L'Angolo
IL GRAFFIO - Antonio Corbo: "Napoli, il futuro ricomincia a Liverpool, ecco cinque osservazioni"
13.12.2018 13:25 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

NAPOLI - Ci sono molti modi per non capire quello che è successo a Liverpool. Il primo è richiamare nella corta memoria di questo terribile girone C il gol concesso alla Stella Rossa, in una delle due partite vinte, 2 su 6. Ma davvero quel gol al passivo ha deciso tutto? Il secondo, spiegare lo strapotere di Salah con l’inadeguato controllo di Mario Rui, soccorso più volte a sinistra da Koulibaly. Il terzo è ascoltare Ancelotti: nasconde prima a se stesso, poi a giornalisti e tifosi la verità di una eliminazione. Sparge fumo evitare che la squadra si renda conto della sua dimensione, ben lontana dai picchi europei. Mastro Carletto va capito, deve tenere in corsa il Napoli per quel resta. Non poco: campionato di vertice, Europa League, Coppa Italia. Tutto fa gloria e danaro. Il botteghino ed il marketing sono sempre sete di euro, e dev’essere alto l’interesse di tifosi e sponsor. Il Napoli non può fermarsi a Mario Rui o al gol preso dalla Stella Rossa. Sarebbe un’analisi parziale, superficiale, ingannevole. Liverpool-Napoli mostra qualche divario significativo. Si scoprono valori distanti: Salah e Insigne, la Premier e la serie A, il calcio del primo campionato in Europa e quello italiano, terzo se non quarto, competitivo con la Francia ma con strutture, giro d’affari, potere d’acquisto inferiore a Inghilterra, Spagna, Germania. Ancelotti non può essere giudicato severamente per il mancato effetto magico dei cambi. Ha affrontato una Champions impossibile, non si è ritirato per rifugiarsi come l’anno scorso nell’ossessione di uno scudetto appena sfiorato. Ha tradotto in potenza la fragile bellezza del Napoli, che ne ha reso credibile il sogno europeo. Essere tra i primi 16 club. De Laurentiis elogia Ancelotti per quel che fa, ma deve anche sostenerne la gestione più complessa: preparare domani. Il futuro impone qualche strappo.

 

1) Insigne e Mertens. Micidiale coppia di folletti ma nel circuito italiano. Può bastarne uno se sono quelli visti martedì. L’Europa chiede almeno un bomber solido e spietato. Milik si avvicina. Per ora c’è lui fino a giugno.

 

2) Insigne è un leader o un fantastico comprimario?

 

3) Se il regista protegge la difesa, prende per mano la squadra e la lancia verso la profondità Hamsik è una figura sbiadita. Può maturare Fabian Ruiz, si spera. Altrimenti si cerchi fin da ora un gigante a centrocampo.

 

4) Callejòn segnala la sua fase crepuscolare dopo splendide stagione.

 

5) Koulibaly è tesoro di mercato. Ci vuole in altri ruoli qualche altro come lui. Altrimenti Liverpool non insegna nulla.

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IL GRAFFIO - Antonio Corbo: "Napoli, il futuro ricomincia a Liverpool, ecco cinque osservazioni"

di Napoli Magazine

13/12/2024 - 13:25

NAPOLI - Ci sono molti modi per non capire quello che è successo a Liverpool. Il primo è richiamare nella corta memoria di questo terribile girone C il gol concesso alla Stella Rossa, in una delle due partite vinte, 2 su 6. Ma davvero quel gol al passivo ha deciso tutto? Il secondo, spiegare lo strapotere di Salah con l’inadeguato controllo di Mario Rui, soccorso più volte a sinistra da Koulibaly. Il terzo è ascoltare Ancelotti: nasconde prima a se stesso, poi a giornalisti e tifosi la verità di una eliminazione. Sparge fumo evitare che la squadra si renda conto della sua dimensione, ben lontana dai picchi europei. Mastro Carletto va capito, deve tenere in corsa il Napoli per quel resta. Non poco: campionato di vertice, Europa League, Coppa Italia. Tutto fa gloria e danaro. Il botteghino ed il marketing sono sempre sete di euro, e dev’essere alto l’interesse di tifosi e sponsor. Il Napoli non può fermarsi a Mario Rui o al gol preso dalla Stella Rossa. Sarebbe un’analisi parziale, superficiale, ingannevole. Liverpool-Napoli mostra qualche divario significativo. Si scoprono valori distanti: Salah e Insigne, la Premier e la serie A, il calcio del primo campionato in Europa e quello italiano, terzo se non quarto, competitivo con la Francia ma con strutture, giro d’affari, potere d’acquisto inferiore a Inghilterra, Spagna, Germania. Ancelotti non può essere giudicato severamente per il mancato effetto magico dei cambi. Ha affrontato una Champions impossibile, non si è ritirato per rifugiarsi come l’anno scorso nell’ossessione di uno scudetto appena sfiorato. Ha tradotto in potenza la fragile bellezza del Napoli, che ne ha reso credibile il sogno europeo. Essere tra i primi 16 club. De Laurentiis elogia Ancelotti per quel che fa, ma deve anche sostenerne la gestione più complessa: preparare domani. Il futuro impone qualche strappo.

 

1) Insigne e Mertens. Micidiale coppia di folletti ma nel circuito italiano. Può bastarne uno se sono quelli visti martedì. L’Europa chiede almeno un bomber solido e spietato. Milik si avvicina. Per ora c’è lui fino a giugno.

 

2) Insigne è un leader o un fantastico comprimario?

 

3) Se il regista protegge la difesa, prende per mano la squadra e la lancia verso la profondità Hamsik è una figura sbiadita. Può maturare Fabian Ruiz, si spera. Altrimenti si cerchi fin da ora un gigante a centrocampo.

 

4) Callejòn segnala la sua fase crepuscolare dopo splendide stagione.

 

5) Koulibaly è tesoro di mercato. Ci vuole in altri ruoli qualche altro come lui. Altrimenti Liverpool non insegna nulla.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica