NAPOLI - Sentirsi vitali nonostante tutto perché anche il Napoli sa cogliere il meglio dal peggio. E ciò, in un autunno di incertezze, si chiama recupero di punti in classifica e anche incoraggiamento verso il giusto cammino. Certo - ci dispiace per gli amici calabresi -, il Crotone é squadra imbarazzante per la serie A. Del resto un punto in nove partite é la somma delle inadeguatezze di questo club, che rischia di essere il refugium peccatorum del campionato. Ma tant'è, il nostro calcio - o meglio gli organi che lo governano - sono di natura elettiva, non selettiva. Per loro ogni società rappresenta un serbatoio di voti e chi se ne frega se possono reggere al peso della serie A. Della selezione il Napoli ne sa qualcosa, sopratutto quella naturale che, ora, determina il suo terzo posto a un soffio dalla Juve (-4) e a un battito d'ali (-2) dalla seconda piazza. A dimostrazione di come il torneo in corso sia senza padroni, e di come le due sconfitte di fila (Atalanta e Roma) non avrebbero mai potuto determinare le sorti buone e progressive del Napoli. Insomma, il Crotone é stata la terapia migliore per rimettere in piedi un malato, tutt'altro che immaginario, ma comunque in discreta salute. Del resto, pur contro il piccolo avversario di giornata, vincere in dieci per l'incomprensibile reazione (con espulsione) di Gabbiadini é la giusta medicina per "guarire" - come ha detto Sarri - da questo malanno di stagione, che sta debilitando il Napoli oltre misura. É accaduto pure a Crotone quando i ragazzi in azzurro hanno abbassato il ritmo e aumentato il "giro palla". É accaduto proprio nel finale, qui il Napoli é tornato a essere prevedibile. Tanto da consentire il gol al Crotone (2-1) e pure i soliti ultimi minuti al cardiopalmo, perché questo Napoli non sa privarsi di nulla: nemmeno dalla paura.

Toni Iavarone

Napoli Magazine

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