NAPOLI - Lo scatto del Napoli (quattro vittorie di fila, Champions compresa) non dura molto: gli imbriglia gambe e piedi Ivan Juric, tecnico meticoloso, specialista nel giocarti addosso, sino a farti saltare nervi e tattiche. Non bastasse Ivan il terribile, anche l'arbitro (due rigori colpevolmente nascosti) ferma gli azzurri ormai in eterna versione slim. Che la dea del pallone salvi il campionato da certi arbitri e guardalinee assai limitati. E ogni riferimento a Damato e ai suoi collaboratori non é puramente casuale. Tuttavia, almeno per ora, nulla è perduto, tranne la testa della classifica. Del resto a settembre non é dato capire di più su quello che sarà il primo podio della stagione, evidentemente il campionato é ancora un embrione. C'è, però, da interpretare questo stop del Napoli, avvenuto dinanzi a una squadra, Il Genoa, ben messa in campo, ben organizzata, un vero ostacolo (il primo di quest'annata) per il Napoli. E qui c'é da chiedersi se é stato un imprevedibile fuori pista o, piuttosto, una tendenza. Fosse così sarebbe un bel guaio. Ma analizzare il presente e il futuro del Napoli, attraverso gli specchi deformanti del risultato, sarebbe un inganno. Un dubbio, però, ci accompagnerà sino alla prossima partita (oddio il Chievo!!! altra squadra da prendere con le molle) perché quando il gioco non dura, occorrerebbe il coraggio di osare. Sia in campo che in panchina. Magari un Gabbiadini e Milik insieme, o un 4-2-3-1 potrebbero farci capire quante armi ha a disposizione questo Napoli? E soprattutto quali scenari si possono ipotizzare. Oltre il coraggio occorre anche la calma dei forti, innanzitutto davanti alle insidie del campionato. Senza questi due fardelli emotivi, i turbamenti del Napoli sembrano moltiplicarsi sempre.

Toni Iavarone

Napoli Magazine

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