NAPOLI - Con la sosta per le Nazionali, è il momento delle riflessioni. Il Napoli, a punteggio pieno dopo sette partite, alimenta le speranze di buona classifica. La lunga esperienza insegna alle squadre come quella del Napoli a non esprimere previsioni troppo audaci, anche se i primi numeri lasciano ben sperare. E' un momento ricco di attese,  pronostici e discussioni sulla VAR. Tutte previsioni e chiacchiere che dovranno confrontarsi con la realta' delle partite e con il rendimento ''sul campo'' dei calciatori che danno il prolfilo alle squadre. Per il Napoli c'e' una grande e consolidata voglia di conferme, dettate dal bel gioco di Sarri. E' importante però non ''prevedere'' imprese e situazioni che, nella visione e negli auspici, potrebbero cozzare con la scaramanzia partenopea. E i campionati danno soddisfazioni se non si pretende ''a priori'' di stabilire il risultato finale. Se si ''profetizza'' l'esito del torneo per la propria squadra, dopo appena sette partite, seppur vinte, si può andare incontro a delusioni. Nella storia azzurra si  trovano episodi di preventiva euforia e di finale delusione. Pure i migliori hanno bisogno di tempo e tranquillita' per dare il meglio di se' in campo. Anni fa tocco' a un bravissimo attaccante, Beppe Savoldi, di infiammare ''a priori'' la tifoseria azzurra per poi non conseguire un risultato di prima classe. Non gli mancava la ''classe'', spesso segnava bei gol, ma non ci fu ''il trionfo''. A lui dedicai una ''poesia'' nel libricino ''La testa nel pallone", che dà il titolo a questa rubrica: "Non riusci' il buon Savoldi a strappare al destino / lo scudetto proibito, Ma ecco li' - nei ricordi dell'erba ingiallita / le sue tenere tracce / nel solco dei numeri nove''. Tuttavia va detto che quest'anno le sensazioni sono diverse, oserei dire "speciali", ma non urliamolo troppo ai quattro venti...