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L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Se non fa male non è amore, se fa male è il Napoli"
31.08.2015 19:45 di Napoli Magazine

NAPOLI -  Tre minuti. Solo tre minuti. Cantano i Negramaro. Ma alla Samp ne sono bastati appena due per rimontare e pareggiare un 2 a 0 che già sapeva di gioia. Chiariamo: le partite durano 90' divisi in due tempi e non si può certo pensare di vincerle in uno solo nonostante una straordinaria doppietta del bentornato Pipita. Ma nemmeno si può concedere ad Eder di segnarne 2 in 2 minuti con pure un rigore, complice una difesa imbarazzante capitanata da Albiol. Per la prima in casa di questa stagione ci sia aspettava un Napoli in gran forma, come prometteva nel break Lorenzo parlando di ciò che il Napoli sa fare. Ma se è questo ciò che il Napoli sa fare, allora direi che siamo rovinati. Nella surreale notte di Fuorigrotta va in scena una partita da dimenticare dove la Samp risale dagli spogliatoi convinta di essere il Real e ci crede talmente tanto da convincere anche il Napoli. E se nel primo tempo il buon Pepe si girava i pollici, nel secondo si girava intorno alla ricerca di uno straccio di difesa, che non c'era. Questa volta sul banco degli accusati c'è la folla: dalla difesa-non difesa, ad un gioco a metà, passando persino per il buon Lorenzo che se fa il trequartista deve soprattutto creare palle gol per chi c'ha davanti e non cercare di segnare a tutti i costi buttando al vento ottime giocate. Capitolo modulo: il gioco c'è ma i giocatori molto meno, stretti come sembrano in ruoli a cui ancora non sembrano essersi abituati. E il risultato eccolo qui: dal 2-0 al 2-2. Surreale. Tanto che neppure Zenga avrebbe mai sperato tanto. Ma il Napoli si sa, non delude mai i suoi avversari. E poi c'è la nota più dolente: Sarri. Che l'ex bancario sia una brava persona non c'è dubbio per carità, che si impegni per vincere nessuno lo mette in dubbio, ci mancherebbe. Ma allora perché caro, carissimo Mister non ti sei un attimo voltato a guardare la panchina dietro di te? Te lo chiedo perché se tu l'avessi fatto ci avresti trovati seduti un certo Dries e un certo Manolo che, se non erro sono ancora giocatori del Napoli e, a meno che non ti abbiamo espressamente chiesto il permesso di andarsi a mangiare taralli&birra alla rotonda Diaz, tu potevi fare entrare e giocare. E magari qualcosa cambiava, tipo il risultato e magari per i tifosi sarebbe cambiato anche lo svegliarsi il lunedì. E va bene che è appena la seconda ma se il buongiorno si vede dal mattino, qui tocca davvero sbrigarsi. Altro che Chalobah dell'ultimo minuto. Che tu ci pensi e dici: ma chi è questo? Bha. Ricordando a malapena le ultime tre lettere del cognome. Scherzi a parte, anche perché c'è poco da scherzare, adesso bisognerà approfittare della pausa per capire, rivedere e nel caso cambiare le cose. Con la Lazio a pezzetti in casa del Chievo e la Juve-non-Juve che perde con la Roma, quest'anno bisogna davvero giocarsela. Perché va bene soffrire ma non così. Non si può amare d'azzurro e patire le pene dell'inferno. "Se non fa male, non è amore", ho letto da qualche parte. E coniamo "se fa male è il Napoli", sperando di tornare a sorridere, ma bisogna fare presto che il cuore un campionato intero così mi sa che non lo regge.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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L'APPUNTO - Nunzia Marciano: "Se non fa male non è amore, se fa male è il Napoli"

di Napoli Magazine

31/08/2024 - 19:45

NAPOLI -  Tre minuti. Solo tre minuti. Cantano i Negramaro. Ma alla Samp ne sono bastati appena due per rimontare e pareggiare un 2 a 0 che già sapeva di gioia. Chiariamo: le partite durano 90' divisi in due tempi e non si può certo pensare di vincerle in uno solo nonostante una straordinaria doppietta del bentornato Pipita. Ma nemmeno si può concedere ad Eder di segnarne 2 in 2 minuti con pure un rigore, complice una difesa imbarazzante capitanata da Albiol. Per la prima in casa di questa stagione ci sia aspettava un Napoli in gran forma, come prometteva nel break Lorenzo parlando di ciò che il Napoli sa fare. Ma se è questo ciò che il Napoli sa fare, allora direi che siamo rovinati. Nella surreale notte di Fuorigrotta va in scena una partita da dimenticare dove la Samp risale dagli spogliatoi convinta di essere il Real e ci crede talmente tanto da convincere anche il Napoli. E se nel primo tempo il buon Pepe si girava i pollici, nel secondo si girava intorno alla ricerca di uno straccio di difesa, che non c'era. Questa volta sul banco degli accusati c'è la folla: dalla difesa-non difesa, ad un gioco a metà, passando persino per il buon Lorenzo che se fa il trequartista deve soprattutto creare palle gol per chi c'ha davanti e non cercare di segnare a tutti i costi buttando al vento ottime giocate. Capitolo modulo: il gioco c'è ma i giocatori molto meno, stretti come sembrano in ruoli a cui ancora non sembrano essersi abituati. E il risultato eccolo qui: dal 2-0 al 2-2. Surreale. Tanto che neppure Zenga avrebbe mai sperato tanto. Ma il Napoli si sa, non delude mai i suoi avversari. E poi c'è la nota più dolente: Sarri. Che l'ex bancario sia una brava persona non c'è dubbio per carità, che si impegni per vincere nessuno lo mette in dubbio, ci mancherebbe. Ma allora perché caro, carissimo Mister non ti sei un attimo voltato a guardare la panchina dietro di te? Te lo chiedo perché se tu l'avessi fatto ci avresti trovati seduti un certo Dries e un certo Manolo che, se non erro sono ancora giocatori del Napoli e, a meno che non ti abbiamo espressamente chiesto il permesso di andarsi a mangiare taralli&birra alla rotonda Diaz, tu potevi fare entrare e giocare. E magari qualcosa cambiava, tipo il risultato e magari per i tifosi sarebbe cambiato anche lo svegliarsi il lunedì. E va bene che è appena la seconda ma se il buongiorno si vede dal mattino, qui tocca davvero sbrigarsi. Altro che Chalobah dell'ultimo minuto. Che tu ci pensi e dici: ma chi è questo? Bha. Ricordando a malapena le ultime tre lettere del cognome. Scherzi a parte, anche perché c'è poco da scherzare, adesso bisognerà approfittare della pausa per capire, rivedere e nel caso cambiare le cose. Con la Lazio a pezzetti in casa del Chievo e la Juve-non-Juve che perde con la Roma, quest'anno bisogna davvero giocarsela. Perché va bene soffrire ma non così. Non si può amare d'azzurro e patire le pene dell'inferno. "Se non fa male, non è amore", ho letto da qualche parte. E coniamo "se fa male è il Napoli", sperando di tornare a sorridere, ma bisogna fare presto che il cuore un campionato intero così mi sa che non lo regge.

 

 

Nunzia Marciano

 

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