L'Angolo
L'ANALISI - Corbo: "La gestione patriarcale è un boomerang, il Napoli può ripartire se rivolge a se stesso tre domande"
02.09.2015 12:11 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per Repubblica

NAPOLI - Il futuro del Napoli ricomincia alle 23.04 dell’altra notte. Quando Sky annuncia che il contratto dell’acquisto di Roberto Soriano della Samp è stato presentato fuori tempo massimo. Ci vorrà un giorno per ricostruire il più avvilente giallo del mercato 2015. L’intrigo di versioni chiude una dissennata fiera di mercanti irresponsabili con acrobazie finanziarie, come il “prestito oneroso” che vale un assegno postdatato, i club italiani hanno speso quanto non hanno e non avranno. Per il Napoli l’imperdonabile flop apre tre scenari. La società consegna all’allenatore una squadra imperfetta, non solo incompleta. Evita di pagare mezzo ingaggio a Zuniga, protagonista e vittima dei suoi misteri, promesso alla Samp nello scambio con Soriano. La sua condizione fisica, brillante nella nazionale colombiana e proibitiva nel club, un giorno o l’altro va chiarita. La terza prospettiva di questo paradossale incidente è invece molto favorevole. Consente al club azzurro di fermarsi, riflettere e correggere una conduzione infelice, che rischia di deprimere il Napoli. Sospeso tra calcio e cinema, il Napoli risente di una troppo autoritaria presidenza. Solo l’orgoglio metallico e la sconfinata autostima vietano a De Laurentiis di comprendere quanto accade: la gestione patriarcale è un boomerang. Si chiede in queste ore perché il vecchio Napoli riuscì a far passare con 5 ore di ritardo il contratto di Maradona, l’affare che cambiò la storia del calcio italiano? Il Napoli di oggi perde spettatori e consensi. È un Napoli di infinita potenzialità che comincia a produrre sempre meno. Un bene che rischia di svalutarsi. Sono riflessioni che un imprenditore finora di riconosciuta intelligenza deve porsi. Far tutto da solo, credere di saperne sempre più di tutti, rinunciare alla collaborazione di validi elementi in società purtroppo relegati a ruoli impiegatizi: l’infortunio burocratico di Soriano non è un caso. Dopo Cavani, fatta eccezione per Insigne, nessun giocatore ha creato plusvalenza in bilancio. La lite con Pierpaolo Marino, scaltrito dall’esperienza con geni del calcio come Antonio Sibilia, Corrado Ferlaino, Dino Viola e Giampaolo Pozzo, si è rivelata un punto di confine tra un Napoli e l’altro. De Laurentiis si conferma sempre una raffinata mente finanziaria, trae ottimo profitto dal migliore settore che è il marketing di Alessandro Formisano, ma è evidente la mancanza di una mente tecnica altrettanto illuminata. Dopo i disastri di Bigon (da Donadel comprato senza visite preventive a Maiello ceduto al Crotone) poteva colmare questa lacuna Cristiano Giuntoli. Al di là del suo stile e del suo look provinciali. Ottima la sua prova nel Carpi, dove decideva tutto. Qui esegue. Fino al flop. Non compilare in tempo il modulo dell’ingaggio è come non completare il compito di un importante concorso pubblico. Un macigno che precipita sulla sua carriera. Passano in secondo piano anche i meriti di aver raccolto un po’ di milioni con la svendita dei doppioni, prima di lui il Napoli non riusciva neanche a regalarli. Il caso Soriano diventa una polizza assicurativa sulla panchina di Sarri. Come e quando il Napoli potrà esonerarlo se oggi gli affida una squadra imperfetta? La difesa sbanda, rifondata sul 33enne Maggio, sugli stravaganti Koulibaly e Albiol, con la sola novità del destro Hysaj schierato a sinistra. Più che Soriano, giusta alternativa ad Hamsik, occorreva sistemare la difesa. Disguidi tecnici ve ne sono altri. L’assenza di Zapata priva il Napoli di un attaccante forte di testa e di urto, quindi di una variante tattica. Né si comprende l’anomalia di Gabbiadini: acquistato anche lui dalla Samp per 12 milioni, è nel giro della Nazionale ma non trova posto. Fu una scelta tecnica indovinata? I tifosi continuano a pensare che De Laurentiis spenda poco. No, troppo e male. Può ripartire dall’incidente dell’altra notte il Napoli, se rivolge a se stesso tre domande. 1) Non si poteva discutere dei diritti di immagine dopo aver presentato il contratto in tempo? 2) Ma si doveva aspettare il crollo della difesa, per puntare sul difensore vero? 3) Come Giuntoli tornando da Milano spiegherà a Sarri il suo sfortunato mercato?

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02/09/2024 - 12:11

NAPOLI - Il futuro del Napoli ricomincia alle 23.04 dell’altra notte. Quando Sky annuncia che il contratto dell’acquisto di Roberto Soriano della Samp è stato presentato fuori tempo massimo. Ci vorrà un giorno per ricostruire il più avvilente giallo del mercato 2015. L’intrigo di versioni chiude una dissennata fiera di mercanti irresponsabili con acrobazie finanziarie, come il “prestito oneroso” che vale un assegno postdatato, i club italiani hanno speso quanto non hanno e non avranno. Per il Napoli l’imperdonabile flop apre tre scenari. La società consegna all’allenatore una squadra imperfetta, non solo incompleta. Evita di pagare mezzo ingaggio a Zuniga, protagonista e vittima dei suoi misteri, promesso alla Samp nello scambio con Soriano. La sua condizione fisica, brillante nella nazionale colombiana e proibitiva nel club, un giorno o l’altro va chiarita. La terza prospettiva di questo paradossale incidente è invece molto favorevole. Consente al club azzurro di fermarsi, riflettere e correggere una conduzione infelice, che rischia di deprimere il Napoli. Sospeso tra calcio e cinema, il Napoli risente di una troppo autoritaria presidenza. Solo l’orgoglio metallico e la sconfinata autostima vietano a De Laurentiis di comprendere quanto accade: la gestione patriarcale è un boomerang. Si chiede in queste ore perché il vecchio Napoli riuscì a far passare con 5 ore di ritardo il contratto di Maradona, l’affare che cambiò la storia del calcio italiano? Il Napoli di oggi perde spettatori e consensi. È un Napoli di infinita potenzialità che comincia a produrre sempre meno. Un bene che rischia di svalutarsi. Sono riflessioni che un imprenditore finora di riconosciuta intelligenza deve porsi. Far tutto da solo, credere di saperne sempre più di tutti, rinunciare alla collaborazione di validi elementi in società purtroppo relegati a ruoli impiegatizi: l’infortunio burocratico di Soriano non è un caso. Dopo Cavani, fatta eccezione per Insigne, nessun giocatore ha creato plusvalenza in bilancio. La lite con Pierpaolo Marino, scaltrito dall’esperienza con geni del calcio come Antonio Sibilia, Corrado Ferlaino, Dino Viola e Giampaolo Pozzo, si è rivelata un punto di confine tra un Napoli e l’altro. De Laurentiis si conferma sempre una raffinata mente finanziaria, trae ottimo profitto dal migliore settore che è il marketing di Alessandro Formisano, ma è evidente la mancanza di una mente tecnica altrettanto illuminata. Dopo i disastri di Bigon (da Donadel comprato senza visite preventive a Maiello ceduto al Crotone) poteva colmare questa lacuna Cristiano Giuntoli. Al di là del suo stile e del suo look provinciali. Ottima la sua prova nel Carpi, dove decideva tutto. Qui esegue. Fino al flop. Non compilare in tempo il modulo dell’ingaggio è come non completare il compito di un importante concorso pubblico. Un macigno che precipita sulla sua carriera. Passano in secondo piano anche i meriti di aver raccolto un po’ di milioni con la svendita dei doppioni, prima di lui il Napoli non riusciva neanche a regalarli. Il caso Soriano diventa una polizza assicurativa sulla panchina di Sarri. Come e quando il Napoli potrà esonerarlo se oggi gli affida una squadra imperfetta? La difesa sbanda, rifondata sul 33enne Maggio, sugli stravaganti Koulibaly e Albiol, con la sola novità del destro Hysaj schierato a sinistra. Più che Soriano, giusta alternativa ad Hamsik, occorreva sistemare la difesa. Disguidi tecnici ve ne sono altri. L’assenza di Zapata priva il Napoli di un attaccante forte di testa e di urto, quindi di una variante tattica. Né si comprende l’anomalia di Gabbiadini: acquistato anche lui dalla Samp per 12 milioni, è nel giro della Nazionale ma non trova posto. Fu una scelta tecnica indovinata? I tifosi continuano a pensare che De Laurentiis spenda poco. No, troppo e male. Può ripartire dall’incidente dell’altra notte il Napoli, se rivolge a se stesso tre domande. 1) Non si poteva discutere dei diritti di immagine dopo aver presentato il contratto in tempo? 2) Ma si doveva aspettare il crollo della difesa, per puntare sul difensore vero? 3) Come Giuntoli tornando da Milano spiegherà a Sarri il suo sfortunato mercato?

Fonte: Antonio Corbo per Repubblica