LA TESTA NEL PALLONE
LA TESTA NEL PALLONE - Liguoro: "Napoli, quelle partite viste in piedi nello stadio del Vomero, tra coriandoli e il rito propiziatorio di Lauro"
15.06.2017 14:10 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il prossimo campionato del Napoli sancirà la posizione in classifica della squadra partenopea. Verso l'alto, secondo il gradino finora conquistato. Una realtà che rincuora la tifoseria e spinge verso tanti ricordi, facendo rivedere, sul teleschermo dell'immaginazione, partite e classifiche di un tempo. Quelle degli anni '50 riportano alla memoria una formazione azzurra che, come sempre in quell'epoca, mirava al sesto posto, più volte raggiunto. Nello stadio del Vomero i sostenitori incitavano a gran voce gli azzurri: Casari, Delfrati, Soldani; Todeschini, Remondini, Gramaglia; Astorri, Formentin, Amadei, Bacchetti e Krieziu. La squadra guidata da Eraldo Monzeglio mirava a buone posizioni in classifica, con un'assidua presenza al sesto-settimo posto. L'idea dello scudetto non faceva capolino ma restava nella nuvola delle speranze, col quarto posto visto come possibile trampolino di lancio per l'anno successivo. Al Vomero le partite nei ''distinti'' e nelle ''curve'' si guardavano in piedi, accalcati sugli spalti o aggrappati alle reti di protezione a livello del campo. Se la partita era tra quelle di ''cartello'' già molto presto gli spazi erano cancellati, mentre l'altoparlante collocato in alto, sui ''distinti'', alternava canzoni e slogan pubblicitari. Anche con estemporanee canzoncine, come quella che esaltava i pregi della ''magnesia San Pellegrino'', ''ah come è effervescente...''. Poi l'altoparlante comunicava le formazioni delle squadre: un fragoroso applauso sottolineava quella del Napoli , mentre sugli spalti scattava il '' tutti in piedi'' . Una partita vista seduti era una rarità di cui difficilmente si portava memoria. Intanto, sulla pista di atletica che circondava il campo cadevano copiosi ''coriandoli'' , ricavati da fogli di carta. E, come obbedendo a una parola d'ordine, tutti gli spettatori si mettevano in piedi, nei ''distinti'' e nelle ''curve''. Intanto ''scoppiavano'' i primi mortaretti destinati a incoraggiare la squadra ma forieri di multe per la Società. In quei momenti, dal tunnel degli spogliatoi usciva Achille Lauro, presidente del ''Napoli'', che prendeva posto su uno ''strapuntino'' a bordo campo, accanto ad altri dirigenti. Mossa inevitabile: Lauro si tirava giù le calzette, quasi un rito propiziatorio. Poi iniziava la partita, sul manto verde dello stadio.

 

 

Mimmo Liguoro
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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di Napoli Magazine

15/06/2024 - 14:10

NAPOLI - Il prossimo campionato del Napoli sancirà la posizione in classifica della squadra partenopea. Verso l'alto, secondo il gradino finora conquistato. Una realtà che rincuora la tifoseria e spinge verso tanti ricordi, facendo rivedere, sul teleschermo dell'immaginazione, partite e classifiche di un tempo. Quelle degli anni '50 riportano alla memoria una formazione azzurra che, come sempre in quell'epoca, mirava al sesto posto, più volte raggiunto. Nello stadio del Vomero i sostenitori incitavano a gran voce gli azzurri: Casari, Delfrati, Soldani; Todeschini, Remondini, Gramaglia; Astorri, Formentin, Amadei, Bacchetti e Krieziu. La squadra guidata da Eraldo Monzeglio mirava a buone posizioni in classifica, con un'assidua presenza al sesto-settimo posto. L'idea dello scudetto non faceva capolino ma restava nella nuvola delle speranze, col quarto posto visto come possibile trampolino di lancio per l'anno successivo. Al Vomero le partite nei ''distinti'' e nelle ''curve'' si guardavano in piedi, accalcati sugli spalti o aggrappati alle reti di protezione a livello del campo. Se la partita era tra quelle di ''cartello'' già molto presto gli spazi erano cancellati, mentre l'altoparlante collocato in alto, sui ''distinti'', alternava canzoni e slogan pubblicitari. Anche con estemporanee canzoncine, come quella che esaltava i pregi della ''magnesia San Pellegrino'', ''ah come è effervescente...''. Poi l'altoparlante comunicava le formazioni delle squadre: un fragoroso applauso sottolineava quella del Napoli , mentre sugli spalti scattava il '' tutti in piedi'' . Una partita vista seduti era una rarità di cui difficilmente si portava memoria. Intanto, sulla pista di atletica che circondava il campo cadevano copiosi ''coriandoli'' , ricavati da fogli di carta. E, come obbedendo a una parola d'ordine, tutti gli spettatori si mettevano in piedi, nei ''distinti'' e nelle ''curve''. Intanto ''scoppiavano'' i primi mortaretti destinati a incoraggiare la squadra ma forieri di multe per la Società. In quei momenti, dal tunnel degli spogliatoi usciva Achille Lauro, presidente del ''Napoli'', che prendeva posto su uno ''strapuntino'' a bordo campo, accanto ad altri dirigenti. Mossa inevitabile: Lauro si tirava giù le calzette, quasi un rito propiziatorio. Poi iniziava la partita, sul manto verde dello stadio.

 

 

Mimmo Liguoro
 
 
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