L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Gonzalo, "la colpa è tua" che hai tradito i tifosi, le scelte di denaro non comprano il rispetto"
06.04.2017 23:57 di Napoli Magazine

NAPOLI - Ci sono Argentini e argentini. Argentini che i napoletani apprezzano ancora oggi, come Lavezzi, che ha rifiutato più volte l'Inter per non incontrare da avversario il Napoli, ed ovviamente Maradona, che non ha mai ceduto alle lusinghe dell'avvocato Agnelli: entrambi sono rimasti fedeli a quel patto di sangue non scritto, tra tifoso e idolo, e i napoletani gliene saranno sempre grati per aver onorato la bontà dei sentimenti reciproci, delle urla contro il cielo per ogni gol realizzato, un qualcosa che nessun contratto milionario può eguagliare. E poi ci sono i sud americani (argentini e brasiliani), come Higuain ed Altafini, due meri traditori di sentimenti. Lo dissi quando mi arrivò la notizia del suo passaggio alla Juventus, il 14 luglio scorso, e mi ritrovai in tarda serata a commentare il tutto a "Premium Sport", durante lo Speciale Calciomercato, e lo ribadisco oggi. Gonzalo Higuain, con il suo comportamento, ha tradito Napoli e i napoletani. E si è meritato i fischi. Tutti. Dal primo all'ultimo. Qualcuno verrà a ricordarci che De Laurentiis aveva fissato il prezzo con la clausola rescissoria. Tutto vero. Ma qui non si discute l'acquisto del calciatore, bensì l'atteggiamento, silente ed irriguardoso verso un popolo intero. Dichiarare durante la Coppa America: "Napoletani, state tranquilli", per poi andare a fare le visite mediche di nascosto in Spagna, senza un briciolo di spiegazione, scoprire il tutto strada facendo, comprendere il "tradimento" e vederlo lì, sudatissimo, il giorno della conferenza stampa di presentazione a Torino, arrampicarsi sugl specchi, chiedendo scusa a Sarri per non averlo salutato, senza aver nemmeno avvisato i suoi ormai ex compagni di squadra, qualche senso reiterato di disgusto per la mancata trasparenza l'ha destato. Il calcio è composto da professionisti pagati fior di milioni, ma nessuno li costringe a saltare sotto la Curva, battendosi il petto e cantando "Un giorno all'improvviso, mi innamorai di te, il cuore mi batteva, non chiedermi perchè, di tempo n'è passato, ma sono ancora qua, ed oggi come allora difendo la città". Non comprendere tutto ciò, per poi presentarsi da avversario nel tempio che lo aveva eletto idolo fino a quel gol col Frosinone in sforbiciata, significa vivere in un mondo parallelo del tutto fuori da ogni logica ed estraneo a qualsiasi essere umano. Che abbia detto, rivolto a De Laurentiis, "la colpa è tua", dopo il primo dei due bei gol, fa sorridere. Gli sfugge che il napoletano non lo fischia perchè la Juventus lo ha acquistato pagando la cifra stabilita da ADL, ma perchè non ha avuto rispetto di nessuno. Non ha avuto rispetto dei compagni, di Sarri, dell'ambiente, dei gol segnati in maglia azzurra e del popolo che lo ha amato e poi odiato per questo motivo. Le scelte di denaro non comprano la stima dei tifosi, dovrà tenerlo presente quando tra 30-40 anni gli capiterà di incontrare un napoletano in giro per il mondo che lo guarderà con lo stesso sguardo risentito di oggi, perchè puo' anche fare tanti gol, ma se non sa guadagnarsi la stima e il rispetto delle persone con cui si confronta non elevera' mai la sua persona. Un pò come il fratello, per nulla elegante, che gode alle reti in biaconero del suo assistito dopo aver scrutato il volto del presidente del Napoli: sono considerazioni di basso livello e di poco interesse, sapete perchè? Perchè non capiranno mai fino in fondo il calcio che hanno dato all'amore eterno, offerto spassionatamente da milioni di persone che si sono sentite tradite per un pugno di euro. E allora la notte, quando mettete la testa sul cuscino, abbracciatevi le banconote, perchè a noi napoletani basta l'affetto reciproco per avere il cuore sazio, e non la bile negli occhi per centomila fischi ricevuti più che legittimi.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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06/04/2024 - 23:57

NAPOLI - Ci sono Argentini e argentini. Argentini che i napoletani apprezzano ancora oggi, come Lavezzi, che ha rifiutato più volte l'Inter per non incontrare da avversario il Napoli, ed ovviamente Maradona, che non ha mai ceduto alle lusinghe dell'avvocato Agnelli: entrambi sono rimasti fedeli a quel patto di sangue non scritto, tra tifoso e idolo, e i napoletani gliene saranno sempre grati per aver onorato la bontà dei sentimenti reciproci, delle urla contro il cielo per ogni gol realizzato, un qualcosa che nessun contratto milionario può eguagliare. E poi ci sono i sud americani (argentini e brasiliani), come Higuain ed Altafini, due meri traditori di sentimenti. Lo dissi quando mi arrivò la notizia del suo passaggio alla Juventus, il 14 luglio scorso, e mi ritrovai in tarda serata a commentare il tutto a "Premium Sport", durante lo Speciale Calciomercato, e lo ribadisco oggi. Gonzalo Higuain, con il suo comportamento, ha tradito Napoli e i napoletani. E si è meritato i fischi. Tutti. Dal primo all'ultimo. Qualcuno verrà a ricordarci che De Laurentiis aveva fissato il prezzo con la clausola rescissoria. Tutto vero. Ma qui non si discute l'acquisto del calciatore, bensì l'atteggiamento, silente ed irriguardoso verso un popolo intero. Dichiarare durante la Coppa America: "Napoletani, state tranquilli", per poi andare a fare le visite mediche di nascosto in Spagna, senza un briciolo di spiegazione, scoprire il tutto strada facendo, comprendere il "tradimento" e vederlo lì, sudatissimo, il giorno della conferenza stampa di presentazione a Torino, arrampicarsi sugl specchi, chiedendo scusa a Sarri per non averlo salutato, senza aver nemmeno avvisato i suoi ormai ex compagni di squadra, qualche senso reiterato di disgusto per la mancata trasparenza l'ha destato. Il calcio è composto da professionisti pagati fior di milioni, ma nessuno li costringe a saltare sotto la Curva, battendosi il petto e cantando "Un giorno all'improvviso, mi innamorai di te, il cuore mi batteva, non chiedermi perchè, di tempo n'è passato, ma sono ancora qua, ed oggi come allora difendo la città". Non comprendere tutto ciò, per poi presentarsi da avversario nel tempio che lo aveva eletto idolo fino a quel gol col Frosinone in sforbiciata, significa vivere in un mondo parallelo del tutto fuori da ogni logica ed estraneo a qualsiasi essere umano. Che abbia detto, rivolto a De Laurentiis, "la colpa è tua", dopo il primo dei due bei gol, fa sorridere. Gli sfugge che il napoletano non lo fischia perchè la Juventus lo ha acquistato pagando la cifra stabilita da ADL, ma perchè non ha avuto rispetto di nessuno. Non ha avuto rispetto dei compagni, di Sarri, dell'ambiente, dei gol segnati in maglia azzurra e del popolo che lo ha amato e poi odiato per questo motivo. Le scelte di denaro non comprano la stima dei tifosi, dovrà tenerlo presente quando tra 30-40 anni gli capiterà di incontrare un napoletano in giro per il mondo che lo guarderà con lo stesso sguardo risentito di oggi, perchè puo' anche fare tanti gol, ma se non sa guadagnarsi la stima e il rispetto delle persone con cui si confronta non elevera' mai la sua persona. Un pò come il fratello, per nulla elegante, che gode alle reti in biaconero del suo assistito dopo aver scrutato il volto del presidente del Napoli: sono considerazioni di basso livello e di poco interesse, sapete perchè? Perchè non capiranno mai fino in fondo il calcio che hanno dato all'amore eterno, offerto spassionatamente da milioni di persone che si sono sentite tradite per un pugno di euro. E allora la notte, quando mettete la testa sul cuscino, abbracciatevi le banconote, perchè a noi napoletani basta l'affetto reciproco per avere il cuore sazio, e non la bile negli occhi per centomila fischi ricevuti più che legittimi.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
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