L'Angolo
GAZZETTA - Higuain? MELO mangio: "Ho battuto Messi a casa sua, figuriamoci se ho paura di Gonzalo, è come Balo, va menato"
27.11.2015 10:49 di Napoli Magazine

NAPOLI - Felipe Melo, centrocampista dell'Inter, ha rilasciato un'intervista a "La Gazzetta dello Sport": "Ho battuto Messi a casa sua, figuriamoci se posso aver paura di Gonzalo. Lui è come Balo: va menato. Sono cattivo per vincere, non per fare male".

 

 

"Ce ne sono di due tipi: quella dell’anima che ti porta a fare male, roba che non conosco; e quell’altra, che invece conosco. La mia vita è fatta di cattiveria: per emergere, arrivare, farcela. A tredici anni mi svegliavo alle 4 di mattina per prendere l’autobus: vedevo altri uscire dalla discoteca, mentre io andavo a scuola e poi all’allenamento. C’erano due-tre ore di macchina: mio padre doveva fare un doppio lavoro, la mamma preparava il pranzo, io mangiavo il mio e poi imboccavo mio padre perché doveva guidare. Questa è la mia... cattiveria: insistere, andare avanti. Per arrivare. Mai entrato per rompere un avversario. Mai. E’ storia. Non lo faccio per principio e perché anch’io ho le gambe...Diego Lopez? Lì fu diverso. Successe dopo un Fiorentina-Cagliari, io fui l’ultimo ad uscire, lui mi aspettò volutamente nel tunnel. Aveva esagerato, detto frasi brutte su mia moglie che allora era incinta. Su chi pensa che l'Inter gioca male? Non m’incazzo nemmeno più. Una volta, in Turchia, ci dissero 'Non avete battuto il Fenerbahçe in casa'. Sa cosa successe? Con un pareggio nel loro stadio, col Galatasaray vincemmo il campionato facendo il giro di campo al buio perché spensero apposta le luci e a impianto vuoto. I loro tifosi se ne erano andati, i nostri non li fecero entrare. Ho goduto come mai. E a chi mi ripeteva quella frase per un derby sentitissimo io dicevo solo una cosa: abbiamo vinto il campionato. Questo per dire che chissenefrega di quel che dicono. In questo caso e in altri. Se vinciamo al San Paolo è tanta roba, perché in pochi riescono a vincere a Napoli. Se pareggiamo dipende, e anche se perdiamo bisogna vedere come... Una cosa è certa: noi facciamo il nostro lavoro, bene e senza paura. E l’autostima non ce la intacca nessuno, comunque vada". "Per fermare Balotelli bisogna menarlo" disse Felipe Melo prima del derby. Ora il centrocampista brasiliano si spiega meglio: "Su quella frase è stato fatto un romanzo. Melo istiga alla violenza, Melo qui e là, come quando si fece male un giocatore del Chievo che mi venne addosso o Pazzini, situazione nella quale scivolai addirittura prima... Quella frase sul 'menare' l’ho detta sorridendo. L’ho detta perché Balotelli è un giocatore differente da tutti. Come Higuain. E bisogna dedicargli molta attenzione. Ecco il senso. Non abbiamo paura di nessuno, sempre. Ma non c’è solo Higuain o un altro o Hamsik: c’è il Napoli. Bisogna stare attenti al Napoli. Punto. Sappiamo vincere insieme. Siamo una famiglia, e non è un modo di dire perché ci sono allegria ma anche momenti di aiuto reciproco. E sappiamo soffrire in campo. Non mi posso permettere pronostici né promesse: noi lavoriamo al 110% per vincere lo scudetto. Io vicino all'Inter di Mourinho? Il mio agente sentì Marco Branca. Ci fu qualcosa di abbastanza serio, poi furono fatte altre scelte. Ma evidentemente era destino che dovessi venire qui. Facevo Il centravanti. In un torneo, Coppa Zico, feci 15 gol in 12 partite. Poi un allenatore mi spostò a centrocampo. Io nel mio lavoro metto tutto. Per questo la gente capisce: perché vede quel che dò. Poi è chiaro che c’è qualcuno che dice 'Quel rompicoglioni di Melo qui e là …', però sono convinto che vorrebbe uno come Melo in squadra. Così come potrei dire io di Cristiano Ronaldo, oppure di Higuain che è un gran 'rompi' ma è chiaro che potrei voler giocare con lui piuttosto che contro di lui. E magari succede anche questo nei miei confronti". Tackle ruvidi e tanto agonismo in campo, ma fuori..."No, non ho nemici. Quando ero piccolo e succedeva qualcosa a scuola mio padre mi diceva tre cose: prima di tutto se ci sono problemi parla con la maestra, poi cerca di evitare il contatto e se proprio non ce la fai non tornare a casa rotto perché sennò poi le prendi anche da me".

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GAZZETTA - Higuain? MELO mangio: "Ho battuto Messi a casa sua, figuriamoci se ho paura di Gonzalo, è come Balo, va menato"

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27/11/2024 - 10:49

NAPOLI - Felipe Melo, centrocampista dell'Inter, ha rilasciato un'intervista a "La Gazzetta dello Sport": "Ho battuto Messi a casa sua, figuriamoci se posso aver paura di Gonzalo. Lui è come Balo: va menato. Sono cattivo per vincere, non per fare male".

 

 

"Ce ne sono di due tipi: quella dell’anima che ti porta a fare male, roba che non conosco; e quell’altra, che invece conosco. La mia vita è fatta di cattiveria: per emergere, arrivare, farcela. A tredici anni mi svegliavo alle 4 di mattina per prendere l’autobus: vedevo altri uscire dalla discoteca, mentre io andavo a scuola e poi all’allenamento. C’erano due-tre ore di macchina: mio padre doveva fare un doppio lavoro, la mamma preparava il pranzo, io mangiavo il mio e poi imboccavo mio padre perché doveva guidare. Questa è la mia... cattiveria: insistere, andare avanti. Per arrivare. Mai entrato per rompere un avversario. Mai. E’ storia. Non lo faccio per principio e perché anch’io ho le gambe...Diego Lopez? Lì fu diverso. Successe dopo un Fiorentina-Cagliari, io fui l’ultimo ad uscire, lui mi aspettò volutamente nel tunnel. Aveva esagerato, detto frasi brutte su mia moglie che allora era incinta. Su chi pensa che l'Inter gioca male? Non m’incazzo nemmeno più. Una volta, in Turchia, ci dissero 'Non avete battuto il Fenerbahçe in casa'. Sa cosa successe? Con un pareggio nel loro stadio, col Galatasaray vincemmo il campionato facendo il giro di campo al buio perché spensero apposta le luci e a impianto vuoto. I loro tifosi se ne erano andati, i nostri non li fecero entrare. Ho goduto come mai. E a chi mi ripeteva quella frase per un derby sentitissimo io dicevo solo una cosa: abbiamo vinto il campionato. Questo per dire che chissenefrega di quel che dicono. In questo caso e in altri. Se vinciamo al San Paolo è tanta roba, perché in pochi riescono a vincere a Napoli. Se pareggiamo dipende, e anche se perdiamo bisogna vedere come... Una cosa è certa: noi facciamo il nostro lavoro, bene e senza paura. E l’autostima non ce la intacca nessuno, comunque vada". "Per fermare Balotelli bisogna menarlo" disse Felipe Melo prima del derby. Ora il centrocampista brasiliano si spiega meglio: "Su quella frase è stato fatto un romanzo. Melo istiga alla violenza, Melo qui e là, come quando si fece male un giocatore del Chievo che mi venne addosso o Pazzini, situazione nella quale scivolai addirittura prima... Quella frase sul 'menare' l’ho detta sorridendo. L’ho detta perché Balotelli è un giocatore differente da tutti. Come Higuain. E bisogna dedicargli molta attenzione. Ecco il senso. Non abbiamo paura di nessuno, sempre. Ma non c’è solo Higuain o un altro o Hamsik: c’è il Napoli. Bisogna stare attenti al Napoli. Punto. Sappiamo vincere insieme. Siamo una famiglia, e non è un modo di dire perché ci sono allegria ma anche momenti di aiuto reciproco. E sappiamo soffrire in campo. Non mi posso permettere pronostici né promesse: noi lavoriamo al 110% per vincere lo scudetto. Io vicino all'Inter di Mourinho? Il mio agente sentì Marco Branca. Ci fu qualcosa di abbastanza serio, poi furono fatte altre scelte. Ma evidentemente era destino che dovessi venire qui. Facevo Il centravanti. In un torneo, Coppa Zico, feci 15 gol in 12 partite. Poi un allenatore mi spostò a centrocampo. Io nel mio lavoro metto tutto. Per questo la gente capisce: perché vede quel che dò. Poi è chiaro che c’è qualcuno che dice 'Quel rompicoglioni di Melo qui e là …', però sono convinto che vorrebbe uno come Melo in squadra. Così come potrei dire io di Cristiano Ronaldo, oppure di Higuain che è un gran 'rompi' ma è chiaro che potrei voler giocare con lui piuttosto che contro di lui. E magari succede anche questo nei miei confronti". Tackle ruvidi e tanto agonismo in campo, ma fuori..."No, non ho nemici. Quando ero piccolo e succedeva qualcosa a scuola mio padre mi diceva tre cose: prima di tutto se ci sono problemi parla con la maestra, poi cerca di evitare il contatto e se proprio non ce la fai non tornare a casa rotto perché sennò poi le prendi anche da me".