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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "C’è chi tocca cieli con un dito e chi Dio con un piede"
17.12.2017 19:40 di Napoli Magazine

NAPOLI - C’è chi tocca il cielo con un dito e chi tocca Dio con un piede. Chiariamo: che Marek non eguagliasse il record di Diego era poco probabile, si sapeva che era solo questione di tempo e di serenità mentale e poi quel 115esimo sarebbe stato segnato. Ma vedere il capitano finalmente a braccia aperte esultare, è uno spettacolo che fa il paio solo con la meraviglia di tornare in vetta con un tris. A Torino contro i granata il Napoli non replica passi falsi e stavolta ad una sconfitta di chi aveva occupato il podio, risponde con una vittoria più che meritata, aperta dalla rete di Kalidou, continuata con quella del sostituto di Lorenzo e finita col la ciliegina dello slovacco. Un Napoli che si rispolvera alla grande, lontano anni luce dalla stanchezza di un paio di partite trascorse, che ritorna allo spettacolo cui una città e un campionato erano già abituati. Una rete quella subita che mal si concilia con il Napoli dei tre gol ma tant’è. E tre sono anche pochi: Callejon intercetta, non si sa perché, Insigne e rende nullo un gol regolare; Mertens scivola e non fa poker. Insomma, una goleada era più che possibile ma va bene, tanto bene anche così, anche con Dries che non va in gol, nonostante a momenti persino quelli del Torino gli passavano palla per segnare, oltre agli altri 10 azzurri. Dieci, come il numero dei granata in campo dopo tutte le sostituzioni e un infortunio. Il Napoli si riprende ciò che gli spettava di diritto, con tre gol in una manciata di minuti che non sono niente male per una squadra già data per spacciata senza nemmeno poter replicare, per un giocattolo rotto prima ancora di essere scartato, per un Mister fallito senza neanche finire il girone di andata. Ma tant’è. Quel carro è sin troppo pieno, dopo partite come questa, di chi diserta per una sconfitta e condanna per un pareggio. E invece no, invece si ritorna dove chi ci crede non aveva mai nemmeno pensato che non si potesse tornare. Talvolta la strada è tortuosa, si sa, il cammino è pieno di ostacoli, la salita è tutto ciò che si vede all’orizzonte e perdersi è più facile che ritrovarsi. Ma non per questo Napoli e non per i suoi napoletani, non se ci si crede fino in fondo e soprattutto fino alla fine. Perché in fondo, il Napoli che dopo una sconfitta e un pareggio, poi vince e torna primo, è come il tuo ex, che dopo un frullatore e un pigiama, poi ti regala un Damiani con tanto George Clooney vicino. E chest’è.

 

 

Nunzia Marciano

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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L'APPUNTO - Nunzia Marciano su "NM": "C’è chi tocca cieli con un dito e chi Dio con un piede"

di Napoli Magazine

17/12/2024 - 19:40

NAPOLI - C’è chi tocca il cielo con un dito e chi tocca Dio con un piede. Chiariamo: che Marek non eguagliasse il record di Diego era poco probabile, si sapeva che era solo questione di tempo e di serenità mentale e poi quel 115esimo sarebbe stato segnato. Ma vedere il capitano finalmente a braccia aperte esultare, è uno spettacolo che fa il paio solo con la meraviglia di tornare in vetta con un tris. A Torino contro i granata il Napoli non replica passi falsi e stavolta ad una sconfitta di chi aveva occupato il podio, risponde con una vittoria più che meritata, aperta dalla rete di Kalidou, continuata con quella del sostituto di Lorenzo e finita col la ciliegina dello slovacco. Un Napoli che si rispolvera alla grande, lontano anni luce dalla stanchezza di un paio di partite trascorse, che ritorna allo spettacolo cui una città e un campionato erano già abituati. Una rete quella subita che mal si concilia con il Napoli dei tre gol ma tant’è. E tre sono anche pochi: Callejon intercetta, non si sa perché, Insigne e rende nullo un gol regolare; Mertens scivola e non fa poker. Insomma, una goleada era più che possibile ma va bene, tanto bene anche così, anche con Dries che non va in gol, nonostante a momenti persino quelli del Torino gli passavano palla per segnare, oltre agli altri 10 azzurri. Dieci, come il numero dei granata in campo dopo tutte le sostituzioni e un infortunio. Il Napoli si riprende ciò che gli spettava di diritto, con tre gol in una manciata di minuti che non sono niente male per una squadra già data per spacciata senza nemmeno poter replicare, per un giocattolo rotto prima ancora di essere scartato, per un Mister fallito senza neanche finire il girone di andata. Ma tant’è. Quel carro è sin troppo pieno, dopo partite come questa, di chi diserta per una sconfitta e condanna per un pareggio. E invece no, invece si ritorna dove chi ci crede non aveva mai nemmeno pensato che non si potesse tornare. Talvolta la strada è tortuosa, si sa, il cammino è pieno di ostacoli, la salita è tutto ciò che si vede all’orizzonte e perdersi è più facile che ritrovarsi. Ma non per questo Napoli e non per i suoi napoletani, non se ci si crede fino in fondo e soprattutto fino alla fine. Perché in fondo, il Napoli che dopo una sconfitta e un pareggio, poi vince e torna primo, è come il tuo ex, che dopo un frullatore e un pigiama, poi ti regala un Damiani con tanto George Clooney vicino. E chest’è.

 

 

Nunzia Marciano

 

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