Mister Z
MR Z - Napoli, stop alle facili isterie!
08.12.2015 15:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Calma, non lasciamoci prendere dall'isteria. Non eravamo il Barcellona domenica scorsa, dopo aver battuto l'Inter ed essere schizzati da soli in testa alla classifica, non siamo il Borgorosso di Alberto Sordi o la Longobarda di Lino Banfi adesso che abbiamo perso con il Bologna, una squadra discreta, messa bene in campo da Donadoni, molto concentrata e determinata (soprattutto nel caso di alcuni calciatori, come ad esempio Mirante), ma pur sempre sestultima in classifica, a soli due punti dalla retrocessione. La modestia complessiva del Bologna ed il fatto che la squadra rossoblù abbia battuto il Napoli, la dice lunga sui problemi che la squadra di Sarri si porta appresso ed è chiamata ad affrontare, nonostante che si trovi a soli due punti dalla vetta della classifica. Non è la sconfitta in sé che deve preoccupare (peraltro il Bologna è andato in vantaggio con un gol chiaramente irregolare, ha raddoppiato con una marcatura nata da calcio dalla bandierina, ha triplicato grazie ad una colossale papera di Reina ed ha creato soltanto un'altra occasione, fallita da Munier), quanto piuttosto l'incapacità, divenuta ormai preoccupante, degli azzurri di esprimersi sempre agli stessi livelli e con la stessa intensità, indipendentemente da dove si giochi. La verità è una sola: il Napoli che gioca fuori casa non è la stessa squadra che scende in campo al San Paolo. Analizziamo i numeri, che dicono sempre la verità. Su un totale di 15 partite gli azzurri hanno totalizzato 31 punti, 19 dei quali conseguiti nelle 7 partite giocate in casa e soltanto 12 nelle 8 gare disputate in campo esterno. Al San Paolo la squadra di Sarri ha vinto sei volte (Lazio, Juventus, Fiorentina, Palermo, Udinese e Inter) ed ha pareggiato soltanto con la Sampdoria. Fuori casa gli azzurri hanno perso due volte (Sassuolo e Bologna), hanno pareggiato in tre occasioni (Empoli, Carpi e Genoa) ed hanno vinto in altrettante partite (Milan, Chievo e Verona). Al di là dei freddi numeri, però, è un altro il dato che deve far riflettere. Anche quando ha vinto fuori casa, il Napoli ha convinto pienamente in una sola occasione, a Milano contro il Milan (4-0). Nelle altre due circostanze, a Verona con il Chievo (1-0) e con il Verona (2-0) non si è trattato di vittorie perentorie, ma soltanto di successi 'normali', che hanno coronato prestazioni buone ma non eccelse. Insomma la situazione è chiara. Il Napoli lontano dal San Paolo smarrisce la sue caratteristiche di gioco, non si ritrova, soffre l'organizzazione tattica e l'aggressività dell'avversaria, non riesce ad imporre i suoi schemi, è prudente e timoroso, fatica a creare occasioni da gol. Che cosa si può fare per ribaltare questa situazione che si è ormai cronicizzata? E' chiaro che solo Sarri, che dispone degli strumenti necessari per le 'riparazioni', può intervenire. E' certo che l'allenatore lavorerà molto sulla testa dei giocatori, perché è probabile che l'incapacità ad essere sempre se stessi e lo snaturamento agonistico che la squadra subisce in trasferta possano dipendere dall'autostima, dalla capacità di concentrazione e dallo svilimento delle motivazioni. Ma è probabile che tutto ciò possa non bastare. Forse Sarri, che in passato ha già dimostrato una buona dose di spirito autocritico e di duttilità caratteriale e professionale, dovrebbe prendere in considerazione anche l'ipotesi di un adattamento tattico della sua squadra in occasione delle partite che si giocano fuori casa. Il Napoli è troppo convinto che i suoi schemi, che ormai la squadra ha imparato a memoria, siano la chiave giusta per sbaragliare ogni avversario, indipendentemente dalla sua forza e dalla sua aggressività. Ma i fatti hanno dimostrato che purtroppo questo non sempre è vero.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com

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08/12/2024 - 15:55

NAPOLI - Calma, non lasciamoci prendere dall'isteria. Non eravamo il Barcellona domenica scorsa, dopo aver battuto l'Inter ed essere schizzati da soli in testa alla classifica, non siamo il Borgorosso di Alberto Sordi o la Longobarda di Lino Banfi adesso che abbiamo perso con il Bologna, una squadra discreta, messa bene in campo da Donadoni, molto concentrata e determinata (soprattutto nel caso di alcuni calciatori, come ad esempio Mirante), ma pur sempre sestultima in classifica, a soli due punti dalla retrocessione. La modestia complessiva del Bologna ed il fatto che la squadra rossoblù abbia battuto il Napoli, la dice lunga sui problemi che la squadra di Sarri si porta appresso ed è chiamata ad affrontare, nonostante che si trovi a soli due punti dalla vetta della classifica. Non è la sconfitta in sé che deve preoccupare (peraltro il Bologna è andato in vantaggio con un gol chiaramente irregolare, ha raddoppiato con una marcatura nata da calcio dalla bandierina, ha triplicato grazie ad una colossale papera di Reina ed ha creato soltanto un'altra occasione, fallita da Munier), quanto piuttosto l'incapacità, divenuta ormai preoccupante, degli azzurri di esprimersi sempre agli stessi livelli e con la stessa intensità, indipendentemente da dove si giochi. La verità è una sola: il Napoli che gioca fuori casa non è la stessa squadra che scende in campo al San Paolo. Analizziamo i numeri, che dicono sempre la verità. Su un totale di 15 partite gli azzurri hanno totalizzato 31 punti, 19 dei quali conseguiti nelle 7 partite giocate in casa e soltanto 12 nelle 8 gare disputate in campo esterno. Al San Paolo la squadra di Sarri ha vinto sei volte (Lazio, Juventus, Fiorentina, Palermo, Udinese e Inter) ed ha pareggiato soltanto con la Sampdoria. Fuori casa gli azzurri hanno perso due volte (Sassuolo e Bologna), hanno pareggiato in tre occasioni (Empoli, Carpi e Genoa) ed hanno vinto in altrettante partite (Milan, Chievo e Verona). Al di là dei freddi numeri, però, è un altro il dato che deve far riflettere. Anche quando ha vinto fuori casa, il Napoli ha convinto pienamente in una sola occasione, a Milano contro il Milan (4-0). Nelle altre due circostanze, a Verona con il Chievo (1-0) e con il Verona (2-0) non si è trattato di vittorie perentorie, ma soltanto di successi 'normali', che hanno coronato prestazioni buone ma non eccelse. Insomma la situazione è chiara. Il Napoli lontano dal San Paolo smarrisce la sue caratteristiche di gioco, non si ritrova, soffre l'organizzazione tattica e l'aggressività dell'avversaria, non riesce ad imporre i suoi schemi, è prudente e timoroso, fatica a creare occasioni da gol. Che cosa si può fare per ribaltare questa situazione che si è ormai cronicizzata? E' chiaro che solo Sarri, che dispone degli strumenti necessari per le 'riparazioni', può intervenire. E' certo che l'allenatore lavorerà molto sulla testa dei giocatori, perché è probabile che l'incapacità ad essere sempre se stessi e lo snaturamento agonistico che la squadra subisce in trasferta possano dipendere dall'autostima, dalla capacità di concentrazione e dallo svilimento delle motivazioni. Ma è probabile che tutto ciò possa non bastare. Forse Sarri, che in passato ha già dimostrato una buona dose di spirito autocritico e di duttilità caratteriale e professionale, dovrebbe prendere in considerazione anche l'ipotesi di un adattamento tattico della sua squadra in occasione delle partite che si giocano fuori casa. Il Napoli è troppo convinto che i suoi schemi, che ormai la squadra ha imparato a memoria, siano la chiave giusta per sbaragliare ogni avversario, indipendentemente dalla sua forza e dalla sua aggressività. Ma i fatti hanno dimostrato che purtroppo questo non sempre è vero.

 

 

Mario Zaccaria

 

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