NAPOLI - Gli spalti del San Paolo in tripudio, felicità e speranza su tutti i volti dei tifosi e nello sventolio delle bandiere azzurre. Come il frammento di un film d'annata, quell'entusiasmo ha fatto balenare il ricordo dei campionati trascorsi con il Napoli protagonista al vertice, guidato da Diego Maradona. Un'euforia, un desiderio incapsulato da tempo nel serbatoio dei ricordi più preziosi e tornato alla luce in un pomeriggio di calcio esaltante, giocato con tecnica e volontà. Di fronte agli azzurri, una Inter di grande caratura, dal gioco insidioso e forte. Di fronte ai nerazzurri, un Napoli ben calibrato e combattivo. Oltre la vittoria, le indicazioni scaturite tratteggiano il ritratto di una squadra di valore, dal gioco fruttuoso e con individualità di forte rilievo. Così, tra i pali, Reina dà conto delle sue capacità: intuito e prontezza. Hysaj non dà spazio agli avversari. Koulibaly è un forte ostacolo per le manovre avversarie. A centrocampo, un reparto compatto. Più avanti, il contributo in crescita di Insigne e la presenza formidabile di Higuain. Tutta la squadra manovra secondo movimenti ben congegnati, in base all'idea di calcio che nutre Sarri, l'allenatore che ragiona. Poi il gioco trova la sua conclusione nei tiri a rete del centravanti. I gol di Higuain hanno accanto alla potenza del tiro anche una particolare natura: il pallone va in rete con modalità che sembrano rendere possibile ciò che sarebbe arduo. Alla caratura si unisce un particolare modulo estetico. E il gioco di Higuain si unisce ai ricordi del gioco di Maradona: potenza più intelligenza. Un accostamento che, oltre le diversità, crea tra i tifosi azzurri una vicinanza di sogni e realtà. Con Diego, dalle curve si cantava così, tra passione ed ironia: ''L'argentino mo' sta 'cca' / nun putimmo cchià sbaglià / finalmente ce putimmo vendicà!''.

Mimmo Liguoro

Napoli Magazine

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