LA TESTA NEL PALLONE
LA TESTA NEL PALLONE - Mimmo Liguoro su NM: Napoli, quel cartello di un tifoso con la scritta "Miette 'o scudetto n'cann' a 'o ciuccio e 'o chiammano DON CIUCCIO"
30.03.2017 11:21 di Napoli Magazine

NAPOLI - Un vecchio diario calcistico, della lontana stagione 1957- '58, è ricomparso dal fondo di un cassetto. E nello scorrere gli appunti di allora è tornata agli occhi della memoria la ''tavolozza'' di quel Napoli, che aveva nello stadio del Vomero la sua casa. Ricordi a pioggia, con visioni ''a flash'' di un tempo lontano segnato, come accade per il football, da entusiasmi e depressioni, speranze e delusioni in altalena. Fu quella una annata chiusa con un buon quarto posto, iniziata con risultati positivi: 5 vittorie nelle prime 5 partite per gli azzurri guidati da Amedeo Amadei, gran calciatore passato alla panchina. La squadra contava sulla frizzante presenza di giocatori giovani o già sperimentati: dalla SPAL erano arrivati Di Giacomo e Novelli, in gran forma era il napoletano Mistone. In eccellente stato atletico e tattico Louis Vinicio, goleador entusiasmante. E Pesaola era nel pieno della sua capacità di attacco-difesa. Morin, Franchini e Posio, intelligenti gestori del centrocampo. A San Siro, pareggio col temuto Milan, trasferta O.K. a Bergamo (4 a 2 all'Atalanta), 6 a zero per fermare il Verona, 2 a zero contro la Roma, 4 a 3 per vincere sulla Juventus. A Udine, invece, una sconfitta dura, 7 a 0. Al Verona, invece, furono consegnati sei gol dagli azzurri. Era un Napoli che portò in alto la sua presenza in classifica, al quarto posto. E galvanizzò la tifoseria che riempiva lo stadio al Vomero. Tutti in piedi: in quell'epoca le partite si seguivano senza esser seduti. E quando c'era un gol azzurro spesso lo spettacolo pirotecnico era notevole. Spettacolo pericoloso, che costava ''belle'' multe alla società. Arguti e ''caldi'' gli incitamenti dalla curve e dai ''distinti''. Anche quelli scritti sui cartelloni fatti a casa: in una di quelle domeniche vomeresi comparve un cartello portato a mano da un tifoso. Vi era disegnato un ''ciuccio'' con uno scudetto a mo' di collana. E sotto c'era scritto: ''Miette 'o scudetto n'cann' a 'o ciuccio / e 'o chiammano DON CIUCCIO''.

 

 

Mimmo Liguoro
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
ULTIMISSIME LA TESTA NEL PALLONE
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
LA TESTA NEL PALLONE - Mimmo Liguoro su NM: Napoli, quel cartello di un tifoso con la scritta "Miette 'o scudetto n'cann' a 'o ciuccio e 'o chiammano DON CIUCCIO"

di Napoli Magazine

30/03/2024 - 11:21

NAPOLI - Un vecchio diario calcistico, della lontana stagione 1957- '58, è ricomparso dal fondo di un cassetto. E nello scorrere gli appunti di allora è tornata agli occhi della memoria la ''tavolozza'' di quel Napoli, che aveva nello stadio del Vomero la sua casa. Ricordi a pioggia, con visioni ''a flash'' di un tempo lontano segnato, come accade per il football, da entusiasmi e depressioni, speranze e delusioni in altalena. Fu quella una annata chiusa con un buon quarto posto, iniziata con risultati positivi: 5 vittorie nelle prime 5 partite per gli azzurri guidati da Amedeo Amadei, gran calciatore passato alla panchina. La squadra contava sulla frizzante presenza di giocatori giovani o già sperimentati: dalla SPAL erano arrivati Di Giacomo e Novelli, in gran forma era il napoletano Mistone. In eccellente stato atletico e tattico Louis Vinicio, goleador entusiasmante. E Pesaola era nel pieno della sua capacità di attacco-difesa. Morin, Franchini e Posio, intelligenti gestori del centrocampo. A San Siro, pareggio col temuto Milan, trasferta O.K. a Bergamo (4 a 2 all'Atalanta), 6 a zero per fermare il Verona, 2 a zero contro la Roma, 4 a 3 per vincere sulla Juventus. A Udine, invece, una sconfitta dura, 7 a 0. Al Verona, invece, furono consegnati sei gol dagli azzurri. Era un Napoli che portò in alto la sua presenza in classifica, al quarto posto. E galvanizzò la tifoseria che riempiva lo stadio al Vomero. Tutti in piedi: in quell'epoca le partite si seguivano senza esser seduti. E quando c'era un gol azzurro spesso lo spettacolo pirotecnico era notevole. Spettacolo pericoloso, che costava ''belle'' multe alla società. Arguti e ''caldi'' gli incitamenti dalla curve e dai ''distinti''. Anche quelli scritti sui cartelloni fatti a casa: in una di quelle domeniche vomeresi comparve un cartello portato a mano da un tifoso. Vi era disegnato un ''ciuccio'' con uno scudetto a mo' di collana. E sotto c'era scritto: ''Miette 'o scudetto n'cann' a 'o ciuccio / e 'o chiammano DON CIUCCIO''.

 

 

Mimmo Liguoro
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com