida di domenica prossima al San Paolo contro la Lazio. Va bene tutto, davvero. Tranne il pessimo esempio dato in campo, anche se quello è il campo dei consueti cori anti-napoletani, di chi ha giustamente rispetto per le vittime della strage di Heysel ma che pagherà 3mila euro ad un tifoso azzurro per averlo offeso con cori razziali. Neanche contro la Juve è giustificabile ciò che ha fatto Britos. Ribadisco, neppure contro la Juventus. Il Napoli che ha pagato un prezzo altissimo per la violenza nel calcio, non può davvero dare un esempio così pessimo. Non si può, davvero. Nemmeno se sugli spalti c'è chi ha lanciato bombe carta alla volta dei tifosi avversari nel derby. Non si può, e non si deve. Abbiamo iniziato dalla fine e con la parola "fine" si chiude questa stagione. Fine (o quasi) del sogno, quello Champions, fine (di certo) dell'era Benitez, quella di una Coppa Italia e una Supercoppa, fine (speriamo presto) delle accuse e delle polemiche, contro questo Napoli che non ha più niente da dare. Fine di chi gioisce al contrario, quando il Napoli non vince e che sa solo criticarlo, fine. Fine delle speranze. O quasi. L'ultima speranza è quella di una doppia sconfitta dei bianco celesti. La prima nel derby di lunedì, la seconda tra le mura amiche del San Paolo nell'ultima gara di questo altalenante campionato. L'ipotesi del "biscottone" romano c'è, al di là della storica rivalità tra le squadre della capitale. E nel rush finale, più che la speranza, ci vorrebbe un miracolo, di quelli alla San Gennaro per capirci. Ma ai napoletani la speranza non manca di certo. Ed è la stessa speranza di ritrovare in campo un assente seppur titolare Gonzalo, ombra del Pipita che è, che lascia il posto ad un mediocre Gabbiadini. Tanto fa il belga Mertens ma mai quanto riesce a realizzare uno strepitoso Lopez. Il centrocampista fa una gran partita e firma il gol del pareggio del Napoli. Rigore. Insigne sbaglia. Buffon rinvia. Lopez recupera e segna. Roba che le probabilità di beccare il 6 al Superenalotto senza neppure giocare la schedina, sarebbero state nettamente superiori. Con tutto il rispetto per Lopez, momentaneamente posseduto dallo spirito ancora in vita di Messi. Il Napoli a Torino, gioca meno di quanto ci si spettasse e pare quasi che sia la Juve a dover lottare per la qualificazione Champions e il Napoli ad aver già vinto Scudetto e Coppa Italia. Sembra. Ma non è. Naturalmente la fortuna manca agli azzurri, e contro il Napoli Sturaro segna il primo, ripetiamo, primo, sottolineiamo, primo gol in campionato. Contro il Napoli. Che si conferma capace di resuscitare anche i morti, in campo. Quelli delle squadre avversarie, naturalmente.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

ULTIMISSIME IN VETRINA
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Napoli, fine (o quasi) del sogno e della sportività"

di Napoli Magazine

24/05/2024 - 10:28

NAPOLI - Cominciamo dalla fine. Dalla fine della sportività calcistica con Britos che rimedia una meritata espulsione per aver dato una "capata" (testata, ndr) a Morata. Il difensore del Napoli colpisce l'attaccante della Juve. Cioè, così, prende e lo colpisce. E in un attimo distrugge tutto ciò che di bello c'è nel calcio. Il rigore segnato dai bianconeri che siglano il 3-1 e la vittoria allo Juventus Stadium, passa in secondo piano. Va bene il tifo, va bene la grinta, va bene provare a giocarsela, va bene tentare almeno un pareggio prima della sfida di domenica prossima al San Paolo contro la Lazio. Va bene tutto, davvero. Tranne il pessimo esempio dato in campo, anche se quello è il campo dei consueti cori anti-napoletani, di chi ha giustamente rispetto per le vittime della strage di Heysel ma che pagherà 3mila euro ad un tifoso azzurro per averlo offeso con cori razziali. Neanche contro la Juve è giustificabile ciò che ha fatto Britos. Ribadisco, neppure contro la Juventus. Il Napoli che ha pagato un prezzo altissimo per la violenza nel calcio, non può davvero dare un esempio così pessimo. Non si può, davvero. Nemmeno se sugli spalti c'è chi ha lanciato bombe carta alla volta dei tifosi avversari nel derby. Non si può, e non si deve. Abbiamo iniziato dalla fine e con la parola "fine" si chiude questa stagione. Fine (o quasi) del sogno, quello Champions, fine (di certo) dell'era Benitez, quella di una Coppa Italia e una Supercoppa, fine (speriamo presto) delle accuse e delle polemiche, contro questo Napoli che non ha più niente da dare. Fine di chi gioisce al contrario, quando il Napoli non vince e che sa solo criticarlo, fine. Fine delle speranze. O quasi. L'ultima speranza è quella di una doppia sconfitta dei bianco celesti. La prima nel derby di lunedì, la seconda tra le mura amiche del San Paolo nell'ultima gara di questo altalenante campionato. L'ipotesi del "biscottone" romano c'è, al di là della storica rivalità tra le squadre della capitale. E nel rush finale, più che la speranza, ci vorrebbe un miracolo, di quelli alla San Gennaro per capirci. Ma ai napoletani la speranza non manca di certo. Ed è la stessa speranza di ritrovare in campo un assente seppur titolare Gonzalo, ombra del Pipita che è, che lascia il posto ad un mediocre Gabbiadini. Tanto fa il belga Mertens ma mai quanto riesce a realizzare uno strepitoso Lopez. Il centrocampista fa una gran partita e firma il gol del pareggio del Napoli. Rigore. Insigne sbaglia. Buffon rinvia. Lopez recupera e segna. Roba che le probabilità di beccare il 6 al Superenalotto senza neppure giocare la schedina, sarebbero state nettamente superiori. Con tutto il rispetto per Lopez, momentaneamente posseduto dallo spirito ancora in vita di Messi. Il Napoli a Torino, gioca meno di quanto ci si spettasse e pare quasi che sia la Juve a dover lottare per la qualificazione Champions e il Napoli ad aver già vinto Scudetto e Coppa Italia. Sembra. Ma non è. Naturalmente la fortuna manca agli azzurri, e contro il Napoli Sturaro segna il primo, ripetiamo, primo, sottolineiamo, primo gol in campionato. Contro il Napoli. Che si conferma capace di resuscitare anche i morti, in campo. Quelli delle squadre avversarie, naturalmente.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com