Mister Z
MR Z - Napoli, prepariamoci al peggio!
05.04.2016 10:54 di Napoli Magazine

NAPOLI - Prepariamoci al peggio. Il Pipita rimarrà fermo ai box per quattro giornate. Lo perderemo nelle partite contro il Verona ed il Bologna al San Paolo e nelle trasferte contro Inter e Roma. Definire tutto ciò un disastro è dire poco. La reazione di Higuain al calcetto maligno di Felipe ci costerà cara. Le sue mani sul petto di Irrati lasceranno un segno indelebile sull'intera stagione del Napoli e forse (speriamo ardentemente di no) perfino su quella del prossimo anno. Perchè l'assenza dell'argentino in gare così importanti, in un momento cruciale del campionato, mette seriamente a rischio anche la conquista del secondo posto in classifica e con esso la qualificazione diretta ai gironi di Champions League. Il danno dopo la beffa. Il dolore dopo la rabbia. Lo sconforto dopo l'ira. Viene spontaneo, a questo punto, interrogarsi sulle colpe di quanto è accaduto. La reazione di Higuain, per quanto spropositata, eccessiva e sbagliata, deriva da una condizione psicologica delicata e fragile di un ragazzo di 28 anni che ha sicuramente le sue responsabilità. Ma è necessario anche capire chi non gli abbia dato la necessaria 'copertura', chi non l'abbia protetto fino in fondo, chi lo abbia abbandonato, inerme e schiumante rabbia, a farsi giustizia da solo in mezzo ad un campo di gioco 'nemico', dove il Napoli avrebbe dovuto passeggiare contro un avversario modesto e dove, invece, la squadra si è sciolta come neve al primo sole di primavera. Il primo responsabile è Sarri. L'allenatore ha dimostrato di avere grandi capacità 'organizzative'. Il merito è soltanto suo se il Napoli di quest'anno è una squadra che ha dato quasi sempre spettacolo, ha vinto, ha divertito, ha appassionato il pubblico. Il lavoro fatto prima nel ritiro di Dimaro poi nella quotidianità di Castel Volturno ha dell'incredibile. Il tecnico, però, ha anche dimostrato in certi momenti di avere qualche difetto che ha limitato il rendimento della squadra ed è stato anche causa di inopinati tracolli. Quel che manca a Sarri sono fondamentalmente due caratteristiche: 1) la disponibilità a cambiare tattica quando serve, a sparigliare le carte al momento giusto, dando un volto diverso all'assetto della squadra; 2) una eccessiva difficoltà nel 'leggere' la partita dalla panchina e a cambiare in corsa per porre rimedio a situazioni di pericolo. Utilizzare sempre gli stessi giocatori e lo stesso modulo (come d'altronde faceva anche Benitez nelle due passate stagioni) non è sempre garanzia di qualità e di forza. Ci sono momenti e situazioni in cui c'è bisogno di flessibilità, di adattarsi alle caratteristiche tecnico-tattiche all'avversario e questo il Napoli non l'ha mai fatto. Quanto alla propensione di Sarri a non intervenire tempestivamente dalla panchina, in caso di necessità, la gara di Udine è paradigmatica. Alzi la mano chi tra di noi, spettatori televisivi, al 20' del primo tempo, non si è domandato come mai non avesse ancora tirato fuori dal campo gli improponibili Ghoulam e Hamsik di quella sciagurata giornata. Possibile che non si sia accorto che tutti i pericoli arrivavano dal fianco destro e che un buon giocatore come Widmer, lasciato completamente libero di agire, sembrava il clone di Cafu o di Maicon dei tempi d'oro? E' evidente che Sarri se ne fosse reso conto ma, evidentemente, c'è qualche convinzione assoluta dentro di sé che gli impedisce di prendere decisioni radicali. D'altro canto sarebbe stato facile spiegare ai due calciatori il motivo della repentina esclusione: avrebbe dovuto dir semplicemente loro che una giornata storta può capitare a tutti. Invece niente. L'impotenza, l'accondiscendente inadeguatezza della squadra, lo sguardo spaurito, le gambe molli del gruppo accrescono, quando sono così evidenti, la rabbia di Higuain che non si vede spalleggiato adeguatamente dai compagni. Ecco perché a Udine si è rivisto il Pipita furente delle passate stagioni, quello che se la prendeva con arbitri ed avversari ma che in realtà avrebbe voluto appendere agli attaccapanni degli spogliatoi i suoi stessi compagni e non poteva farlo. E in qualche modo Higuain deve pur sfogarsi... Quanto alla società, è indispensabile che De Laurentiis si impegni molto di più di quanto non abbia fatto fino ad oggi per realizzare all'interno della Lega rapporti di solidarietà e di vicinanza con altre società, anche se 'piccole'. Quando si prendono le decisioni nell' assemblea conta il numero di mani alzate e non il fatturato. Da solo il Napoli non riuscirà mai a risolvere, ad esempio, il problema degli anticipi e posticipi scriteriati che in questa stagione stanno oggettivamente favorendo la Juventus, antagonista nella lotta per il tricolore. Da solo il Napoli non riuscirà mai ad ottenere che gli arbitri e la giustizia sportiva non usino due pesi e due misure come i reiterati 'casi' di quest'anno (il testa a testa di Bonucci con Rizzoli è solo l'ultimo esempio) hanno dimostrato. Ci vogliono un allenatore più duttile ed una società più concreta nelle alleanze. Nel calcio, purtroppo, non vince soltanto chi fa più gol.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

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05/04/2024 - 10:54

NAPOLI - Prepariamoci al peggio. Il Pipita rimarrà fermo ai box per quattro giornate. Lo perderemo nelle partite contro il Verona ed il Bologna al San Paolo e nelle trasferte contro Inter e Roma. Definire tutto ciò un disastro è dire poco. La reazione di Higuain al calcetto maligno di Felipe ci costerà cara. Le sue mani sul petto di Irrati lasceranno un segno indelebile sull'intera stagione del Napoli e forse (speriamo ardentemente di no) perfino su quella del prossimo anno. Perchè l'assenza dell'argentino in gare così importanti, in un momento cruciale del campionato, mette seriamente a rischio anche la conquista del secondo posto in classifica e con esso la qualificazione diretta ai gironi di Champions League. Il danno dopo la beffa. Il dolore dopo la rabbia. Lo sconforto dopo l'ira. Viene spontaneo, a questo punto, interrogarsi sulle colpe di quanto è accaduto. La reazione di Higuain, per quanto spropositata, eccessiva e sbagliata, deriva da una condizione psicologica delicata e fragile di un ragazzo di 28 anni che ha sicuramente le sue responsabilità. Ma è necessario anche capire chi non gli abbia dato la necessaria 'copertura', chi non l'abbia protetto fino in fondo, chi lo abbia abbandonato, inerme e schiumante rabbia, a farsi giustizia da solo in mezzo ad un campo di gioco 'nemico', dove il Napoli avrebbe dovuto passeggiare contro un avversario modesto e dove, invece, la squadra si è sciolta come neve al primo sole di primavera. Il primo responsabile è Sarri. L'allenatore ha dimostrato di avere grandi capacità 'organizzative'. Il merito è soltanto suo se il Napoli di quest'anno è una squadra che ha dato quasi sempre spettacolo, ha vinto, ha divertito, ha appassionato il pubblico. Il lavoro fatto prima nel ritiro di Dimaro poi nella quotidianità di Castel Volturno ha dell'incredibile. Il tecnico, però, ha anche dimostrato in certi momenti di avere qualche difetto che ha limitato il rendimento della squadra ed è stato anche causa di inopinati tracolli. Quel che manca a Sarri sono fondamentalmente due caratteristiche: 1) la disponibilità a cambiare tattica quando serve, a sparigliare le carte al momento giusto, dando un volto diverso all'assetto della squadra; 2) una eccessiva difficoltà nel 'leggere' la partita dalla panchina e a cambiare in corsa per porre rimedio a situazioni di pericolo. Utilizzare sempre gli stessi giocatori e lo stesso modulo (come d'altronde faceva anche Benitez nelle due passate stagioni) non è sempre garanzia di qualità e di forza. Ci sono momenti e situazioni in cui c'è bisogno di flessibilità, di adattarsi alle caratteristiche tecnico-tattiche all'avversario e questo il Napoli non l'ha mai fatto. Quanto alla propensione di Sarri a non intervenire tempestivamente dalla panchina, in caso di necessità, la gara di Udine è paradigmatica. Alzi la mano chi tra di noi, spettatori televisivi, al 20' del primo tempo, non si è domandato come mai non avesse ancora tirato fuori dal campo gli improponibili Ghoulam e Hamsik di quella sciagurata giornata. Possibile che non si sia accorto che tutti i pericoli arrivavano dal fianco destro e che un buon giocatore come Widmer, lasciato completamente libero di agire, sembrava il clone di Cafu o di Maicon dei tempi d'oro? E' evidente che Sarri se ne fosse reso conto ma, evidentemente, c'è qualche convinzione assoluta dentro di sé che gli impedisce di prendere decisioni radicali. D'altro canto sarebbe stato facile spiegare ai due calciatori il motivo della repentina esclusione: avrebbe dovuto dir semplicemente loro che una giornata storta può capitare a tutti. Invece niente. L'impotenza, l'accondiscendente inadeguatezza della squadra, lo sguardo spaurito, le gambe molli del gruppo accrescono, quando sono così evidenti, la rabbia di Higuain che non si vede spalleggiato adeguatamente dai compagni. Ecco perché a Udine si è rivisto il Pipita furente delle passate stagioni, quello che se la prendeva con arbitri ed avversari ma che in realtà avrebbe voluto appendere agli attaccapanni degli spogliatoi i suoi stessi compagni e non poteva farlo. E in qualche modo Higuain deve pur sfogarsi... Quanto alla società, è indispensabile che De Laurentiis si impegni molto di più di quanto non abbia fatto fino ad oggi per realizzare all'interno della Lega rapporti di solidarietà e di vicinanza con altre società, anche se 'piccole'. Quando si prendono le decisioni nell' assemblea conta il numero di mani alzate e non il fatturato. Da solo il Napoli non riuscirà mai a risolvere, ad esempio, il problema degli anticipi e posticipi scriteriati che in questa stagione stanno oggettivamente favorendo la Juventus, antagonista nella lotta per il tricolore. Da solo il Napoli non riuscirà mai ad ottenere che gli arbitri e la giustizia sportiva non usino due pesi e due misure come i reiterati 'casi' di quest'anno (il testa a testa di Bonucci con Rizzoli è solo l'ultimo esempio) hanno dimostrato. Ci vogliono un allenatore più duttile ed una società più concreta nelle alleanze. Nel calcio, purtroppo, non vince soltanto chi fa più gol.

 

 

Mario Zaccaria

 

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